Dodici anni dopo Seven, il film che impose all'attenzione del pubblico e della critica nonché il thirller più seminale degli ultimi decenni, David Fincher torna con Zodiac - molto applaudito a Cannes - a parlare di un serial killer, ma stavolta si tratta di un assassino realmente esistito, che terrorizzò per anni San Francisco e che non fu mai catturato.
"Ero riluttante di fronte all'idea di fare un altro serial killer movie - ha detto FIncher ai cronisti che affollavano la sala conferenze del Palais du Cinéma - e stavo lavorando ad altro quando mi imbattei nel libro di Robert Graysmith (il vignettista che partecipò all'indagine, interpratato in Zodiac da Jake Gyllenhaal, ndR). Era grandioso, perfetto, non solo ricreava il contesto storico e politico in maniera eccellente, ma era anche narrativamente molto efficace."
"Nel complesso - ha continuato Fincher - credo che il mio non sia un film su un serial killer, ma un film giornalistico, il realistico studio di un personaggio. Non è un film su una persona che ne fa a pezzi delle altre, ma è la storia della ricerca delle verità, dello sforzo che fa la mente umana nel tentativo di riordinare il caos. Il film mi ha riportato a quando avevo sette anni, e vivevo con la mia famiglia proprio nella California del nord. Mio padre faceva il giornalista e anche lui era ossessionato da questo caso quanto Graysmith, ma aveva la certezza assoluta che prima o poi la verità sarebbe venuta a galla."
"Quando lessi la sceneggiatura per la prima volta - ha detto Jake Gyllenhaal - rimasi semplicemente raggelato dalle descrizioni degli omicidi, e mi sentii trasportato nei luoghi in cui erano avvenuti quei crimini terrificanti. E poi naturalmente mi ha conquistato il mio personaggio: ammiro molto il vero Robert Graysmith, la sua forza, la sua determinazione, e mi affascina l'ossessione per la verità che l'ha portato praticamente a rovinarsi la vita."
Mark Ruffalo, che in Zodiac interpreta il detective David Toschi, uno dei "manhunter" del caso, dice di essere rimasto particolarmente impressionato dalla diligenza e dalla cautela con cui le forze dell'oridine condussero le indagini. "Credo che il profondo e cieco terrore in cui il killer gettò la popolazione e la professionalità dimostrata dalla polizia offrano un paragone interessante rispetto alla nostra situazione odierna di fronte al terrorismo. Mi fa pensare che avremmo dovuto pensarci meglio prima di andare in guerra."
"Indubbiamente - ha ribattuto il regista - ci sono analogie tra l'effetto delle minacce di Zodiac e il terrorismo dei nostri anni, ma il film non è da intendersi come commento degli eventi in questione."