Dirty Sexy Money: meglio ricchi o felici?

In anteprima assoluta il pilot della nuova serie-tv Dirty Sexy Money sul mondo dei miliardari e dei loro 'vizietti'. Paris Hilton docet.

Avrebbe dovuto intitolarsi The Darlings ma il titolo ufficiale ora è quanto mai eloquente: Dirty Sexy Money. Il primo giorno del Roma Fiction Fest è stato quello dei pilot inediti, ad aprire le danze l'anteprima europea dell'episodio 0 di questa nuova serie tv drammatica che andrà in onda in autunno sulla ABC. Protagonista una famiglia di miliardari, i Darling, e il loro giovane avvocato di famiglia, assunto per toglierli dai continui guai giudiziari in cui si cacciano.

Una storia di grande attualità se pensiamo alle ultime vicissitudini di Paris Hilton e al fatto che l'emittente televisiva ha noleggiato un aereo da far correre nei cieli di Hollywood e comprato intere pagine del New York Post e del Los Angeles Times per farle arrivare un messaggio: "We love Paris. The Darling Family". Non male come strategia pubblicitaria... Qualcuno dice che i soldi sono le radici di tutti i mali. Probabilmente ha ragione.

Le premesse: Nick è un avvocato di successo, un uomo la cui infanzia è trascorsa nell'ombra della famiglia Darling e di suo padre, avvocato di fiducia del vizioso clan di miliardari. Ma Nick non vuole diventare come lui, non vuole trascurare la sua famiglia per il lavoro come ha fatto lui. Ora ha una vita serena, una moglie, una figlia ed un rapporto di totale indifferenza nei confronti dell'unico genitore rimastogli dopo la morte della madre, suicidatasi quando lui era ancora un bambino. Ora è un uomo adulto con le sue convinzioni, i suoi ideali di lealtà e un immenso odio per tutti i componenti della famiglia che lo ha allontanato per sempre dall'unica persona cara che gli fosse rimasta.

Improvvisamente però suo padre muore in un incidente aereo a dir poco sospetto e a Nick sfugge anche l'ultima occasione per dimostrargli il suo affetto. Al funerale arrivano di gran carriera tutti i Darling, mettendo in scena un vero e proprio spettacolo di mondanità. Frecciatine al vetriolo e scambi di sguardi preludono all'ennesima assurdità: il capofamiglia Tripp Darling (un 'in formissima' Donald Sutherland) convoca dopo pochi giorni Nick nel suo ufficio e gli propone di prendere in fretta il posto del padre. Riparare ai vizietti di ogni componente di una delle famiglie più ricche d'America non è di certo la sua massima aspirazione e Nick rifiuta la proposta in nome della sua libertà, della verità e della famiglia. Tutti ideali che andranno a farsi friggere di fronte a 10 milioni di dollari all'anno più gli extra, un'offerta troppo alta che gli farà cambiare idea su tutto. Il suo obiettivo non è la ricchezza, ma aiutare il prossimo e cercare anche di redimere il gruppetto di esaltati che pensa di poter comprare il mondo con qualche banconota. La storia inizia a complicarsi quando, dalle indagini sulla morte del padre, Nick scopre che molto probabilmente gli eventi non sono frutto della malasorte...

Un dramma con venature grottesche, dunque, questo Dirty Sexy Money, una satira pungente sul mondo di Hollywood e su quello dorato dei vip che non sanno come sperperare il denaro, sulla vita dei figli di papà che spesso finiscono per partecipare a festini, per compromettersi con scandali sessuali, per farsi coinvolgere in partite di poker in cui ci si giocano milioni, e qualche volta addirittura in galera o in tribunale per qualche divorzio.
Una fiction moderna, eccentrica come i suoi protagonisti, un po' sopra le righe e caratterizzata da dialoghi sarcastici, talvolta spinti all'eccesso. Non un plot originalissimo, come anche gran parte dei personaggi, ma un cast di bravi attori, su tutti il protagonista Peter Krause, che riesce ad offrire comunque uno spettacolo gradevole e a tratti molti tagliente. Un plauso allo sceneggiatore che ha dato vita a Brian Darling, il personaggio interpretato da Glenn Fitzgerald, un reverendo ligio alla professione che si concede spesso scappatelle fuori dal matrimonio, che ha spesso scatti d'ira e usa un linguaggio non proprio 'consono' ad un uomo di chiesa.