Adam Sandler con ogni probabilità è l'attore di commedia più popolare ed amato negli USA, alla pari con Jennifer Aniston nel "comparto" attrici, nonostante i flop commerciali e di critica dei loro film più recenti. Non altrettanto celebrato al di fuori degli States, il che attesta ancor più la sua tipicità nazionale, Sandler è comunque sufficientemente noto anche in Europa. Sempre straordinariamente politically correct, liberal ma senza esagerare, talvolta volgare ma a lui gli americani perdonano anche qualche eccesso di dubbio gusto, il cinema di Sandler rappresenta alla perfezione il modo in cui l'America vede se stessa.
Niente a che vedere con il machismo politico dei neo-con, di Bush e dell'ormai ex-Rumsfield, solo tanta voglia di normalità, umorismo e buoni sentimenti, a partire dall'amicizia. Chi conosce i suoi film avrà notato infatti come la maggior parte dei ruoli sia ricoperta sempre dagli stessi attori, eccezion fatta per la protagonista femminile, sempre diversa. Come dire, si lavora meglio con quelli del proprio giro: direi un Leonardo Pieraccioni versione stelle e striscie. E poi Sandler, oltre alla notorietà, può vantare un patrimonio personale tale da consentirgli negli ultimi 7-8 anni di scegliersi i film in cui apparire e co-produrli anche finanziariamente. Ed al produttore non si nega certo nè la scelta del cast, nè tantomeno la scelta delle musiche. E sì perchè, al di là della mediocrità dei suoi film più recenti, ogni lavoro in cui appare Sandler svetta per l'eccellente scelta di brani per la colonna sonora.
Dal rilancio del surf-rock nell'hawaiano 50 volte il primo bacio all'hip-hop di tendenza, magistralmente mixato sul sottofondo di L'altra sporca ultima meta, un film di Sandler potrà anche piacere poco ad un pubblico non americano, ma certo i motivi musicali rimangono impressi nella mente a lungo, specie se poi si acquista il DVD.
Nel suo ultimo lavoro, Cambia la tua vita con un click, surreale storia di una vita vissuta a riavvlgimento rapido, ennesima rivisitazione cinematografica, in chiave moderna, del capolavoro di Frank Capra, La vita è meravigliosa, si susseguono la solita perfetta sequela di brani musicali, non tutti famosissimi, anzi, taluni "riscoperti" dallo stesso Sandler, grande intenditore di musica rock e di baseball e certo non estraneo nè alla scelta dei brani musicali, nè tantomeno ai continui riferimenti fatti nei suoi film agli Yankees (in positivo, la sua squadra del cuore) ed ai Mets (in negativo, gli odiati rivali stracittadini). Newyorchese purosangue, non può non inserire in una delle sequenze centrali del film, girata proprio tra il Queensboro Bridge e Manhattan, il pezzo Someday degli Strokes, forse la band più importante di quest'inizio 21o secolo, almeno relativamente alla scena musicale della "grande mela". E poi ancora canzoni-gemme, del pop e del rock, come Linger dei Cranberries, la canzone del cuore della coppia di protagonisti, Ultra Violet degli U2 e l'immortale Everybody Wants to Rule the World dei Tears for Fears, tra le canzoni più utilizzate della storia del cinema recente, E ancora, i Cars con la splendida Magic (brano di apertura del film), Do It Again dei Kinks, Hold the Line dei Toto, 20th Century Boy dei T-Rex, Love Hurts dei Nazareth e tanti altri ancora.
Un commento musicale impeccabile, anche se forse, a differenza dei due film precedenti sopra citati, senza un vero filo connettore di "genere" musicale. Ma in realtà la coerenza risulta in questo caso più difficile, dato che il nostro protagonista viaggia nel tempo, dalla sua nascita da due genitori hyppie-sessantottini (davvero bravo Henry Winkler nel ruolo del padre, uno dei pochi elementi positivi del film) fino alla sua presunta morte, in un futuro alquanto grottesco e surreale. Ad un certo punto fa capolino persino uno standard di Frank Sinatra, I'm Gonna Live 'till I Die, come tutti gli omaggi postumi a "the Voice" sicuramente molto apprezzato dal pubblico nei cinema americani. E nel film un omaggio viene tributato anche ai Led Zeppelin, sebbene non per mezzo di un brano bensì con una sgargiante t-shirt indossata dal protagonista in uno dei momenti-chiave della storia. Un film tutto sommato alquanto mediocre, nel complesso tra i meno riusciti di Sandler, ma la colonna sonora di Click, grazie ad una raccolta di brani musicali che non invecchiano mai, può regalare qualche emozione in più che non la sceneggiatura del film.