Russell Hatch è un ex operativo dell'Interpol la cui vita è ormai in frantumi, segnata dall'alcolismo e dal senso di colpa. Anni addietro aveva assistito impotente alla morte di Esther, sua informatrice e al contempo amante, uccisa durante un blitz finito in tragedia. Poco prima di andarsene, la donna gli aveva strappato una promessa solenne: prendersi cura di suo figlio Jayden. Il ragazzo, ormai adolescente, non ha però alcun interesse a farsi proteggere da questo "padre acquisito" che non ha mai desiderato, preferendo frequentare i membri criminali della propria famiglia d'origine.

In Darkness of Man quando una guerra per il controllo del territorio esplode tra le gang coreane e russe di Los Angeles, Jayden finisce nel mirino dei clan avversari e viene preso "sotto l'ala protettiva" dallo zio, boss della malavita locale intenzionato a trascinarlo nel suo impero del narcotraffico. Per Russell non resta che immergersi nuovamente in quel mondo violento con il quale sperava di aver chiuso i conti per sempre, deciso a mantenere la sua promessa ad ogni costo.
Darkness of Man: un eroe nelle tenebre
Le icone action del passato si confrontano ormai da anni con il peso inesorabile del tempo, cercando di reinventarsi in ruoli che possano permettere loro di continuare a calcare lo schermo senza risultare inermi caricature. Ad alcuni riesce meglio, ad altri peggio, e Jean-Claude Van Damme è tra coloro che ha cercato di sfaccettare maggiormente il range di ruoli, passando da sfumature comiche e autoironiche come nella miniserie Jean-Claude Van Johnson (2016) a toni noir se non addirittura metacinematografici come nel mai troppo nominato JCVD - Nessuna giustizia (2008).

Certo ha preso anche parte a titoli assai poco riusciti, ma fortunatamente Darkness of Man si rivela una pellicola godibile e non soltanto esclusivamente per i fan dell'attore belga. Ci troviamo davanti ad un neo-noir dove il Nostro mette in mostra una profondità drammatica spesso sottovalutata e da lui stesso sfruttata con parsimonia, al servizio di una storia di ombre e demoni personali.
All'inferno e ritorno
Diretto da James Cullen Bressack e co-sceneggiato dallo stesso Van Damme, Darkness of Man si adagia su tinte cupe e malinconiche, dove il protagonista non è il tradizionale eroe invincibile ma un uomo spezzato dalla vita, alla ricerca di una difficile redenzione. L'approccio stilistico richiama i classici del genere, con tanto di costante voce narrante che accompagna lo spettatore attraverso le strade notturne illuminate al neon, in quella Los Angeles di periferia che fa da sfondo al racconto.

La sceneggiatura ha dei punti sicuramente affascinanti ma a tratti rischia di perdersi in un'eccessiva lentezza e in alcuni risvolti poco credili nella gestione di questa famiglia criminale, con tanto di faida tra i vari gruppi e presunti colpi di scena su figure potenzialmente insospettabili. Ma nelle sue dinamiche base la storia segue delle linee guida dal taglio relativamente classico, finale incluso.
Ciak, azione?

Le sequenze di combattimento sono ridotte al minimo e Van Damme appare in queste parzialmente e volutamente di(s)messo, conscio di una fisicità che per quanto ancora notevole per la sua età - sessant'anni suonati - non può ovviamente essere più quella di una volta. Ed ecco allora che mancano i suoi iconici calci rotanti e si fa un buon uso delle armi da fuoco, fucile da cecchino in primis, per garantire una discreta varietà action in grado di sorreggere il ritmo della narrazione.
Nel cast si notano alcuni volti noti come Kristanna Loken che interpreta Claire, l'amica/amante di Russell, e un paio di camei del tutto inaspettati. In uno troviamo la compianta Shannon Doherty, che in passato aveva già collaborato col regista, e in un unico fotogramma, intento a ordinare un panino da un chiosco, la fulminea comparsa di Eric Roberts. Compare anche la leggenda dell'action Cynthia Rothrock, in una fugace apparizione che i fan più attenti sicuramente apprezzeranno.
Conclusioni
"Jean-Claude Van Damme protagonista di un neo-noir action che intende essere un veicolo drammatico per l'attore belga, ormai nella fase crepuscolare della carriera. L'impegno è tangibile e lodevole, dando vita ad una figura tormentata e umana, e l'atmosfera, con la quasi totalità del racconto in orari notturni, sfrutta al meglio le cupe location. In Darkness of Man le scene di combattimento sono limitate dal punto di vista fisico e marziale, con le armi da fuoco a giocare un ruolo importante, in una trama che se non racconta sicuramente nulla di nuovo, almeno si rivela solida quanto basta nelle sue dinamiche di genere."
Perché ci piace
- Jean-Claude Van Damme offre una prova solida e convincente dal punto di vista drammatico.
- Atmosfere noir e crepuscolari.
Cosa non va
- Chi si aspetta un film ricco d'azione, potrebbe restare parzialmente deluso.