Chiamami col tuo nome, il nuovo film di Luca Guadagnino, arriva nelle sale italiane il 25 gennaio 2018. Già da alcuni mesi si parla di questo dramma intimo e coraggioso ispirato all'omonimo romanzo di André Aciman che completa la trilogia del desiderio del regista italiano, dopo Io sono l'amore e A Bigger Splash. C'è stata un po' di delusione per l'indifferenza ai recenti Golden Globes 2018, nonostante le tre candidature ottenute come miglior film, miglior attore e miglior attore non protagonista, ma l'attenzione ora è tutta sui prossimi Academy Awards di Febbraio.
Affidando la sceneggiatura a James Ivory e i due ruoli principali ad Armie Hammer e Timothée Chalamet, Guadagnino sceglie nuovamente la dimensione internazionale della sua opera. Chiamami col tuo nome infatti, pur essendo ambientato in Italia durante una estate anni '80, è un crocevia di culture diverse.
Leggi anche: Chiamami col tuo nome: l'estate calda delle prime volte
Una passione travolgente
Elio, un ragazzo legato alla famiglia e riservato, passa le vacanze nella villa di famiglia. Frequenta una sua coetanea, esce con alcuni amici, ma ama anche passare il tempo in compagnia della musica e dei libri che affollano, in particolare, lo studio del padre, professore universitario. Un giorno arriva Oliver, un americano affascinante e sicuro di sè che vuole assistere il padre di Elio nelle sue ricerche per completare la sua tesi di post dottorato. I due si incontrano, si studiano e imparano a conoscersi gradualmente, fino a vivere una passione travolgente e del tutto naturale.
Leggi anche: Da The Shape of Water a Chiamami con il tuo nome, 10 film da festival che puntano agli Oscar
Un dramma romantico e struggente tra arte e fisicità
Abbiamo incontrato Luca Guadagnino a Londra, in occasione della proiezione di Chiamami col tuo nome al London Film Festival, e ci ha parlato di questo suo progetto con orgoglio. Con un linguaggio sensuale ed elegante ha raccontato una storia d'amore sincera, intrigante ed emotivamente coinvolgente. Ha sottolineato il talento di Hammer e Chalamet, due professionisti in grado di gestire molto bene due ruoli intensi che hanno richiesto scene particolarmente esplicite e invadenti. Fedele al libro di Aciman, il regista ha mantenuto il registro stilistico del racconto, avvolgendo i personaggi nell'arte, con una colonna sonora suggestiva e continui riferimenti visivi e verbali alla cultura antica e moderna. Gli anni '80 sono presenti nei dialoghi di Elio e la sua famiglia, nella tv e alla radio, mentre la storia avanza e cresce il desiderio, fino a diventare protagonista assoluto.
Leggi anche: Chiamami con il tuo nome: Luca Guadagnino e Armie Hammer raccontano l'amore gay a Berlino