Città invisibile, la recensione: su Netflix il folclore brasiliano nella serie che mescola fantasy e mistery

La nostra recensione di Città invisibile, la serie Netflix brasiliana che sposta in un contesto contemporaneo le magiche creature del folclore locale.

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Città invisibile: Marco Pigossi in una scena della serie Netflix

Che Netflix sia da sempre interessato a dare risalto alle realtà locali con film e serie tv incentrate sulle particolarità socioculturali di tanti diversi paesi è cosa nota. Di recente abbiamo visto Equinox, la serie tv svedese che rielaborava alcuni miti del folclore nordico modernizzandoli, con un taglio da crime movie e da thriller psicologico: come vedremo in questa recensione di Città invisibile, serie appena arrivata sul catalogo della piattaforma streaming, ora veniamo catapultati in un mondo completamente nuovo, quello dei miti e delle leggende brasiliani, che rivivono nella moderna Rio de Janeiro in una storia che, pur utilizzando alcuni spunti del racconto mistery, si fa più propriamente fantasy man mano che la narrazione procede.

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Città invisibile: una scena della serie Netflix

I temi attorno a cui ruota Città invisibile, primo progetto live action di Carlos Saldanha (candidato a due Oscar e famoso per i franchise animati L'era glaciale e Rio), ricordano quelli di Equinox, l'esplorazione dei rapporti familiari e della diversità in particolare, anche se in questo caso lo scontro tra passato e presente, tra antico e moderno, ma soprattutto la tematica ecologista e la necessità di preservare la cultura popolare si fanno davvero preponderanti. Alla storia di un padre che indaga sulla misteriosa scomparsa della moglie mentre cerca di prendersi cura di sua figlia, si intrecciano quelle di antiche entità del folclore profondamente legate alle foreste e alla natura, connesse al passato violento di un paese complesso come il Brasile. Ed è qui che viene alla luce quello che per noi è un pregio mancato di questa serie: Città invisibile avrebbe potuto approfondire di più queste entità, ma invece preferisce ammantarle di un alone di mistero e le loro caratteristiche ed il loro passato - e di conseguenza anche quello del luogo in cui vivono - vengono relegate un po' in secondo piano. Avremmo voluto saperne di più su di loro, ma speriamo che se ci sarà una seconda stagione si trovi il tempo e lo spazio per rispondere a tutte le nostre domande e curiosità.

Magiche creature della foresta

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Città invisibile: Marco Pigossi nella serie Netflix

La storia si apre durante una festa in un piccolo centro abitato, Vila Torè, disperso in un'antica foresta: l'antropologa Gabriela (Julia Konrad), che ci lavora da tutta la vita cercando di preservarne cultura e tradizioni, è lì insieme alla figlia Luna, mentre il marito Eric (Marco Pigossi), agente della polizia ambientale, è rimasto a casa con del lavoro arretrato. Il momento felice viene interrotto dallo scoppio di un incendio nel folto degli alberi, Luna crede che le strane fiamme che ha visto siano da attribuirsi al Curupira, magica creature votata alla protezione della natura. Inoltratasi nella foresta, però, qualcosa di molto malvagio l'attende, qualcosa che porterà poi alla morte di sua madre, accorsa per salvarla. Un mese dopo, Eric, non riesce ad accettare la misteriosa morte di Gabriela, ed è pronto a tutto per scoprire chi l'ha uccisa, per nulla convinto che si sia trattato di un incidente. L'indagine che l'uomo intraprende lo porterà, come vi anticipavamo, ad entrare in contatto con un mondo mistico e misterioso, popolato dalle più famose entità del folclore brasiliano: la potentissima Cuca (Alessandra Negrini), il dispettoso Isac (Wesley Guimarães), l'ammaliante sirena Camila (Jessica Cores), il burbero Tutu (Jimmy London) e, ovviamente, il Curupira (Fabio Lago).

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Città invisibile: un'immagine promozionale della serie Netflix

Ognuno di loro sembra aver avuto origine nella foresta attorno a Vilà Torè, in circostanze estremamente violente: c'è chi è stato ucciso dal proprio amante, chi ha perso il figlio appena nato e chi, da schiavo, è stato violentemente punito dal proprio padrone. Tutti loro sono rinati grazie alla magia della foresta - che ora, come loro, viene pian piano inghiottita dalla città - e le sono profondamente legati. C'è qualcuno però che vorrebbe eliminarli, qualcuno che mette in grave pericolo tanto la loro immortalità quanto la foresta che li ha creati. Ed Eric scoprirà presto che chi sta minacciando le magiche entità potrebbe anche essere il responsabile della morte di sua moglie, e che quanto sta accadendo è in qualche modo legato alla sua infanzia e alla sua famiglia.

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Miti e leggende del Brasile

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Città invisibile: Marco Pigossi nella serie Netflix

L'idea di esplorare il folclore brasiliano, modernizzando le entità che ne fanno parte ed inserendole in un contesto contemporaneo - la città invisibile è quella in cui vivono, allo scoperto ma al tempo stesso nascosti dagli esseri umani, ma è anche il mondo degli emarginati e dei diversi, ai limiti della società - è a nostro parere davvero vincente. La sceneggiatrice Mirna Nogueira e i registi Luis Carone e Julia Jordão non sono di certo i primi a tentare un'operazione di questo tipo (un esempio è il già citato Equinox ma ce ne sono tantissimi altri), però la novità in questo caso è data - per lo meno per quanto riguarda lo spettatore nostrano - dalla possibilità di scoprire una realtà mistica lontana come quella brasiliana, fatta di entità capaci di trasformarsi in animali, conservandone in qualche modo le caratteristiche, di esplorare sogni e subconscio altrui e di evocare elementi come il vento e il fuoco.

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Città invisibile: Alessandra Negrini nella serie Netflix

Un mondo estremamente affascinante, senza alcun dubbio, ma che come vi anticipavamo ci è parso, a visione ultimata, di aver solo sfiorato: sette episodi di 40 minuti circa ciascuno non ci sono sembrati sufficienti per approfondire queste particolarissime creature e il mondo magico in cui si muovono. Un'osservazione che è sorta spontanea, per esempio, è sul fatto che gran parte di loro sembrano essere nati nel medesimo periodo storico, quello del Brasile coloniale e dello schiavismo: che la loro natura sia intimamente legata proprio al passato violento di un Paese in cui si mescolavano etnie portatrici di diverse religioni e credenze? Ci chiediamo se soffermarsi di più sul passato e sull'origine di queste entità, più che sulla storia personale del protagonista (a cui i "personaggi magici", ci spiace dirlo, rubano sempre la scena), avrebbe dato alla serie quel qualcosa in più per renderla ancor più unica ed interessante. L'approccio alla storia delle creature del folclore ci ha ricordato quello della prima stagione di American Gods, in cui si esploravano le loro origini con lunghi flashback, nel caso di Città invisibile ci si limita però ai pochi minuti prima dei titoli di testa, che risultano sì piuttosto intriganti ed esplicativi, ma senza dubbio troppo pochi per dare l'approfondimento necessario.

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Un finale aperto per la seconda stagione

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Città invisibile: Alessandra Negrini in una scena della serie Netflix

Il finale di Città invisibile lascia chiaramente una porta aperta ad una possibile seconda stagione, concluso l'arco narrativo legato alla morte di Gabriela e Manaus (Victor Sparapane), se ne apre un altro, strettamente legato al futuro di Eric, ora alle prese con un cambiamento radicale ed una vita completamente nuova. Vista la piega presa dalla storia negli ultimi minuti della serie ci viene da pensare che nella prossima tranche di episodi ci potrebbe essere il tempo e lo spazio per concentrarsi su quello che, in questa prima stagione, è stato lasciato come dicevamo un po' da parte. Detto questo, però, che l'ultimo episodio sia stato pensato come definitiva conclusione della serie o a precedere una pausa temporanea in vista della prossima annata, l'epilogo dato alla vicenda ci è parso davvero brusco ed affrettato: se la serie ci è sembrato che a tratti corresse un po', mai quanto nel finale ci siamo trovati spiazzati dalla velocità con cui determinate linee narrative vengono chiuse. E torniamo ancora lì, forse sette brevi episodi non sono proprio sufficienti a raccontare una storia come questa.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Città invisibile sottolineando quanto uno degli elementi a favore di questa serie Netflix sia la particolarità del tema trattato, il folclore brasiliano spostato in un contesto contemporaneo. Il mondo che scopriamo durante la visione è molto affascinante e per questo meritava forse più spazio per essere esplorato. Spensiamo che, se ci sarà una seconda stagione della serie diretta da Luis Carone e Julia Jordão, si darò il giusto approfondimento alle creature magiche che in questa prima tranche di episodi vengono introdotte.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
2.9/5

Perché ci piace

  • L’idea di raccontare il folclore brasiliano, spostandolo in un contesto contemporaneo, è particolarmente interessante e affascinante.
  • I “personaggi magici” della storia rubano spesso la scena…

Cosa non va

  • …mettendo in ombra il protagonista.
  • Il ritmo della narrazione, soprattutto nel finale, pare piuttosto affrettato.
  • Il mondo e la natura di queste creature mitiche viene solo sfiorato, volevamo saperne di più.