Tra le sezioni più nutrite di Netflix c'è senza dubbio quella dedicata ai documentari true crime, che ogni mese si arricchisce di nuovi titoli che spaziano dai resoconti delle terribili gesta di serial killer alla parabola criminale di truffatori altrettanto seriali (il mese scorso abbiamo potuto vedere e apprezzare, per esempio, il docufilm Il truffatore di Tinder). Come scopriremo in questa recensione di Coinquilini impossibili, questo nuova docuserie si pone un po' a metà tra questi due generi di contenuti: abbiano dei killer, sì, ma per lo più la loro furia omicida nasce dal voler coprire truffe ed imbrogli che non sono più in grado di sostenere o per vendicarsi di un amore mai corrisposto. Cinque episodi, di cui gli ultimi due dedicati allo stesso personaggio, che ci raccontano storie di assassini che le sfortunate vittime si sono portate in casa come coinquilini (a parte il primo episodio, in cui il killer è l'apparentemente innocua vecchietta che gestisce una pensione per indigenti e disabili): ed è qui che risiede il vero orrore messo in luce dalla serie messa in luce dalla Blumhouse Television di Jason Blum, i protagonisti di queste storie sono abili affabulatori, inizialmente capaci di avvicinarsi e conquistarsi le proprie vittime, introducendosi - invitati - nelle loro case e nella loro intimità.
Quattro storie inquietanti
Quattro storie per cinque episodi: Coinquilini impossibili ci porta prima nella casa di una docile vecchietta che - per rubare i soldi dei sussidi statali e per impadronirsi dei loro miseri averi - uccideva brutalmente i suoi inquilini, tutti indigenti o disabili. Dopo averli massacrati, seppelliva i corpi in giardino: come è possibile che nessuno l'abbia scoperta per anni? La sua estrema affabilità e l'indubbio carisma l'hanno tenuta lontana dalle autorità, fino all'arrivo di un'assistente sociale più zelante e scrupolosa. Nel secondo episodio passiamo ad omicidio passionale: un uomo ossessionato della sua nuova giovane coinquilina che arriverà, dopo aver cercato di conquistarla, a compiere un terribile gesto. Nel successivo Il maratoneta, invece, seguiamo la storia di un atleta, Youssef Khater, che commette numerose frodi in diversi paesi del mondo, fino a tentare di uccidere proprio una delle sue coinquiline per cercare di coprire le sue truffe e distogliendo così l'attenzione da se stesso.
Infine, gli ultimi due episodi si incentrano sul sedicente personaggio di Jameson Bachman, un abusivo seriale che si introduce con l'inganno nelle case di diverse persone, piegando la legge a proprio favore per insinuarsi nelle loro vite e non essere cacciato. Una storia che ha dell'incredibile, e che si concluderà in tragedia, portando l'uomo messo finalmente - dopo anni! - alle strette a compiere un gesto estremo.
I migliori documentari true crime su Netflix
Storie interessanti ma...
Coinquilini impossibili, anche in questa sua forma un po' ibrida tra docufilm (singoli episodi dedicati ad un caso) e docuserie, rispecchia il genere di prodotti true crime che continuano a riscuotere un grande successo su Netflix, rendendo il catalogo della piattaforma uno dei più vari e forniti in questo senso. Si tratta di una serie interessante, le singole storie sono ben costruite, peccato solo che in certi casi si percepisca il bisogno di approfondire determinate situazioni. Alcune delle storie trattate - ad esempio la prima, quella dell'adorabile vecchietta tramutatasi in serial killer - avrebbero tranquillamente potuto coprire più e più episodi, sviluppando ulteriormente la vicenda. La conclusione sembra infatti un po' affrettata, ma d'altronde in 49 minuti non si può pretendere di raccontare tutti gli aspetti della sua parabola omicida (ci viene accennato qualcosa sul suo passato, ma anche questo avrebbe meritato più spazio).
Quindi, non possiamo che ribadire quanto Coinquilini impossibili possa essere un prodotto interessante per gli amanti del genere, ma è al contempo una visione veloce e tutto sommato non particolarmente intrigante, che può essere messa in ombra da altri docufilm e docuserie disponibili sempre su Netflix, le cui storie vengono approfondite con maggiore cura nel dettaglio. Dettagli che, in fin dei conti, sono proprio ciò di cui il vero appassionato del true crime è alla ricerca per sentirsi veramente coinvolto in un caso e nella sua soluzione.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di Coinquilini impossibili sottolineando come si tratti di un prodotto interessante per gli amanti del true crime, peccato però per il poco approfondimento dei casi che la struttura ad episodi impone.
Perché ci piace
- Le storie sono interessanti e ben sviluppate.
- Si tratti un prodotto dalla struttura interessante.
Cosa non va
- I casi non sono approfonditi quanto vorremmo.