C'è una nuova investigatrice in tv. Si tratta di Costanza Macallè, nata tra le pagine dei romanzi di Alessia Gazzola (che già aveva fatto nascere L'Allieva divenuta un successo Rai) e che ora ha anche un adattamento televisivo, Questione di Costanza, in quattro serate su Rai1 a partire dal 30 marzo. Abbiamo incontrato l'interprete scelta per portarla sullo schermo, ovvero Miriam Dalmazio, già vista in varie fiction e che ora si appresta ad averne una tutta sua, finalmente da protagonista.
Costanza: sogno o son Bones?

La peculiarità della protagonista? Studia le ossa per risolvere i casi che le si presentano davanti. Una similitudine immediata, per gli affezionati della serialità, non può che sovvenire con Bones, il procedurale con protagonista Emily Deschanel tratto a sua volta dai romanzi di Kathy Reichs, antropologa forense come il suo alter ego. Anche Temperance Brennan studiava le ossa. Questa nuova detective è invece una paleopatologa e se ne discosta, dato che Bones era asociale e poco incline alla maternità (almeno inizialmente).

Dice Dalmazio: "Non so se la renda diversa dagli altri detective televisivi, ma mi ha colpito proprio il fatto che non sia una ricercatrice e scienziata fredda. Anzi è piena d'amore. La stessa quantità di passione che dà alla figlia Flora, la sua ragione di vita, la mette anche nel suo lavoro. È grazie anche al suo istinto femminile che scopre determinati elementi sull'indagine storica. È una scienziata calorosa, si porta il lavoro a casa, si lascia coinvolgere, empatizza con una donna vissuta 800 anni prima. Questo è abbastanza unico credo".
Alla scoperta di un mestiere nella serie Rai

La paleopatologia studia le malattie partendo direttamente dai resti umani del passato, siano essi scheletrici o mummificati. Come ci si prepara ad un ruolo particolare come questo? Sorride l'attrice, dal viso dolce e solare: "Assolutamente no, non sapevo cosa fosse prima d approcciarmi al ruolo, quindi sono andata a cercarla sul dizionario (ride). Il primo istinto è stato quello di bombardare di domande Alessia Gazzola, tartassarla di quesiti perché si tratta del suo mondo. Lei è un'anatomo-patologa in realtà ma è comunque l'universo che ha scritto".

Continua Miriam Dalmazio: "In realtà per il mestiere ho dovuto lavorare molto di fantasia, anche di sostituzione, capire cosa rappresentassero per me quelle ossa. Sono ciò che per me è la recitazione: qualcosa che dura nel tempo per sempre, è un fotogramma della società in quel determinato momento. Non mi sono messa a studiare paleopatologia sicuramente (ride) però è interessante perché tutti i termini tecnici e le nozioni scientifiche che dovevo imparare, poi andavo a cercarmele ed erano sempre molto affascinanti. Scoprire che cos'è una deposizione primaria, un callo osseo, capire se una donna ha partorito o meno, quanti anni potrebbe avere, e così via".
Rotolando verso Nord
Dopo aver ereditato i panni della moglie defunta di Rocco Schiavone, che da Roma è costretto a spostarsi alla Valle d'Aosta, in Costanza Miriam Dalmazio interpreta da protagonista una madre single che si trasferisce dalla Sicilia a Verona. Come ci si approccia allo spostamento, nella finzione ma anche nella realtà?

Scherza l'attrice: "Oramai ci sono abituata, c'ho fatto il callo. Io sono veramente una che vive con le valigie, perché ho un'altra parte di vita dall'altra parte del mondo, in Indonesia, quindi non è stato difficile. È stato più difficile trasferirmi da Palermo a Roma perché si tratta di una città enorme, sembra di vivere in 400 città diverse. Verona è una realtà più piccola e molto accogliente. Anche per il personaggio è stato meno traumatico dato che ha una sorella che vive già lì da tempo, cioè Toni. Se poi penso che Costanza è andata lì per realizzare il suo sogno, mi sembra tutto molto dolce".
Per chiudere, le chiediamo se da questo mestiere fittizio ha imparato qualche trucco da "rivendersi" nella vita quotidiana e lei scherzosamente afferma, facendoci capire il suo rapporto con le ossa: "Devo ammettere di no, spero di non avere mai a che fare con gli scheletri!"