Al vertice della tensione, Naomi Watts ci è stata molte volte. Star consumata in grado di ricoprire qualunque ruolo, la Watts ha un rapporto molto particolare con i film ad alta tensione come quello che vi raccontiamo nella recensione di Corsa contro il tempo (The Desperate Hour, e prima ancora Lakewood, in originale), film in uscita on demand (cioè in vendita e a noleggio) sulle migliori piattaforme dal 14 aprile. Ce ne siamo innamorati tutti con Mulholland Drive, un film che da solo vale una carriera e che trascende i generi, ma da lì in poi Naomi Watts al cinema è diventata spesso una grintosa eroina d'azione. Eroina per caso, ma in grado di risolvere le situazioni con il suo coraggio, da The Ring fino a Shut In. Naomi Watts, che da un po' non vedevamo come protagonista assoluta di un film, qui recita in un "one woman show", in una sorta di "assolo", dove è in scena da sola e tutto il resto avviene fuori campo, ed è ricostruito attraverso le telefonate. Come in Locke, ma in un thriller, diretto da quella vecchia volpe di Philip Noyce, mastro del genere che qui sperimenta nuovi codici narrativi. Una costruzione sapiente e un'interpretazione intensa ne fanno un film riuscito.
Il pericolo a scuola
Amy Carr (Naomi Watts) ha perso da un anno l'amato marito, e vive con il figlio adolescente, Noah (Colton Gobbo), che soffre di depressione dopo la perdita del padre, e con Emily, la figlia più piccola. Quella che è iniziata sembra una giornata come le altre. Amy ha deciso di prendersi una giornata di ferie e non andare al lavoro, Emily è a scuola, mentre Noah, sempre più chiuso in se stesso, ha deciso di restare a casa. Così Amy esce per fare footing nei boschi vicino a casa sua. Dopo una serie di telefonate, stacca il telefono, e quando lo riaccende, riceve un messaggio inquietante: tutte le scuole del posto sono isolate. Con una serie di telefonate cerca di capire che cosa sta succedendo. Nella scuola di Noah, che nel frattempo ci è andato, c'è un cecchino che sta tendendo in scacco professori e studenti.
Mulholland Drive: Naomi Watts è la donna che visse due volte nel film di David Lynch
Un Locke al femminile e in chiave thriller
Corsa contro il tempo - The Desperate Hour è una sorte di Locke, ma al femminile e riletto in chiave thriller. Ricordate il film di Steven Knight con Tom Hardy? Si svolgeva di notte, tutto all'interno di un'automobile in movimento, con un solo personaggio in scena. E la storia così veniva ricostruita attraverso una serie di telefonate. Grazie a un'idea molto originale, a una sceneggiatura ben congegnata e alla prova di bravura dell'attore in scena da solo, Tom Hardy, riuscivamo a immaginare l'intero mondo che si muoveva intorno al protagonista, tutte le questioni in ballo, tutti i sentimenti delle persone. Corsa contro il tempo è una variazione sul tema: anche qui c'è solo un protagonista in scena per la durata di tutto il film. Stavolta è una donna, e non è in una macchina, ma si muove e piedi, di corsa. Anche qui, tutti i fatti sono ricostruiti attraverso le continue telefonate. Ma, mentre Locke, al di là della forma originale, era a tutti gli effetti un film drammatico, questo è un vero e proprio thriller.
Siamo all'oscuro, come la protagonista
E trattandosi di un thriller il gioco cambia, perché il ritmo deve essere più alto, la tensione palpabile, le sorprese ci devono essere e devono essere ben congegnate. In questo senso, i colpi di scena non mancano. Trattandosi di un thriller, il fatto di non vedere, e di non sapere cosa accade, rende tutto più angoscioso. Noi spettatori non abbiamo mai una visione d'insieme, non veniamo portati in altri luoghi. Siamo all'oscuro di ciò che accade, come la protagonista, e veniamo a sapere le cose man mano che le apprendono loro. Così partecipiamo alla loro impotenza, al loro spaesamento.
I migliori film di Naomi Watts
Il flashback sono sullo smartphone
Il fatto che si tratti di un moderno smartphone, poi, permette a noi, attraverso vecchi audio e video registrati che Amy man mano ascolta e guarda, di sapere qualcosa di più del passato. In questo modo assistiamo, coerentemente allo stile del racconto, a quelli che sono dei flashback. In Locke, insomma, la storia era costruita solo attraverso il suono, la voce, che arrivava dal presente, in unità di tempo e luogo, Qui abbiamo il suono e le immagini, frammenti dal presente, e anche dal passato. Corsa contro il tempo sfrutta lo smartphone in tutte le possibilità: telefonate, video e audio registrati, videochiamate, geolocalizzazione, news in arrivo dal web.
Corsa (nel vero senso della parola) contro il tempo
Corsa contro il tempo è un titolo a doppio senso, visto che da un lato, ha un significato metaforico, che ci dice che il tempo sta scadendo. Dall'altro, letteralmente, Naomi Watts va di corsa per tutto il film. Quella che doveva essere una corsa di piacere, di relax e benessere, diventa una corsa angosciante, scomposta, pericolosa, visto che, con l'ansia, si rischia di inciampare, di ferirsi. La corsa zoppicante di Amy aggiunge suspense, la sua corsa affannosa ci toglie il respiro, come lo toglie a lei. C'è un senso di precarietà (vedi l'andatura di Naomi Watts), di continua rincorsa, che giova molto all'atmosfera del film, alla nostra percezione della sua ansia e del pericolo.
Naomi Watts e Liev Schreiber ospiti di Giffoni Experience
Naomi Watts ci tira dentro la storia
É chiaro che, quando si parla di un film di questo tipo, l'attore al centro della scena è tutto. E qui, al centro della scena, da sola, c'è un'attrice di razza. Naomi Watts è, prima di tutto, un'attrice che non vuole nascondere la sua età. E fa bene, perché quelle lievi rughe che solcano il suo volto le donano espressività e carattere. Qui rinuncia a qualsiasi aspetto glamour o divistico, ed è in scena struccata, con un cappello di lana in testa, una felpa grigia, leggings e scarpe da ginnastica. C''è solo questo, il suo corpo scattante e nervoso, il suo volto luminoso (anche in un ruolo che tende a smorzarla quella luminosità, la sua tempra, la sua personalità. La sua è una prova di carattere, ed è merito suo - oltre che della costruzione del film) se veniamo tirati dentro la storia.
Conclusioni
Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Corsa contro il tempo, Naomi Watts recita in una sorta di "assolo", dove è in scena da sola e tutto il resto avviene fuori campo, ed è ricostruito attraverso le telefonate. Come in Locke, ma in un thriller. Una costruzione sapiente e un'interpretazione intensa ne fanno un film riuscito.
Perché ci piace
- Naomi Watts, in scena da sola per tutto il film, riesce a tirarci dentro la storia.
- L'idea di lasciare in scena la protagonista, e ricostruire attraverso un telefono cosa accade fuori campo.
- Una costruzione sapiente assicura tensione e colpi di scena.
Cosa non va
- Si tratta di un film d'azione, con l'approfondimento, che comunque c'è, che resta in secondo piano.