Eiffel, la recensione: storia d’amore e segreti dietro il celebre monumento di Parigi

La recensione di Eiffel, film storico romantico diretto da Martin Bourboulon disponibile su Sky e NOW, con protagonisti Romain Duris ed Emma Mackey.

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Eiffel: Romain Duris in un'immagine

Come vedremo in questa nostra recensione di Eiffel, il film diretto da Martin Bourboulon e disponibile su Sky e NOW è una visione perfetta per San Valentino. E non solo per la storia romantica che lega le vicende del protagonista Gustave Eiffel, intento a costruire il celebre monumento parigino, ma proprio per un mood che si respira all'interno della pellicola che vede come protagonisti Romain Duris ed Emma Mackey, volto notissimo per il suo ruolo di Maeve nella serie Sex Education. È un film biografico, ambientato alla fine dell'Ottocento, interessato a raccontare un'inaspettata e passionale storia d'amore tra i due protagonisti, ma senza sacrificare un aspetto davvero interessante, che lega l'amore all'arte. Senza evidenti difetti che ne compromettono la visione, Eiffel risulta un film particolarmente adatto per respirare il piacere del racconto, con un finale che chiude nei migliori dei modi la storia e lascia un ottimo ricordo.

La scandalosa torre di ferro

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Eiffel: una scena del film

È il 31 marzo 1889. Vediamo un uomo in una stanza poco illuminata. L'uomo apre la porta ed esce, trovandosi su un'impalcatura che mostra, sotto di lui, l'intera città di Parigi. Il vento soffia e scompiglia i capelli dell'uomo, che non trattiene un sorriso. Inizia da quest'immagine, Eiffel, biopic che racconta come il celebre ingegnere francese abbia deciso di costruire il monumento simbolo di Parigi. Per farlo inizia dalla fine, per poi, attraverso un flashback che inizia tre anni prima, nel 1886, raccontare la storia di un lavoro estenuante, considerato addirittura scandaloso prima della sua riuscita. Nel settembre del 1886, Eiffel è tornato in Francia acclamato e onorato, per aver completato i lavori per la Statua della Libertà negli Stati Uniti. I ministri parigini credono sia arrivato il momento di dar vita a un monumento che possa simboleggiare una sorta di rivalsa per il Paese. Eiffel, però, è intenzionato a terminare i lavori per la metropolitana di Parigi. Ma l'incontro con una giovane donna di nome Adrienne gli farà cambiare idea. Gustave e Adrienne si erano già conosciuti in passato e il loro incontro farà rivivere in loro una folle passione d'amore che sembrava sopita.

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Un racconto d'amore in costume

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Eiffel: Emma Mackey durante una scena del film

Più che appartenente alla vera e proprio biografia, il film Eiffel si inserisce nella tradizione dei film romantici in costume, dove una grande attenzione viene posta ai sentimenti e alla passione amorosa tra i due protagonisti. Una storia d'amore che sembra impossibile, ostacolata, ma anche sincera e vera. Attraverso un gioco di scatole cinesi, in cui il racconto del passato contiene al suo interno altri ricordi e flashback, il film mantiene alto l'interesse del pubblico che si ritroverà sia interessato alle vicende personali dei protagonisti che agli sviluppi della costruzione della Torre Eiffel. Le due vicende, legate tra di loro, ma di cui la soluzione verrà chiarita solo alla fine del film (spiegando quella prima sequenza ambientata nel 1889) sono ben equilibrate, dando vita a un'opera che si dimostra capace di parlare a un pubblico eterogeneo. Si tratta, in ogni caso, di un film di stampo classico, i cui colpi di scena potrebbero risultare non troppo imprevedibili, fedele al canone delle storie d'amore. Particolarmente funzionanti le scenografie, specie nel cantiere della torre, che riescono a rappresentare sullo schermo la grandezza dell'opera in costruzione, sorrette da una fotografia particolarmente affascinante. Composta da chiaroscuri e giochi di luce soffusa, la Parigi dell'Ottocento prende vita dando una sensazione immersiva, tra fumo e ferro.

Un cast in parte

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Eiffel: Romain Duris in un momento del film

Lo sappiamo bene: una storia, anche canonica, funziona in tutt'altro modo se a sorreggerla troviamo un cast particolarmente in parte. È il caso di Eiffel che vede due protagonisti che riescono a costruire un'ottima alchimia sullo schermo. Romain Duris nei panni di Gustave Eiffel, con un semplice cambio di look, sa raccontare i diversi passaggi del tempo e l'esperienza di vita che in qualche modo l'ha segnato tra il 1860, l'anno in cui si svolgono i ricordi dei personaggi, e il 1886. Il passaggio del tempo segna un po' meno il carattere e la fisicità di Emma Mackey, che però riesce a fare sua Adrienne, grazie a una performance matura. I due insieme danno vita a una buona tensione romantica e sono capaci di alcuni momenti drammatici in cui basta un semplice sguardo per raccontare molto. Il resto del cast è un po' troppo rinchiuso in dei ruoli predefiniti, che non lasciano troppo spazio alla libertà interpretativa. Così la figlia di Gustave, Claire, interpretata da Armande Boulanger o il marito di Adrienne, Antoine (Pierre Deladonchamps), non riescono ad ergersi e ritagliarsi un forte spazio.

Questione di tempo

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Eiffel: Emma Mackey in una scena del film

L'arte è un atto d'amore. Oppure è l'amore stesso una forma d'arte. Eiffel, nel raccontare una vicenda romantica e un atto storico, fa viaggiare sullo stesso binario l'atto di creazione e di passione. È il messaggio più interessante del film, che nemmeno le pleonastiche e accessorie didascalie finali rovinano, e il tema più forte dell'opera. Quasi invitando lo spettatore a riflettere su uno sguardo oltre le apparenze, Eiffel, nel mostrarci la costruzione della torre ci invita a vedere ben di più di una semplice torre di ferro. Puntando sotto i riflettori le reazioni del popolo parigino e dei ministri, a tratti scontenti dell'operato e dell'immagine del monumento, il film di Bourboulon vuole dimostrare che dietro ogni creazione c'è una storia, e che il semplice ferro può nascondere molto di più. Ed è il tempo che unisce e lega tutti gli elementi del film. Così come ha separato l'amore tra Gustave e Adrienne nel passato, per poi farli rincontrare, così un monumento artistico che doveva essere temporaneo (doveva rimanere "esposto" solo per vent'anni, periodo di tempo che ritornerà spesso nel film) rimane ora uno dei simboli più celebri della Francia.

Conclusioni

A conclusione della nostra recensione di Eiffel possiamo dire che il film di Martin Bourboulon, pur rispettando i canoni di un classico film biografico che rispecchia anche una dimensione romantica, ideale per San Valentino, porta lo spettatore a riflettere su vari motivi d’interesse, tra cui un’indagine sulla creazione artistica e un invito sul guardare oltre la superficie. La Parigi ottocentesca ricreata attraverso un buon uso della fotografia, dando vita a un’atmosfera fumosa e ferrosa, è l’ambiente in cui i due protagonisti (Romain Duris ed Emma Mackey) danno vita a personaggi riusciti e a una storia equilibrata.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Funziona la ricostruzione immersiva della Parigi di fine Ottocento.
  • Emma Mackey e Romain Duris danno vita a due protagonisti dalla forte alchimia.
  • Il film raggiunge un buon equilibrio nella scrittura, lasciando allo spettatore spunti di riflessione.

Cosa non va

  • La storia rispetta fin troppo i canoni di appartenenza al genere.
  • Le didascalie finali sono un’aggiunta che rischia di depotenziare l’impatto emotivo.