Crunchyroll e Netflix: l'egemonia indiscussa delle due piattaforme in ambito di anime

Il settore degli anime in streaming è in continua ascesa in tutto il mondo e a dominare la scena troviamo due realtà: Netflix e, soprattutto, Crunchyroll.

Un artwork di Solo Leveling

Spesso, parlando di Sony, si dice che la compagnia è sostanzialmente l'unica major di Hollywood a non avere un servizio streaming di proprietà da porre in competizione con Netflix. Effettivamente la major è fortemente votata al puro discorso del theatrical e preferisce attuare di volta in volta degli accordi con i vari player del settore per stabilire quale di questi debba avere la prima finestra di sfruttamento streaming e quale la seconda dei vari lungometraggi prodotti. Accordi che, peraltro, possono anche variare da un lato all'altro dell'Atlantico.

Img 6719
Solo Leveling

Eppure non è del tutto corretto affermare che Sony sia del tutto aliena al mercato dello streaming. Ha semmai scelto di operare in segmento a parte che già ora è decisamente remunerativo e, stando alle proiezioni, pare destinato a diventare sempre più redditizio. Quello degli anime in streaming tramite Crunchyroll, piattaforma che Sony, con estrema lungimiranza, ha acquisito da Warner per poco più di un miliardo di dollari, 1,175 per l'esattezza, a dicembre del 2020. Perché la "next big thing" in realtà si è già palesata e lo ha fatto sotto forma di - per citare un noto brano degli Elio e le storie tese - cartoni animati giapponesi.

Dal Giappone (e non solo) con furore

Big in Japan cantavano i tedeschi Alphaville nel 1984. E, nonostante mercati come quello italiano e francese siano da sempre molto legati a certe produzioni provenienti dall'arcipelago nipponico, è vero che anime e manga sono stati a lungo una nicchia che, in Occidente, non vantava la stessa popolarità e penetrazione di mercato che avevano nella loro terra d'origine. Poi, qualche anno fa, c'è stata un'inversione di tendenza e l'innescarsi di un trend che è stato poi corroborato dalle evidenze numeriche. Giusto qualche settimana fa, vi spiegavamo di come, a livello di pirateria online, ci sia stata una drastica crescita di traffico di manga piratati.

Meno Hollywood e più manga: come è cambiato il traffico online di materiale piratato Meno Hollywood e più manga: come è cambiato il traffico online di materiale piratato

L'innalzamento della percentuale è stato pari al 56%, venti punti percentuali in più rispetto a quello dei media tradizionalmente vittime del settore (serie TV e film). E comunque, pure in ambito di classifica delle dieci serie TV più piratate nel corso del 2024, solo due produzioni live action occidentali, House of the Dragon e The Boys, rispondono all'appello. Tutte le altre posizioni sono occupate da anime.

Mha
My Hero Academia

Sottolineavamo anche come, malgrado i tanti proclami a base di "stiamo perdendo un sacco di soldi" la pirateria sia, in realtà, un ottima fase di testing per capire se ci sia un mercato su cui puntare o delle specifiche aree geografiche interessate a una data cosa. Sono come dei sondaggi d'opinione su scala globale. E la realtà dei fatti oggi, che si nota anche di più in un momento in cui i fumetti occidentali della Marvel e della DC e tutti i progetto crossmediali collegati a essi vengono accolti in modo sempre più tiepido, è che sono i manga e gli anime i grandi catalizzatori dell'interesse del pubblico.

Nessuno come Crunchyroll e Netflix

Non stupisce quindi che tutti i colossi del settore abbiano deciso di cominciare a spingere di più in quanto ad anime. Attualmente però, proprio Crunchyroll e Netflix guardano tutti da una posizione di assoluto dominio. Secondo un report della società di ricerca di Wall Street Bernstein citato sulle pagine di Variety, i due servizi di streaming in abbonamento controllano insieme oltre l'80% del mercato dello streaming internazionale di anime. Il mercato, nel 2023, ha raggiunto un valore di 3,7 miliardi di dollari, secondo l'analisi di Bernstein. Nello specifico, Netflix detiene il 42%, Crunchyroll il 40 e le restanti briciole sono suddivise fra le varie altre realtà del settore.

Nulla di particolarmente sorprendente per chi bazzica Crunchyroll da un po'. Il suo modello di business si basa soprattutto sulla tempestività del portare gli anime agli utenti occidentali poco la messa in onda dei vari episodi in Giappone. Il servizio conta circa 120 milioni di utilizzatori in giro per il mondo e, di questi, più del 10%, 15 milioni (nel 2021 erano 5), hanno un abbonamento attivo (la piattaforma permette anche di vedere gratuitamente con inserzioni pubblicitarie buona parte del suo catalogo). Considerato che il passaggio da 5 a 15 milioni di subscriber è avvenuto in quel lasso di tempo in cui le restrizioni della pandemia sono cominciate a venir meno, si tratta di un risultato anche più emblematico.

La sfida con Netflix. Che non è una vera sfida

Il catalogo di Netflix esce con le ossa rotte dal confronto con quello proposto dalla piattaforma Sony. Ed è logico che sia così dato che quella di Los Gatos non è una strategia basata interamente su quella tipologia, ma anche su quella. Prendendo in esame gli Stati Uniti, Parrot Analytics indica la presenza di 240 titoli anime su Netflix e 1800 su Crunchyroll. Ma per la compagnia americana, ampliare la proposta di cartoni animati giapponesi è di fondamentale importanza proprio per penetrare maggiormente in Giappone dove, stando alle stime riportate nuovamente da Bernstein, solo il 20% delle abitazioni raggiunte dalla banda larga ha un abbonamento attivo a Netflix.

One Piece 06
Gli anime dominano Netflix anche tradotti in live action: il caso One Piece

Però è al mercato globale e alle sue incredibili possibilità di crescita che entrambe le compagnie guardano in una posizione che, peraltro, non è neanche di vera e propria competizione. Netflix non può competere con Crunchyroll e il suo essere interamente votata e dedicata a questo settore. Quest'ultima, fra l'altro, cede spesso a Netflix la licenza di sfruttamento di alcune sue proprietà. In un'intervista a Variety risalente alo scorso anno, il presidente di Crunchyroll Rahul Purini spiegava infatti che: "Crediamo che sia effettivamente positivo per gli anime e per la community anime che servizi come Netflix offrano alcuni titoli e introducano gli anime a nuovi fan. Sappiamo che i nostri fan sono lì, e se riusciamo a farli appassionare a una serie o agli anime in generale, alcuni di loro verranno poi su Crunchyroll". Insomma, più che una gara, un rapporto di reciproco scambio e beneficio.

Suzume, la recensione: Il nuovo film di Makoto Shinkai colpisce direttamente al cuore Suzume, la recensione: Il nuovo film di Makoto Shinkai colpisce direttamente al cuore

Il tutto mentre Crunchyroll, stando alle previsioni, si appresta a generare il 40% del profitto operativo di Sony Pictures nei prossimi due anni dopo aver registrato un margine di profitto stimato dell'8% nel terzo trimestre del 2024. Entro il 2027 è previsto il raddoppio.