Courmayeur 2011: Vinicio Marchioni e Carolina Crescentini a confronto

Quattro chiacchiere sul cinema italiano e sul mestiere dell'attore con i due giovani interpreti di 20 sigarette, che in questi giorni condividono gli oneri e gli onori del mestiere di giurato.

Il cinema li ha uniti in 20 sigarette, una delle pellicole italiane più interessanti della passata stagione cinematografica. Adesso Carolina Crescentini e Vinicio Marchioni tornano a collaborare fianco a fianco in una veste inedita, quella di giurati del 21° Courmayeur Noir in Festival. Tra una nevicata e una cioccolata calda li incontriamo nel confortevole hotel alpino in cui alloggiano e dove si consultano con gli altri giurati per decidere quale noir o thriller avrà la meglio in questa edizione. Quando si parla di noir, Vinicio Marchioni si sente subito a casa. Dopo aver interpretato il Freddo in Romanzo criminale - La serie, ruolo che gli ha donato la popolarità, è uno dei giovani attori italiani più richiesti anche se si cruccia del fatto che i produttori gli offrano solo ruoli da cattivo. "Mentre camminavo per Roma è capitato che mi fermassero dei ragazzini in motorino rivolgendosi a me come se fossi veramente il Freddo. I produttori mi chiamano per propormi ruoli da criminale, ma io vorrei anche fare delle commedie". Un'opportunità di mostrare le sue doti brillanti gli è stata offerta da Francesco Bruni che, per il suo esordio da regista, il divertente Scialla! (Stai sereno), gli ha cucito addosso l'irresistibile ruolo di uno spacciatore di droga amante dell'arte e della cultura. Ora attendiamo di vedere Vinicio al suo esordio internazionale con Nero Fiddled. Come nel caso degli altri interpreti italiani, Marchioni è stato scelto da Woody Allen grazie a un provino via Internet, ma sul suo ruolo, come sul resto del film, vige per il momento il massimo riserbo. Non è più un mistero, invece, il suo prossimo progetto, una lunga tournée teatrale in cui si misurerà con uno dei ruoli più affascinanti e complessi per un attore, quello di Stanley Kowalski in Un tram che si chiama desiderio. Il debutto è previsto per il 16 febbraio al Teatro Storchi di Modena.

Di Carolina Crescentini non deve ingannarci l'aspetto. L'attrice, esile e biondissima, sfodera grinta e determinazione quando parla della carriera che si sta costruendo con fatica scartando le proposte troppo commerciali per privilegiare lavori più interessanti e coraggiosi. Dopo L'industriale, cupo noir economico di Giuliano Montaldo che affronta la crisi economica dal punto di vista dell'alta borghesia imprenditoriale e che uscirà in sala nei primi mesi del 2012, Carolina ha ultimato la lavorazione di Ti amo troppo per dirtelo, commedia contemporanea, sofisticata e brillante diretta da Marco Ponti e interpretata da Francesco Scianna, Jasmine Trinca e Fabio Troiano dove Carolina interpreta l'altra donna, l'amante del protagonista. Prossimamente la vedremo in Breve storia di lunghi tradimenti, pellicola on the road tratta dal romanzo di Tullio Avoledo ambientata in Italia, a Londra, Colombia e Bolivia. Un esperimento interessante e surreale in perfetto Davide Marengo-style.

I vostri percorsi attoriali vi hanno visti insieme in 20 sigarette, una pellicola coraggiosa perché affronta un tema delicato come la guerra in Iraq. Si potrebbe parlare di cinema schierato, di impegno politico. Anche L'industriale è un film che tenta di dire qualcosa sul presente affrontando la crisi finanziaria da un punto di vista inedito. Quando scegliete i copioni vi ponete il problema della ricezione del vostro film o delle polemiche che nasceranno a seguito della visione?

Carolina Crescentini: 20 sigarette è un film onesto e leggendo il copione era impossibile non aver voglia di farne parte. Per quanto riguarda i film d'impegno politico noi ci proviamo a fare un certo cinema. Io sono cresciuta con film importanti,. Che fanno riflettere e vorrei fare lo stesso tipo di cinema che per me è stato importante. Ovviamente sono i produttori a scegliere in primis perciò aspettiamo che ci vengano offerti ruoli di questi tipo. Giuliano Montaldo sogna che le persone si mettano a litigare fuori dalla sala ed è molto soddisfatto perché sa questa cosa è successa a Roma dopo l'anteprima de L'industriale.
Vinicio Marchioni: Per un attore fare un certo tipo di film è una fortuna e quando fai questo mestiere sei consapevole che un film va anche promosso, va seguito in tutte le sue fasi. Un film non si fa solo per soldi, ma anche per portare avanti un'idea. Purtroppo l'Italia vive di pregiudizi. Si applaude l'attore straniero che passa da un blockbuster a un film impegnato, ma se lo fa un italiano viene subito bollato. Gli viene incollata un'etichetta e poi per anni continuano a offrirgli lo stesso ruolo.

Come uscire da questo sistema? Vinicio Marchioni: A me piacerebbe anche occuparmi di produzione e distribuzione. Questo è l'unico modo per cambiare le cose e tentare di risolvere i problemi che affliggono il nostro cinema.

Un'altro di questi problemi è la censura. Vi sono temi di cui al cinema non si può parlare. Carolina Crescentini: La censura è qualcosa con cui devono fare i conti tutti, anche i grandi autori come Montaldo che si è trovato più volte a dover modificare il suo film per evitare problemi. Più della censura a me fa arrabbiare molto l'autocensura perché spesso sono proprio gli autori a limitarsi perchè sanno già che o non troveranno i soldi per fare un film o non troveranno un pubblico.
Vinicio Marchioni: Ti faccio un esempio. In questo momento tutti i produttori italiani vanno alla ricerca di commedie. Se gli proponi un noir ti guardano in modo strano e storcono il naso. In questo festival stiamo vedendo un sacco di film internazionali di assoluta libertà. Uno diverso dall'altro.

Secondo voi a determinare problematiche economiche di questo tipo sono anche la pirateria e la diffusione di una maggiore offerta televisiva? Carolina Crescentini: L'importante è dare al pubblico la possibilità di scegliere. I prodotti cinematografici visti su un computer o su un televisione non sono più tali. In quel caso ci dobbiamo dimenticare il sonoro, la fotografia, tutto il lavoro fatto dai professionisti che lavorano a un film. La drammaturgia del cinema è strutturata unicamente per la sala cinematografica. Per aiutare il cinema servirebbero leggi per proteggere le opere prime e in film d'arte. Per esempio ci vorrebbe una legislazione che imponesse ai produttori dei cinepanettoni di reinvestire una percentuale dell'incasso in opere d'interesse culturale.

Vinicio, ci hai detto che i produttori ormai ti offrono soprattutto ruoli da cattivo. Per questo hai deciso di fare scelte diverse dedicandoti al teatro? Vinicio Marchioni: Io non ho paura di restare ingabbiato in un ruolo perché un attore ha un'arma a sua disposizione: può dire di no. Io non tornerò a fare un nuovo Romanzo Criminale perchè mi interessa fare anche altro. Comunque la stessa cosa vale per il teatro. Non per forza chi lo fa è un bravo attore. Ci sono attori che fanno solo teatro e sono dei cani. E' necessario saper scegliere. Il nostro è un mestiere antichissimo e mi piace portargli rispetto. Adesso parlo così, poi magari tra due anni girerò un cinepanettone con Boldi e voi mi tirerete addosso i computer.
Carolina Crescentini: Purtroppo non possiamo dimenticarci che anche gli attori, se non incassano, non possono scegliere.