Potrebbe essere fuorviante raccontare Dante la Commedia Divina solo attraverso l'occhio del documentario. Divincolandosi dal genere, quella diretta da Roberta Borgonovo è un'opera vibrante che, mescolando più linguaggi, prova a illuminare la grandezza del Sommo Poeta attraverso la lettura della Divina Commedia. Un approccio artistico, scientifico ed emotivo - a volte sovraccarico - che in un lasso di tempo limitato (novanta minuti circa) cuce i tre atti dell'opera di Alighieri restituendola al pubblico con purezza, trasporto e vigore. Nel farlo, le parole sono affidate all'attore, regista e saggista Franco Ricordi, da sempre legato agli ideali danteschi: prima con la rassegna Dante per Roma, poi portando Dante in giro per l'Europa e nel mondo, e successivamente con una rassegna alle Terme di Caracalla.
Uno studio preciso e meticoloso quello di Ricordi, a cui viene totalmente affidata la recitazione e la conseguente interpretazione filosofica di alcuni dei più famosi Canti della Divina Commedia. Dalla Selva Oscura al Conte Ugolino e Paolo e Francesca, dagli ignavi ai passi di Virgilio, fino agli invidiosi - che muovono l'odio del mondo - e alla figura di Beatrice, saldamente legata al concetto di amore. Tanto che, superando la distribuzione cinematografica, Dante la Commedia Divina si presta come perfetto documento da far vedere nelle scuole di ogni grado, in modo tale che il cinema possa diventare un valido formato d'istruzione e conoscenza.
Un film, diversi linguaggi
Quello che fanno Borgonovo e Ricordi, infatti, è un viaggio dalla doppia valenza: c'è il percorso oggettivo e quello soggettivo, rivolto direttamente a chi guarda il film. Il viaggio, si sa, è alla base della Commedia (sapevate che l'aggettivo "Divina" è stato aggiunto da Boccaccio, quando curò un'edizione manoscritta?), e qui si alternano diverse location: il Duomo di Firenze, il Museo dell'Opera, la Certosa e il suggestivo Teatro del Silenzio di Lajatico. In questo caso, enfatizzando (un po' troppo) il tutto, la messa in scena della regista gioca con la luce e con le parole, provando per immagini a mettere in moto le infinite moltitudini di Dante e dei suoi scritti.
Un esempio è il vento, scelto per delineare il canto di Paolo e Francesca, mischiando scenografia a sceneggiatura. Ecco, Dante la Commedia Divina, dall'inizio alla fine, è una continua fusione di linguaggi, di stili, di atmosfere. Quelle atmosfere che cambiano e si fanno via via più leggere, dall'Inferno al Purgatorio finendo al Paradiso. Uno studio accurato, poi, ha fatto il resto: sono stati coinvolti, fin dalla pre-produzione, esperti e studiosi di Dante, in modo tale che ogni passaggio sia il più possibile autentico e, appunto, documentaristico.
Impatto e pedagogia
Ripetiamo però che aggettivare il film solo come documentario può essere un errore, proprio perché molti aspetti sono lasciati fluire dall'enfasi e dal trasporto che dà voce alla rabbia, al dolore, alla meraviglia della Divina Commedia, il peccato e la redenzione. Dall'altra parte, è interessante il punto di vista femminile di Roberta Borgonovo, che riallaccia le sfumature dell'Opera nei confronti di Beatrice e dell'amore, veri e unici scopi inseguiti da Dante Alighieri. Del resto, come scrisse Dante, l'amore è la forza dominatrice che muove (e smuove) le coscienze e lo spirito umano, anche lì dove sembra esserci il predominio dell'odio e dell'invidia.
Senza nasconderlo mai, e lasciando che sia Franco Ricordi a prenderlo per mano, l'elemento empatico ed emozionale è rintracciabile ovunque nel film, al netto di eccessive sottolineature e forzature interpretative che potrebbero incrinare le stesse sperimentazioni linguistiche. Una cosa, però, è certa: se c'è una sincera passione dietro l'operazione prodotta da Magnitudo Film, quella la si deve al forte credo cinematografico di Roberta Borgonovo e di Franco Ricordi, capaci di comporre un film d'impatto, dal valore simbolico e pedagogico.
Conclusioni
Concludendo la recensione di Dante la Commedia Divina rimarchiamo quanto il docufilm sia sospinto da uno spassionato amore per Dante Alighieri, raccontando con trasporto (forse un po' troppo) la sua visione poetica e il suo forte legame con l'amore, l'odio, il perdono, il peccato. Perfetto per una visione anche pedagogica.
Perché ci piace
- La Divina Commedia!
- La sincera passione.
- Un documentario multiforme...
Cosa non va
- ... ma alcune forme risultano eccessive e sovraccariche.