Dead Man's Wire, Gus Van Sant: "La somiglianza con la vicenda di Luigi Mangione mi ha inquietato"

Gun Van Sant e il suo cast, capitanato da Colman Domingo e Dacre Montgomery, ci svelano i segreti della nuova fatica del regista, presentata Fuori Concorso a Venezia 2025.

Un primissimo piano di Gus Van Sant

Gus Van Sant ha concretizzato uno dei progetti a cui lavorava da tempo, portando sul grande schermo una drammatica vicenda realmente accaduta, a cui non ha mancato di infondere un bel po' di humor. Dead Man's Wire è il filo attorcigliato attorno al collo di un uomo a cui viene assicurato un fucile. Se l'uomo fa una mossa sbagliata il fucile sparerà. A tenere il dito sul grilletto è Tony Kiritsis (Bill Skarsgard) che, nel 1977, fa irruzione nell'ufficio della compagnia di investimenti Meridian Mortgage Company e prende in ostaggio il figlio del presidente (Dacre Montgomery), esigendo un risarcimento e delle scuse per un investimento sbagliato.

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Il cast di Dead Man's Wire a Venezia 2025

"La sceneggiatura esisteva prima che io fossi coinvolto" ha rivelato Gus Van Sant in conferenza stampa. "Ero interessato a girare una storia nel Midwest perché è da lì che proviene la mia famiglia. Mentre vagliavo le idee mi sono imbattuto in questa storia bizzarra di eroismo fuorviante. Era una storia carica di tensione, ma anche di umorismo involontario così mi sono chiesto come mai non fosse stata ancora trasformata in un film".

Un cast incredibilmente cool

Assente giustificato Bill Skarsgard, impegnato su un set australiano, a presentare il film alla stampa assieme a Gus Van Sant intervengono le star Dacre Montgomery, Cary Elwes, il fratello Cassian Elwes, produttore del film, Colman Domingo, che interpreta uno speaker radiofonico davvero cool, e Myha'la. Sicuramente a Domingo spetta il premio per il personaggio più cool, il deejay Fred Temple. "Un giorno ero a colazione con Cary e Cassian e li sentivo parlare di questo deejay e di come trovare l'interprete giusto. Ho detto 'perché non chiamate me?'" ricorda l'attore. "In realtà il personaggio era un uomo bianco di mezza età del Midwest, ma abbiamo fatto delle modifiche. Fred Temple è basato su un vero deejay, è la voce delle persone, tutti si fidano di lui e lo vediamo riuscire a navigare questa storia incredibile e selvaggia".

Davvero complesso il ruolo di Dacre Montgomery che, nei panni di Richard Hall, passa gran parte del tempo con un fucile legato al collo. "Gus mi ha offerto il ruolo di un 55enne, ma io ho 30 anni. Abbiamo lavorato sul trucco, ma in realtà ci siamo allontanati dai personaggi coinvolti nella vicenda" spiega Montgomery, per poi aggiungere. "Ho imparato molto sul set. Sono abituato a creare una bolla in cui immergermi per trovare il personaggio, sto solo e non parlo con nessuno, ma Gus mi ha costretto a frequentare gli altri e a uscire dalla bolla per trarre ispirazione da quello che mi circondava".

Myha'la interpreta una giornalista rampante che trova il modo di sfruttare il rapimento di Richard Hall per mettersi in mostra in tv. "All'epoca in tv c'era una sola reporter nera con la voce suadente e la pettinatura alla Farrah Fawcett. Io ho detto a Gus 'mi ispirerò ad Angela Davis' E lui ha risposto 'Ok'".

Irriconoscibile Cary Elwes nei panni del ufficiale di polizia Mike Grable. L'attore ammette di aver fatto ricerche approfondite durante la sua permanenza a Indianapolis, dove sono avvenuti i fatti, anche se il film è stato girato nel gelo del Kentucky in inverno. L'attore spiega di aver incontrato i due figli del personaggio "che mi sono stati di grande aiuto. Uno dei due, Jason, fa il poliziotto come il padre. Mi hanno fornito materiale documentario, video e consigli. Ho fatto ricerche in biblioteca e poi ho fatto una passeggiata nel quartiere, anche se l'edificio dove sorgeva la Meridian Mortgage oggi non esiste più".

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Bill Skarsgard rapisce Dacre Montgomery in una drammatica scena nella prima foto di Dead Man's Wire

La (non) rivincita dei perdenti?

Tutti gli attori sono concordi nel riconoscere a Gus Van Santun metodo di lavoro molto libero. Il cineasta parte dalle fonti e dalla documentazione per poi ricreare il suo mondo e dà fiducia e libertà anche ai suoi interpreti. Ma al di là del look dei personaggi, delle auto e dei telefoni d'epoca, il suo 1977 profuma di contemporaneità, come conferma lui stesso: "Abbiamo iniziato a girare nel 2024 e ben presto ci siamo accorti degli inquietanti parallelismi con la realtà. Ad esempio, la storia di Luigi Mangione ci ha mostrato come questi fatti continuino a verificarsi ancora oggi. Il fatto di cronaca non ha influenzato la sceneggiatura, che era già pronta, ma sicuramente ci ha colpito".

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Questa non è la prima volta che il regista si cimenta nella rappresentazione di personaggi controversi, un esempio su tutti Elephant, dedicato a un massacro scolastico in stile Columbine. Nonostante la follia palese, lui si rifiuta di considerare Tony Kiritsis un perdente. "Tony è fuori di testa fin dall'inizio, è furioso, riesce a tenere sotto scacco un uomo senza dormire per tre giorni" chiarisce "ma l'empatia nei suoi confronti è inevitabile. Ti viene voglia di aiutarlo. Stessa empatia che proviamo per Richard, schiacciato dalla presenza ingombrante dell'arrogante padre (interpretato da Al Pacino). Spesso ci affrettiamo a giudicare le persone a etichettarle, ma poi ci rendiamo conto che quel comportamento dipende dal loro vissuto. Tony è uno che lotta per migliorare la sua condizione partendo dal basso, non è necessariamente un perdente".