Daldry, Winslet e Fiennes presentano The Reader a Berlino

Dopo l'applaudita proiezione stampa berlinese, un incontro a cui sono presenti anche lo sceneggiatore David Hare e l'autore del romanzo da cui è tratta la pellicola, Bernhard Schlink.

Tra i film più attesi di questa Berlinale numero 59 c'è certamente The Reader di Stephen Daldry, un dramma ambientato nella Germania postbellica con protagonisti il giovanissimo e bravo David Kross e la splendida e camaleontica Kate Winslet. I due attori sono intervenuti alla conferenza stampa che ha fatto seguito ad un'affollata e applaudita conferenza stampa; con loro anche Ralph Fiennes, il regista Daldry, lo sceneggiatore David Hare e l'autore del romanzo ispiratore, Bernhard Schlink.
Oltre ai "locali", a conquistare la luce dei riflettori è soprattutto la Winslet, appena insignita della sua sesta nomination all'Oscar proprio per il suo ruolo in The Reader - candidato complessivamente a cinque statuette, tra cui quella per il miglior film e quella per la migliore regia.

Mrs. Winslet, il suo è un ruolo complessso, Hanna è una donna in cui il senso di vergogna sembra prevalere su tutto il resto. Come ha lavorato su questo aspetto?

Kate Winslet: Questo ruolo è stato un'esperienza complicata, verso il quale sentivo una grande responsabilità. E' una donna che ha una grande dignità, prova vergogna per la sua condizione di analfabeta ma, con il tempo, durante il processo (e anche dopo) impara molto sulla sua colpa, perchè imparando a leggere, ne comprende anche la misura. Non volevo umanizzarla ad ogni costo, ma volevo ritrarre una donna che è capace anche di amore e tenerezza oltre che di un certo coraggio, nel momento in cui affronta la sua condanna.

Per lei è stato difficile girare scene d'amore con un ragazzo molto più giovane?

Kate Winslet: Non è stato affatto difficile. David ha diciotto anni ma è già un vero professionista. Certo in alcune cose io l'ho guidato sul set, ma erano scene molto importanti per il film e alla fine ci siamo anche fatti una risata.

Come ha lavorato al suo ruolo, a livello di documentazione?

Kate Winslet: All'inizio sapevo molto poco sulle guardie delle SS, per cui mi sono procurata il materiale disponibile e ho iniziato a studiarlo. Ma è sull'analfabetismo che ho fatto il lavoro più cospicuo, oltre che sull'accento tedesco!

Lei è apparsa senza veli in molte pellicole. Che effetto le fa?

Kate Winslet: Non che mi piaccia particolarmente, ma fa parte del mio lavoro. Per un caso, avevo letto il romanzo sei anni prima di iniziare a girare il film e lo avevo trovato splendido. Sapevo quindi quanto fosse importante l'intimità tra i due personaggi, l'impatto che ha sul resto della loro vita. Era fondamentale raccontarla nel film.

Non le dispiace il fatto che, con tutto lo spessore e la profondità delle sue performance, sui media si spenda tanto tempo a celebrare la sua nudità?

Kate Winslet: E' una cosa che dobbiamo accettare, non ha senso lasciarsi andare alla frustrazione per queste cose, altrimenti in questo ambiente saremmo costantemente ad arrabbiarci con la condizione di celebrities. Io non leggo niente. In casa non abbiamo riviste, non leggo le mie interviste e non leggo recensioni dei film che faccio. Credo di avere una grande passione per il mio lavoro, mi basta questo e non mi interessa leggere quello che si dice di me.

Come si è trovata a lavorare con Daldry rispetto che con suo marito Sam Mendes, che l'ha diretta in Revolutionary Road?

Kate Winslet: Non amo affatto paragonare i registi tra di loro, ognuno ha la sua tecnica e la sua visione personale. Tra Sam e Stephen Daldry però c'è indubbiamente un'analogia, ed è il background teatrale, quindi l'affinità e l'amore per la compagnia degli atttori. Daldry è riuscito a creare un'atmosfera che è quella che tutti noi sognamo: è riuscito a far sentire tutti, cast e troupe, ugualmente importanti, e a rendere tutti creativamente propositivi.

Mr. Fiennes, come ha gestito il suo personaggio, un uomo che non riesce a comunicare più con la donna che ama?

Ralph Fiennes: Michael è vittima di un trauma, ma non riesce a dissociarsi dal contatto fisico che ha avuto con Hanna né riesce a proseguire il loro amore se non attraverso uno dei modi in cui si era manifestato, ovvero leggendo per lei. Non vuole perderla ma è profondamente in conflitto perché non può riconciliarsi con quello che lei ha fatto.

E' stato difficile calarsi in questo ruolo?

Ralph Fiennes: Non più di quanto non lo sia calarsi in qualunque ruolo. Interpretando Michael da adulto, avevo il vantaggio di avere presente tutta la sua esperienza precedente, tutto il suo vissuto. E' su queste basi che ho iniziato a lavorare con Daldry e Hare.

Stephen Daldry e David Hare, come mai avete scelto di fare avanzare parallelamente la narrazione su diversi piani temporali?

David Hare: La storia non è semplicemente un elenco cronologico di eventi: il suo soggetto sono gli effetti di questi eventi, le loro ripercussioni. Dovevamo muoverci nel tempo per poter spiegare la profondità di questi effetti nella vita dei personaggi.

Stephen Daldry: Il romanzo è narrato in prima persona; non potendo fare la stessa cosa, dovevamo trovare un metodo equivalente e questo modello ci sembrava il più efficace.

Daldry, il suo è uno tra tanti film sull'Olocausto?

Stephen Daldry: Per me The Reader non è un film sull'Olocausto, è un film sulla Germania Occidentale dopo la guerra e l'elaborazione dei fatti accaduti durante il conflitto. Inoltre ci sono molti film che raccontano questi fatto dal punto di vista delle vittime, pochi che lo fanno da quello degli oppressori.