Non possiamo che aprire questa nostra recensione di Cursed, la nuova serie fantasy appena arrivata su Netflix, con un breve passo indietro sulle sue origini. La serie è tratta da un romanzo illustrato nato dalla collaborazione tra l'autore e sceneggiatore televisivo Tom Wheeler con il famoso fumettista Frank Miller (300, Sin City) che, insieme, danno vita a un retelling del Ciclo Arturiano piuttosto originale, interamente narrato dal punto di vista di quella che diventerà poi la Dama del Lago, Nimue. Il legame con il materiale originale è reso evidente durante tutto il corso della serie, molto spesso, infatti, tra una scena e l'altra vengono inserite delle animazioni che ricordano le illustrazioni che complementano il libro.
Sebbene, come il romanzo su cui si basa, sia pensata per un target piuttosto giovane, questa trasposizione televisiva potrebbe comunque catturare un pubblico più ampio, soprattutto per il genere di temi trattati: l'orrore dell'assolutismo religioso, la cieca insensatezza della guerra e la drammatica distruzione della natura e dei suoi abitanti, danno il via ad una narrazione che utilizza personaggi ben conosciuti del mito arturiano - tra cui proprio Artù, ma anche Morgana, Merlino, Gawain e tanti altri - per affrontare argomenti sempre, purtroppo, estremamente attuali. Anche il livello di violenza che viene messo in scena, a tratti molto esplicita, discosta Cursed dai prodotti generalmente destinati a spettatori adolescenti, rendendo questa serie quasi un unicum nel panorama degli show di questo tipo, pur ricordandoci, al tempo stesso, altre serie dello stesso genere disponibili nel catalogo del colosso dello streaming (la recente The Witcher in primis).
L'orrore degli estremismi religiosi in un universo fantasy
Al centro della storia troviamo la giovane Nimue (Katherine Langford), figlia di un'importante guaritrice di un villaggio di Fey - le creature fatate del folklore europeo -, che è però dotata di oscuri poteri, cosa che la fa guardare con diffidenza dagli abitanti della sua stessa comunità. La vita di Nimue cambia radicalmente quando i Paladini Rossi, un gruppo di violenti esponenti della Chiesa che vorrebbero sterminare tutte le razze Fey, raggiungono il villaggio dove vive, uccidendo sua madre Lenore (Catherine Walker). Subito prima di morire, la donna farà in tempo a consegnare alla figlia una spada, con l'ordine di portarla a Merlino (Gustaf Skarsgård), il mitico druido delle leggende ora consigliere di Uther Pendragon (Sebastian Armesto), il debole e manipolabile Re d'Inghilterra. Nel sua ricerca del mago, che presto si trasformerà in un viaggio alla scoperta di sé stessa, Nimue incontrerà nuovi amici e compagni d'avventura, tra cui il mercenario Artù (Devon Terrell) e sua sorella Morgana (Shalom Brune-Franklin), preziosi alleati nella lotta contro la crudeltà della Chiesa, guerra in cui presto, grazie al potere della spada di cui è entrata in possesso, la vedrà erigersi a nuova paladina della sua gente.
Gli orrori causati dagli estremismi religiosi sono, come vi anticipavamo, tra i temi principali della serie: Cursed, portando il mito arturiano in territorio più propriamente fantasy, racconta il passaggio epocale tra paganesimo e cattolicesimo (con incursioni veloci anche in quello che è stato, precedentemente, l'impatto dell'impero romano sulle popolazioni celtiche), momento storico di una portata devastante. I Fey diventano simbolo di quei popoli le cui credenze sono state spazzate via dall'arrivo, devastante e riformatore, della Chiesa di Roma. Peccato in questo senso, però, che il cristianesimo sia visto come un assoluto negativo, i Fey e le antiche religioni celtiche, invece, come qualcosa di quasi completamente positivo: questo, purtroppo, appiattisce parecchio i villain della storia, i Paladini Rossi e il loro capo, Padre Carden (Peter Mullan), che rappresentano un Male senza sfumature, assetati di potere e pronti a tutto per distruggere chi è diverso da loro. Questo può anche avere senso, visto come Cursed sia completamente narrato dalla prospettiva di una rappresentante del mondo Fey, ma rischia, con il procedere degli episodi, di rendere la storia un po' meno accattivante.
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Un mondo magico che andava sviluppato con più attenzione
Trasportare i personaggi del mito arturiano in un contesto più spiccatamente fantasy è un buon punto di partenza per un retelling di questo tipo, ma a mancare, a nostro parere, è il giusto approfondimento del mondo magico che fa da impalcatura alla storia. I poteri dei vari personaggi - soprattutto quelli della protagonista - non seguono regole ben definite se non quella di essere legati alla natura e alle forze oscure che ne hanno il controllo; alcuni dei Fey, inoltre, sembrano differenziarsi dagli esseri umani solo per l'aspetto fisico (alcuni di loro hanno corna da cervo o pelle di serpente), altri, invece, non dimostrano di avere alcun tipo di dono magici, come Pym, l'amica di Nimue cresciuta nella sua stessa comunità.
Anche sul ruolo delle popolazioni vichinghe nella storia ci si doveva, a nostro parere, soffermare un po' di più: la sottotrama di re Cumber resta piuttosto abbozzata durante tutto il corso della serie, non ci è chiaro per esempio per quale ragione abbia legami di sangue con il trono inglese e perché possa reclamare la corona come sua. Forse questa storyline in particolare poteva semplicemente essere messa da parte, rendendo così il tutto più scorrevole, ci chiediamo però se non sia stata introdotta in funzione di una possibile seconda stagione.
Personaggi ben caratterizzati ma villain che non convincono
Durante questa prima stagione di Cursed ci vengono introdotti numerosissimi personaggi: dai membri del mondo Fey ai Paladini Rossi e al Monaco Piangente (Daniel Sharman, I Medici); da Artù e Morgana ai membri della corte inglese e di quella vichinga. Ovviamente molti di loro ci vengono presentati solo superficialmente, non essendoci il tempo per scoprirli ed approfondirli più nel dettaglio. I personaggi principali, che nel corso degli episodi, oltre a Nimue, scopriamo essere Artù, Morgana e Merlino, risultano comunque ben caratterizzati. Oltre alla protagonista, interpretata da una Katherine Langford (Tredici) piuttosto convincente nella parte, abbiamo molto apprezzato Gustaf Skarsgård nel ruolo del famoso mago, e speriamo che, nel caso la serie prosegua, gli venga dato ancora più spazio all'interno della storia. Come dicevamo, tra i personaggi meno convincenti di Cursed ci sono proprio i villain: Padre Carden e Sorella Iris (Emily Coates), in particolare, sono guidati da un odio cieco apparentemente senza motivazioni e sfumature, e per questo risultano, a lungo andare, sempre meno accattivanti.
Un finale aperto a una seconda stagione
Trattandosi di una storia destinata a un pubblico giovane, i cliché tipici delle storie di genere Young Adult sono senza dubbio presenti (come il solito triangolo amoroso, che fortunatamente qui viene solo accennato e non particolarmente sviluppato), ma non al punto da demotivare nella visione chi non appartiene al target di riferimento.
Visto il finale assolutamente aperto ci viene naturale immaginare che sia in programma per Cursed una seconda stagione, che non si baserà più, però, sul materiale scritto da Miller e Wheeler, che per ora si sono fermati ad un solo romanzo. Siamo sicuri che in una nuova tranche di episodi ci si potrebbe prendere il giusto tempo per sviluppare tutti quei personaggi, come ad esempio Sorella Iris di Emily Coates, e quelle storyline che per ora ci sono sembrate solo abbozzate e che, invece, potrebbero riservarci molte sorprese.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di Cursed, il retelling del Ciclo Arturiano dal punto di vista della futura Dama del Lago, sottolineando come questa serie possa catturare anche chi non appartiene più al target a cui è direttamente destinata, ossia gli adolescenti. I cliché del genere ci sono, ma la storia è interessante e racconta temi sempre attuali. Tra i personaggi sono ben caratterizzati quelli principali, i villain, invece, per risultare accattivanti avrebbero meritato un maggiore spessore.
Perché ci piace
- I temi sempre attuali al centro della serie: l’orrore dell’assolutismo religioso, la cieca insensatezza della guerra e la drammatica distruzione della natura e dei suoi abitanti.
- I personaggi principali sono ben caratterizzati, in particolare abbiamo apprezzato Merlino di Gustaf Skarsgård.
- La serie può piacere anche a chi non appartiene al target a cui è più direttamente destinata, quello dei giovani adulti.
Cosa non va
- I villain meritavano decisamente maggiore spessore.
- Alcune storyline, come quella di Re Cumber, risultano solo abbozzate.
- Il mondo magico che fa da impalcatura alla storia andava approfondito di più.