"Ay, ay, ay, ay. Feels like fire. I'm so in love with you". The Power Of Love dei Frankie Goes To Hollywood fa la sua comparsa, per pochi secondi, in una delle prime sequenze di Estranei, l'intenso film di Andrew Haigh disponibile in streaming e home-vide. Ma qualcosa ci fa intuire che quella canzone non è lì per puro caso. Tornerà ancora, fino al finale del film, dando un senso a tutto quello che avevamo visto prima.
Magnetico, magico, misterioso, avvolgente, Estranei è uno di quei film che non ti levi dalla testa, perché tutti i tasselli sono al posto giusto. Uno di questi, fondamentale, è la musica: la supervisione musicale di Connie Farr, direttrice creativa di ThinkSync Music, per il quale ha vinto il premio Best Music Supervision ai British Independent Film Awards (BIFA), si è rivelata una delle carte vincenti. Words and music, parole e musica: la forza delle scelte musicali di Estranei verte su entrambi gli aspetti, e lavora su più livelli. Andiamo allora a conoscere le canzoni di Estranei e il loro significato.
Estranei: perché il synth pop inglese degli anni Ottanta?
"Esterno. Casa nelle periferie. 1987". Adam (Andrew Scott), il protagonista di Estranei, è uno sceneggiatore. In una delle prime scene riusciamo a dare un'occhiata furtiva al suo script, che è ancora una pagina bianca. Ma ci sono queste parole. È qui, nei "suburbs" di una città come Londra, a metà degli anni Ottanta, che è ambientata la storia che sta scrivendo. Ed è qui che avrà luogo anche la storia che sta per rivivere. Per scrivere quella sceneggiatura riprende in mano delle vecchie foto e poi decide di tornare lì, in una di quelle inconfondibili case in periferia, quella in cui è cresciuto. Gli anni Ottanta sono gli anni della sua formazione, in cui era un bambino, e in cui è accaduto qualcosa. La prima funzione della colonna sonora, allora, è di portarci proprio lì, in quegli anni fondamentali per Adam. E così ascoltiamo The Power Of Love dei Frankie Goes To Hollywood (1984), Always On My Mind dei Pet Shop Boys (1987), le due canzoni chiave del film. Ma anche altre canzoni di quegli anni, come l'incalzante Johnny Come Home dei Fine Young Cannibals (1985) e Is This Love? Di Alison Moyet (1986). In una sequenza, in discoteca, ascoltiamo altre due canzoni, meno note, ma efficaci: ci sono ancora i Pet Shop Boys con I Want A Dog (1988) e Promised Land di Joe Smooth (1987), uno dei classici della house music. Gli anni Ottanta hanno un ruolo fondamentale in questa storia.
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I Frankie Goes To Hollywood e i Pet Shop Boys tra la soundtrack del film
Sono canzoni perfette per rievocare un'epoca. Ma non si tratta solo di questo. La scelta dei Frankie Goes To Hollywood - dei cui poster sono tappezzati i muri della cameretta di Adam bambino - e dei Pet Shop Boys non è casuale. La band di Holly Johnson e quella di Neil Tennant e Chris Lowe sono state dei simboli della cultura "queer" di quegli anni (a proposito, ascoltate il dialogo tra Adam e Harry sui termini "queer" e "gay"). Con toni e modi diversi, più espliciti i Frankie Goes To Hollywood più sfumati i Pet Shop Boys, le due band hanno portato avanti un discorso di emancipazione e cultura in questo senso. Uno dei temi del film - insieme alla solitudine, all'amore e ai traumi del passato - è proprio il confronto tra cosa voleva dire essere gay negli anni Ottanta e oggi. In quell'intenso scambio con la madre, interpretata da Claire Foy, Adam spiega come oggi sia tutto diverso, come le cose siano cambiate. Ma, in un altro dialogo con il padre, Adam non dimentica i casi di bullismo, i pianti di nascosto in camera, e come sia stata dura la sua vita da ragazzo. Band come i Frankie Goes To Hollywood, i Pet Shop Boys, gli Erasure (che non ascoltiamo, ma appaiono con la copertina di un disco) sono state importanti per creare una consapevolezza in un'intera generazione. Fatte le debite proporzioni, è quello che accadde con David Bowie nel periodo glam rock degli anni Settanta. Vedere che c'era qualcuno che poteva essere se stesso ed esprimersi come voleva ha fatto sentire meno soli migliaia di ragazzi.
L'abbraccio di Estranei
Ma c'è un ulteriore livello per cui queste canzoni hanno un senso in questo film. Ed è quello delle loro parole. Andrew Haigh usa questi gioielli pop con la funzione del "coro" del teatro greco, per commentare e rafforzare quello che sta accadendo. Always On My Mind è tutto questo: il ricordo di un bambino di una giornata perfetta e la possibilità di sentirsi dire dalla madre le parole che non gli ha mai detto. "Al numero 4 i Pet Shop Boys con Always On My Mind" recita una voce alla radio. Adam si sveglia e rivive un momento felice con i suoi genitori: è Natale e Adam sta decorando l'albero come amava fare, come ricordano quelle vecchie foto. Ma, soprattutto, è il momento per la sua mamma di cantare quelle parole, che acquistano così un significato tutto nuovo. "Forse non ti ho abbracciato tutte le volte che ti sentivi solo e forse non ti ho mai detto quanto sono felice che tu sia mio. Se ti ho fatto sentire al secondo posto mi dispiace di essere stata cieca. Eri sempre nella mia mente. Dimmi che il tuo dolce amore non è finito. Dammi un'altra possibilità per soddisfarti". Sono le parole che Adam ha sempre voluto sentirsi dire da sua madre, sentendosi finalmente amato. "Non ero proprio la madre dell'anno. Ma voglio credere che sarei migliorata, col tempo" gli dice la mamma più tardi.
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La storia di Always On My Mind
Always On My Mind ha un posto tutto particolare nella carriera dei Pet Shop Boys e una storia che vale la pena di essere raccontata. La canzone fu incisa da Elvis Presley nel 1972, ed era una ballata nel classico stile del Re del Rock. Nel 1987, in occasione del decennale della sua morte, i Pet Shop Boys si esibirono in un programma televisivo dedicato a Elvis, Love Me Tender, dove eseguirono la loro trascinante versione di Always On My Mind, ovviamente ammantata di una luccicante veste techno-pop. Quella versione fu un vero successo, tanto che fu chiesto ai Pet Shop Boys di pubblicare quella canzone come singolo: diventò immediatamente un loro classico e fu inserita nella ristampa di Actually, il loro album precedente, e, in una nuova versione, fu inclusa anche nell'album seguente, Introspective. Il video contiene alcuni frammenti del loro film, It Couldn't Happen Here, e vi appare l'attore inglese Joss Ackland. Anni dopo, in una classifica sulle migliori cover mai realizzate, si è attestata al numero 2.
"Terrò lontani i vampiri dalla tua porta"
Il momento in cui, in Estranei, arriva The Power Of Love è ancora più struggente. È la fine del film, e Adam è sdraiato accanto al suo amore, Harry (Paul Mescal). Sappiamo come è andata la loro storia. Ma adesso li troviamo uno vicino all'altro. Harry gli chiede della musica. E Adam comincia a sussurrare le prime parole della canzone: è una dichiarazione d'amore, una ninna nanna. "Ti proteggerò dall'artiglio incappucciato, terrò lontano i vampiri dalla tua porta". E parte finalmente il brano, che ascoltiamo per intero, mentre la macchina da presa si allontana e i due diventano piccoli piccoli e continuano a brillare. Come una di quelle palline dell'albero di Natale che Adam amava tanto. O come una stella in un firmamento, accanto ad altre stelle: Adam e Harry non saranno più soli. "Quando le cose vanno male ci sarò. Con il mio immortale amore che sfida la morte per te". Anche la canzone acquista un significato tutto nuovo, tirando fuori le parole che non sono state dette, lenire il rimpianto, in quella ricerca del tempo perduto che è Estranei.
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La storia di The Power Of Love
Anche la storia di The Power Of Love è di quelle da raccontare. È una canzone più che mai unica dei Frankie Goes To Hollywood, una mosca bianca arrivata come terzo singolo del loro album d'esordio, Welcome To The Pleasurdome, dopo che la band aveva scioccato tutti con i ritmi tachicardici delle sue prime canzoni, Relax e Two Tribes. Uscita a novembre del 1984, arrivò in testa alle classifiche inglesi nel dicembre di quell'anno, diventando immediatamente un classico delle canzoni di Natale. Tutto questo nonostante nel testo della canzone non ci sia nessun riferimento alla natività. Che però è raccontata nel video di The Power Of Love (girato dagli specialisti Godley & Creme), mentre nella copertina del singolo c'è un dipinto che raffigura l'Assunzione in cielo della Madonna, l'Assunta di Tiziano, custodita nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari.L'idea di fare di una canzone d'amore un brano natalizio era più un'idea del marketing* che della band. Al primo posto rimase una settimana, scalzata da Do They Know It's Christmas dei Band Aid. In Estranei The Power Of Love si riprende il suo posto di canzone d'amore pura. Una dichiarazione d'amore assoluto e di protezione, dolce e solenne allo stesso tempo, enfatica ed immaginifica. La voce di Holly Johnson riesce ad essere essenziale e intensa.
Quella faccia da bambino
Per tutto il film ti chiedi perché l'Adam di Andrew Scott abbia quell'espressione sul volto. Quegli occhi luminosi e stupiti, quel sorriso così particolare. È così perché sono le espressioni di un bambino, anche se appaiono sul volto di un adulto. Anche se ha le sembianze di un uomo, Adam è quel bambino che è stato nel 1987. Pensateci: solo un bambino sorride e guarda il mondo con tale luminosità. E se riusciamo a entrare in empatia con lui, se torniamo anche noi bambini in quel 1987, il merito è anche di queste grandi canzoni. È la forza dell'amore. È la forza della musica. "La forza dell'amore. Una forza che arriva dall'alto. Pulendo la mia anima. La fiamma sul desiderio acceso. Amore con lingue di fuoco. Purifica l'anima. Fa' dell'amore la tua meta".