Chick Fight, la recensione: botte politicamente corrette su Amazon Prime Video

La recensione di Chick Fight, fiacca e prevedibile commedia "adulta" al femminile disponibile su Amazon Prime Video.

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Chick Fight: Malin Akerman in combattimento

Con la recensione di Chick Fight affrontiamo un oggetto, disponibile su Amazon Prime Video, che fin dall'inizio si presenta come una contraddizione: una commedia sul tema del female empowerment che però ha un titolo volutamente trash, traducibile letteralmente con "botte fra pollastrelle". Il vero film sta un po' nel mezzo, non sapendo mai veramente in quale direzione andare, nonostante un visto R (vietato ai minori di 17 anni non accompagnati) per il mercato nordamericano che sarebbe una garanzia di libertà espressiva, soprattutto considerando che tra gli interpreti principali ci sono due attori come Malin Åkerman e Alec Baldwin, perfettamente a loro agio in contesti non necessariamente per tutti. Ma soprattutto il secondo appare molto svogliato in quello che è l'ennesimo titolo anonimo di stampo statunitense il cui scopo primario, almeno a livello internazionale, sembra essere quello di riempire il catalogo della piattaforma di turno.

Frustrazioni da sfogare

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Chick Fight: Bella Thorne e Malin Akerman incrociano i guantoni

Protagonista di Chick Fight è Anna Wyncomb (Malin Akerman), la cui vita è a dir poco tormentata: la madre è morta da poco, il lavoro non dà particolari soddisfazioni (soprattutto sul piano economico) e la vita sentimentale è una nota dolente sottolineata già nella prima sequenza, dove Anna, che afferma di essere "volontariamente astinente" da mesi, deve stare a sentire gli exploit sessuali della vicina di casa mentre cerca di lavarsi i denti seduta sul gabinetto. Su consiglio dell'amica poliziotta Charleen (Dulce Sloan) si ritrova a frequentare un fight club clandestino per sole donne (l'unica presenza maschile ammessa è del dottor Roy Park, che rimette a posto le partecipanti malmenate). Questo la mette in contatto con l'allenatore Jack Murphy (Alec Baldwin), il quale accetta di trasformarla in campionessa in vista dello scontro con un'altra agguerrita socia del club, tale Olivia (Bella Thorne).

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Risate intermittenti e banali

Trophy Wife: Malin Akerman in una scena della serie
Trophy Wife: Malin Akerman in una scena della serie

Già nei primi minuti si ha la distinta impressione che il divieto più adulto per il mercato statunitense (e forse anche il titolo stesso) sia stato una forzatura per rendere più commercialmente appetibile un film tutto sommato innocuo, la cui idea massima di comicità un po' spinta è una battuta sul rapporto tra il padre della protagonista, il quale si dichiara pansessuale, e il suo nuovo compagno (alludendo alla differenza di statura tra i due, quest'ultimo afferma che è "come un alano che cerca di accoppiarsi con un chihuahua"). Sono poche, fiacche idee di risate "scomode" per condire una sceneggiatura molto schematica su una donna desiderosa di reinventarsi, un canovaccio portato sullo schermo senza brio e senza particolare interesse per l'argomento trattato, con una regia approssimativa che rende inerti i momenti action e insipidi quelli comici.

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Alec Baldwin in una curiosa scena di To Rome with Love
Alec Baldwin in una curiosa scena di To Rome with Love

Ci si mette d'impegno gran parte del cast, in particolare Malin Åkerman che è molto portata per questo tipo di ruolo, simpaticamente esasperato, ma anche lei deve superare uno scoglio di non poco conto che è la performance di Baldwin: solitamente carismatico anche nei casi più disperati, qui sembra aver scambiato un personaggio svogliato per un'interpretazione svogliata, applicando a ogni scena la pigrizia di Jack quando se ne sta tranquillo su un'amaca mentre Anna cerca di omaggiare Rocky e Karate Kid. Con lui si addormenta una fetta non indifferente del film, giustificando forse la scelta di seppellire il tutto tra le proposte di Amazon Prime Video, relegandolo a un anonimato reso ancora più facile dalla situazione incerta del mercato audiovisivo mondiale che favorisce l'invisibilità nel bel mezzo delle piattaforme.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Chick Fight, sottolineando quanto sia una fiacca commedia che dietro al titolo trash nasconde una storia prevedibile ed innocua, solo in parte resa interessante dalla performance di Malin Åkerman. Nota di demerito per un comatoso Alec Baldwin.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
2.2/5

Perché ci piace

  • Malin Åkerman si impegna al massimo.
  • Il cast di contorno è per lo più solido.

Cosa non va

  • Le gag "per adulti" sono di una banalità sconcertante.
  • Le parti action funzionano solo a intermittenza.
  • Alec Baldwin è insolitamente svogliato.