Ci sentiamo ripetitivi a cominciare la recensione di Dr. Brain con il solito apprezzamento per il lavoro che sta portando Apple per la propria piattaforma streaming, ma è la realtà dei fatti: la nuova serie tv scritta e diretta da KIM Jee-woon, noto anche al nostro pubblico per il suo Tales of Two Sisters, si presenta come un nuovo importante tassello di quel puzzle di contenuti di natura diversa, ma qualità per lo più omogenea, che è Apple TV+. D'altra parte non potrebbe essere altrimenti per quella che è la prima produzione in lingua coreana e titolo scelto per lanciare la piattaforma in Corea del Sud, quindi come biglietto da visita per un nuovo territorio in cui espandere il servizio.
Il dottor Koh, tra drammi e successi
Le prime sequenze di Dr. Brain ci portano agli anni '90, per presentarci quello che sarà il protagonista della serie: il piccolo Sewon è un bambino curioso, intelligente, ma incapace di relazionarsi socialmente con i propri coetanei. Ne vediamo la prova in un piccoli incidente scolastico, ne avremo conferma a seguire mentre il bambino cresce e continua a sviluppare le proprie capacità intellettive a discapito di quelle sociali, rendendo la sua gestione da parte della madre problematica a dir poco e sfociando nel dramma.
Da adulto il dottor Sewon Koh è un affermato e brillante neuroscienziato, che ha canalizzato la sua curiosità e intelligenza in una ricerca rivoluzionaria sul cervello e la possibilità di sfruttare gli impulsi elettrici alla base del suo funzionamento per accedere ai ricordi ma anche curare alcune patologie specifiche. La sua ricerca va anche nella direzione di quelle che chiama sincronizzazioni cerebrali, una frontiera che si troverà a usare quando la tragedia torna a segnare la sua vita, nel tentativo disperato di capire cosa è successo alla sua famiglia.
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Un'invenzione da brividi
Ci sono tante opportunità narrative sia nella figura del dottor Koh, con tutti i risvolti che la sua carenza nell'empatia e nella socializzazione comportano, sia nell'applicazione pratica dei suoi studi da neuroscienziato, e KIM Jee-woon è abile nello sfruttarli nella costruzione della sua Dr. Brain: sulla base fantascientifica che riguarda la sincronizzazione cerebrale, l'autore coreano dà vita a un racconto che non rinuncia a scavare nella psiche del suo protagonista, mettendolo faccia a faccia con gli spettri del suo difficile passato e gli enigmi che presenta. Non è un caso se usiamo la parola spettri, perché il regista asseconda con suggestiva eleganza la componente più cupa e visionaria della deriva mentale del protagonista, mettendo in scena con gusto le alterazioni nella percezione che poco a poco inizia a sperimentare.
Il fascino e il brivido del mistero
Il tutto però con un impianto investigativo che rende Dr. Brain diversa da quel che ci si potrebbe aspettare: non si tratta di una storia di fantascienza, infatti, pur presentando alcuni elementi del genere; non si lascia andare del tutto all'horror, anche se appare molto riuscita nel costruire la tensione; né è solo un dramma character driver che affronta l'evoluzione del suo protagonista. Di base Dr. Brain, almeno a giudicare da quanto abbiamo potuto vedere in anteprima, si modella come una detective story, seppur da brivido, in cui il protagonista si adopera per andare a fondo di un mistero da risolvere. Perfetto mix di elementi diversi, la serie Apple colpisce da subito per il suo impianto visivo e la forza suggestiva delle sue immagini, ma cattura per un intreccio che si svela poco a poco e ci costringe ad accompagnare il dottor Koh nella sua indagine.
Conclusioni
Nel chiudere la recensione di Dr. Brain, non possiamo che ribadire la soddisfazione per il modo in cui Apple sta sviluppando i contenuti per la propria piattaforma streaming e per l’impatto che la serie di KIM Jee-woon ha sia dalle sue prime battute. Colpisce l’efficacia con cui l’autore mette in scena le sequenze più tese e suggestive, pur in un racconto che sviluppa il suo protagonista e si lascia andare a una struttura più propriamente investigative. Dr. Brain è una detective story da brividi che colpisce lo spettatore con la sua cura visiva e lo intrappola nei suoi meccanismi narrativi.
Perché ci piace
- La suggestiva forza delle immagini messe in scena da KIM Jee-woon.
- La capacità di sfruttare a dovere sia le potenzialità del protagonista che quelle del frutto della sua opera scientifica.
- L’equilibrio tra tensione e curiosità per l’indagine del protagonista sul dramma del suo passato.
Cosa non va
- Tempi e ritmo del racconto non sono frenetici e potrebbero scoraggiare gli spettatori meno avvezzi a questo tipo di storie, in cui l’atmosfera e la cura della messa in scena sono preponderanti.