Confess, Fletch, la recensione: Jon Hamm in una commedia gialla divertente a metà

La recensione di Confess, Fletch, film dove l'attore di Mad Men veste i panni del giornalista investigativo già interpretato negli anni Ottanta da Chevy Chase. Disponibile su Sky, NOW e Paramount+.

Confess, Fletch, la recensione: Jon Hamm in una commedia gialla divertente a metà

Già portato sul grande schermo in due occasioni con il volto di Chevy Chase in Fletch - Un colpo da prima pagina (1985) e Fletch - Cronista d'assalto (1989), il personaggio di quest'investigatore privato sui generis (o meglio giornalista ficcanaso pronto a fiutare il marcio a gran distanza) nasce in realtà nel decennio precedente, come protagonista dell'omonimo romanzo di Gregory McDonald. Andare a resuscitare personaggi scomparsi da così tanto tempo dai radar cinematografici è sempre un rischio e perciò vi era molta attesa dietro questo nuovo Confess, Fletch, il quale vede Jon Hamm esordire nel ruolo.

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Confess, Fletch: Jon Hamm in un'immagine

Così come chi ha visto gli originali già saprà, ci troviamo davanti ad una commedia tinta di "giallo", con il classico caso da risolvere virato in una farsa più o meno demenziale e popolata da una miriade di personaggi. Un aggiornamento riuscito o forse era meglio lasciare il tutto nel dimenticatoio? Scopriamolo insieme.

Caccia all'assassino

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Confess, Fletch: Jon Hamm in una scena

Irwin Maurice Fletcher, conosciuto da tutti come Fletch, è un reporter investigativo che si trova sul luogo di un delitto e contatta direttamente in prima persona le forze dell'ordine: la vittima è una giovane donna e nonostante sia stato lui a chiamare a polizia, viene ritenuto il principale sospettato. Il sergente Monroe e la detective Griz non gli danno tregua e cercano di incastrarlo, spingendolo a confessare e ad assumersi la paternità del crimine. Fletch è nel frattempo intenzionato a scagionarsi e a rintracciare il vero colpevole, mentre si scopre che soltanto un mese prima si trovava a Roma, dove è stato assunto da un collezionista d'arte al fine di ritrovare dei quadri rubati, per un valore di milioni di dollari. Il protagonista ha stretto una relazione con la figlia del riccone, ma dovrà vedersela con altri numerosi personaggi e situazioni sempre più ambigue e misteriose nel tentativo di arrivare alla verità.

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Tanto, forse troppo

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Confess, Fletch: Robert Picardo in una scena

Poteva forse osare un pizzico di più per potersi dire un'operazione totalmente riuscita, ma pur a dispetto di un'evidente mancanza di ambizioni l'ora e mezzo di visione sa farsi apprezzare per via di una comicità cinica e irriverente, che sembra a tratti guardare ad un certo humour inglese nella sua totale assenza di volgarità e una costante raffinatezza nella mise en scéne. Confess, Fletch offre una discreta quantità di risate e sorrisi, pur a dispetto di una parziale esilità del plot principale. La sceneggiatura paga infatti i suoi eccessi, con la vicenda che prende progressivamente derive improbabili e assurde, certo da contemplare in un'ottica farsesca ma che rischiano di creare confusione soprattutto nello spettatore meno attento ai dettagli. Basti pensare soltanto alla caotica riunione della quasi totalità delle figure coinvolte, che si ritrovano intorno a un tavolo in maniera ben più che forzata anche approcciata nelle logiche di genere.

Il gioco delle parti

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Confess, Fletch: Jon Hamm e John Slattery in una scena

La regia di Greg Mottola, che aveva già lavorato con Jon Hamm nelle commedie Come distruggere il tuo capo (2013) e Le spie della porta accanto (2016) si affida così ad una serie di sketch in serie, popolati da battute più o meno ficcanti, che a volte vanno a segno e altrove no, dando l'idea di una mancanza di solidità all'intreccio generale, del quale ben presto si perde il filo: alla fine chi guarda vuole solo scoprire l'identità del colpevole, poco importa di come si sia effettivamente arrivati a tal conclusione. Ecco allora che per trovare i motivi di maggior interesse bisogna concentrarsi sul cast, che nei ruoli secondari o da villain può contare su nomi del calibro di Kyle MacLachlan e Marcia Gay Harden, oltre a Lorenza Izzo, le cui origini italiane la vedono al centro di siparietti che giocano sui rispettivi stereotipi di come ci vedono nel resto del mondo. Ma soprattutto Confess, Fletch vive sulla spumeggiante performance di Hamm, il quale riesce a nobilitare anche i passaggi più fiacchi con un fascino ideale, smargiasso al punto giusto.

Conclusioni

Giornalista investigativo, il protagonista si trova a indagare su un delitto del quale risulta essere il principale sospettato. La ricerca del colpevole non sarà per nulla semplice, tra colpi di scena e presunti tradimenti che lo porteranno a non fidarsi di nessuno. Il personaggio già portato in passato sul grande schermo da Chevy Chase rivive tramite un divertito Jon Hamm, tra le note più liete di un cast comunque solido, in grado di colmare anche le evidenti falle di una sceneggiatura palesemente sfilacciata e improbabile. Confess, Fletch deve molto al suo protagonista e l'ora e mezzo di visione intrattiene senza mai eccellere, tra sketch e battute che vanno a volte a segno e altrove meno.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Jon Hamm ha fascino e carisma, calandosi perfettamente nell'istrionico ruolo.
  • La sceneggiatura offre situazioni divertenti...

Cosa non va

  • ... ma non centra sempre il bersaglio.
  • La mano dietro la macchina da presa di Greg Mottola si sente poco o nulla, per una regia senza guizzi.