Dietro le quinte di Inside Out: quando l’ansia c’è anche nella sceneggiatura

Durante una Lectio all'Università Cattolica di Milano, la sceneggiatrice Meg LeFauve ha raccontato il faticoso processo creativo di Inside Out, e le sue innumerevoli riscritture.

Joy e Ansia in uan scena di Inside Out 2

L'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha ospitato Meg LeFauve, sceneggiatrice dei due capitoli di Inside Out, per un incontro speciale dal titolo "The Long Journey to Inside Out and Inside Out 2". L'aula Pio XI, gremita di studenti e appassionati, ha fatto da cornice a un evento che ha unito riflessione, ispirazione e storytelling di altissimo livello, nell'ambito della Laurea Magistrale The Art and Industry of Narration e del Master internazionale MISP, diretti dal Professor Armando Fumagalli.

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Inside Out: una colorata immagine promozionale del film
Le emozioni di Inside Out: Rabbia, Disgusto, Joy, Paura e Tristezza

Nata in Ohio, LeFauve è una delle voci più influenti dell'animazione contemporanea. Dopo una carriera da produttrice con la Egg Pictures di Jodie Foster, ha scritto film come Il viaggio di Arlo, Captain Marvel e Il drago di mio padre, ma è con Inside Out che ha rivoluzionato il modo di raccontare il mondo interiore.

Il primo film (2015), scritto con Pete Docter e Josh Cooley, ha vinto Oscar, Golden Globe e BAFTA, incassando oltre 860 milioni di dollari. Il sequel (2024), firmato con Kelsey Mann e Dave Holstein, ha superato i 1,7 miliardi, diventando il film d'animazione con il maggior incasso dell'anno e il nono della storia.

Quando non esiste ancora un film

Quando LeFauve è entrata nel team di Inside Out, non c'era ancora una trama. "C'era una squadra enorme di circa 100 persone, ma il film non esisteva ancora", ha raccontato. C'erano solo alcune idee sparse e un'intenzione: esplorare le emozioni in modo autentico. Il suo compito è stato quello di dare struttura, verità e profondità a un concetto inizialmente astratto.

Inside Out: l'irresistibile Bing Bong
L'amico immaginario Bing Bong

Bing Bong: imparare a lasciar andare

Un momento toccante dell'incontro è stato il racconto della nascita di Bing Bong, l'amico immaginario di Riley. L'ispirazione le venne da uno psicologo di sua conoscenza, che aiutava i genitori a non reprimere le emozioni dei figli: "Non si tratta di consolare subito, ma di lasciare che i bambini vivano il proprio dolore". Bing Bong incarna proprio questo: non si può evitare il dolore, si può solo attraversarlo. Ed è così che il suo sacrificio diventa uno dei momenti più potenti del film.

Il potere della Tristezza

La chiave del progetto è stata l'idea, proposta da Pete Docter, di abbracciare la tristezza. Quando gliela confidò, LeFauve rispose: "Questa cosa cambierà il mondo". E così è stato. La lezione di Inside Out è che la tristezza non è una nemica, ma una via verso l'empatia e la connessione.

Inside Out: Riley disprezza i peperoni nella versione giapponese
Riley da piccola accanto al padre

Uno degli esempi più azzeccati per la sceneggiatrice è la scena in cui Riley dice ai genitori: "Volete che io sia felice, ma io non lo sono". In quel momento, i genitori smettono di fingere felicità e condividono con lei la propria tristezza: solo allora avviene un vero incontro.

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Dietro le quinte di una scrittura difficile

Meg LeFauve ha raccontato con grande sincerità quanto sia stato difficile scrivere questi film: un lavoro di squadra, ma anche di grande introspezione. Ha sottolineato come abbiano riscritto decine di volte la sceneggiatura, scartando intere sequenze: una festa in piscina, un talent show dove Riley cantava e suonava la chitarra, addirittura delle montagne russe emotive. Tutto eliminato per rispettare la coerenza narrativa. Molti sottovalutano, ha detto, la scena del sistema di credenze, e invece è una delle più importanti. "Se credi che tutti gli uomini mentano, cercherai conferme per quella convinzione. Le credenze costruiscono la realtà che vivi".

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Le emozioni di Inside Out 2: Imbarazzo, Ansia, Invidia ed Ennui

Ansia, invidia e le altre

Nel secondo capitolo, sono entrate in gioco nuove emozioni. L'ansia, in particolare, è stata trattata con rispetto: "Non è cattiva. Cerca solo di aiutarti." Anche l'invidia può avere una funzione: ti mostra ciò che desideri davvero. Non esistono emozioni negative: solo emozioni da ascoltare. Tra quelle prese in considerazione ma poi escluse ci sono anche la vergogna e la colpa, rappresentata come una figura che porta molti pacchi. "Una donna mi ha detto che mentre guardava il film con la figlia, parlando di Ansia, la ragazza le ha detto: 'Mi sento così tutto il tempo'. La madre non aveva idea che quello fosse il suo vissuto emotivo", ha aggiunto LeFauve.

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Una storia, tante verità

"Ogni scelta è stata vagliata con cura", ha detto. E non solo per coerenza con i personaggi, ma anche per rimanere fedeli a un mondo emotivo che fosse reale per chi guarda. Inside Out 2 è stato ancora più difficile del primo: c'erano aspettative enormi, nuovi personaggi da bilanciare, emozioni complesse da raccontare con ironia ma senza superficialità. Il viaggio nelle emozioni continuerà con un terzo capitolo, che vedrà Riley proseguire il suo percorso di crescita e ampliare lo spettro delle emozioni.