Challengers, la spiegazione: e se il film di Guadagnino fosse un Dawson's Creek più cool?

Il triangolo tra Zendaya, Josh O'Connor e Mike Faist ricorda quello tra Joey, Peacy e Dawson. Un'assurdità? A giudicare dallo schema di Challengers, l'accostamento potrebbe non essere così folle. A cominciare dal finale, che vi spieghiamo nel nostro approfondimento (l'articolo contiene spoiler!).

Challengers, la spiegazione: e se il film di Guadagnino fosse un Dawson's Creek più cool?

Challengers di Luca Guadagnino potrebbe essere riassunto seguendo la sinuosità di Patty Bravo che canta Pensiero stupendo. La canzone, scritta da Ivano Fossati e Oscar Prudente nel 1978, racconterebbe le fantasticherie che aleggiano attorno ad rapporto sessuale a tre, tra due donne e un uomo. La canzone irrompe diegetica, più o meno sommessamente, quando siamo ormai vicini alla fine. Il contenitore narrativo, in questo caso, è quello di una partita di tennis giocata fino all'ultimo punto, rimpallandosi in diversi flashback che ricuciono gli eventi. Ma, se a tennis si gioca in due al massimo in quattro, il match organizzato da Luca Guadagnino ha, appunto, tre giocatori. Se il triangolo sì, questo lo avevamo considerato, ecco che Challengers si accende di tensione, di umorismo, di fascino, tenendo in costante sovraesposizione i protagonisti, interpretatati da Zendaya, Josh O'Connor e Mike Faist. Lei, che interpreta Tashi Duncan, promessa tennistica, e loro, Patrick ed Art, che si definiscono come "il ghiaccio e il fuoco". Amici per la pelle, continui in tutto. Almeno fino a quando finiscono per innamorarsi della promettente tennista.

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Zendaya è Tashi Duncan in Challengers

Ma chi sceglierà, Tashi? Ci pensa il destino: il suo ginocchio si frantuma e di conseguenza si frantuma la sua carriera, ritrovandosi il mite Art come stampella emotiva. Lo sposerà e lo allenerà, facendolo diventare un buon tennista ma anche un pessimo amico (lei, che non vuole essere una "spaccafamiglie"), tanto che taglierà i ponti con Patrick, finito nel dimenticatoio a giocare tornei da quattro soldi. Questa è la lettura primordiale di Challengers: una partita di tennis combattuta come se fosse resa dei conti (lo abbiamo scritto nella nostra recensione), in cui Art e Patrick si rimpallano dieci anni di sommesso rancore. Sotto, però, c'è di più: Challengers, oltre ad una storia sportiva, è anche una grande storia d'amicizia. Così, spiegandovi il film, abbiamo provato ad azzardare un paragone abbastanza inaspettato: il triangolo cool, spregiudicato e adrenalinico tra Zendaya, Josh O'Connor e Mike Faist ricorda quello, chiaramente più ingenuo, tra Joey, Peacy e Dawson nella serie generazionale Dawson's Creek. Assurdo? No, non proprio...

Punto su punto: la spiegazione di Challengers

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Mike Faist, Zenday e Josh O'Connor, il triangolo di Challengers

Per capire il finale di Challengers, portato all'estremo dalla regia di Guadagnino, tenuta coesa dalla musica originale di Trent Reznor e Atticus Ross, bisogna partire dalle personalità dei tre protagonisti: Tashi, per esempio, è una tosta, tostissima, che sta sempre un passo avanti agli altri. Se il ginocchio non si fosse rotto sarebbe diventata la più grande di tutti, ripiegando il dolore in una carriera d'allenatrice che, però, sembra non essere abbastanza, in quanto suo marito sta vivendo una netta flessione dovuta all'età. Quello di Tashi, nel film, è un percorso di non-scelta: è evidente che non ha direttamente scelto Art (e infatti non glielo dirà mai), ed è evidente che il suo amore per lui non è strutturato come quello che Art prova per lei (e Art ne soffre). Da allenatrice, non sceglie nemmeno il meglio per il tennista diventato marito, volendolo portare ad una vittoria di Pirro contro quel Patrick finito a dormire in macchina.

Tashi non sceglie perché in cuor suo ha già scelto: non vuole né Art né Patrick, ma contemporaneamente desidererebbe entrambi. E lo vediamo durante l'incontro finale: la pallina viaggia veloce da una parte all'altra, ma Tashi resta fissa con lo sguardo dritto. Il parallelo in questo caso è palese con la narrativa di Dawson's Creek: Joey è, per tutta la serie, divisa tra il bravo ragazzo Dawson e lo scavezzacollo Peacy, portando i due sul livello del costante scontro, nonostante siano migliori amici. Amici, come lo sono Patrick ed Art, anch'essi opposti per carattere e per l'approccio che hanno nei confronti di Tashi (Patrick istintivo, Art succube).

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Un triangolo equilatero

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Mike Faist vs. Josh O'Connor

Chissà se Justin Kuritzkes, che ha scritto la sceneggiatura di Challengers, abbia effettivamente pensato al triangolo di Dawson's Creek, ma è certo che lo schema narrativo, tra amore e amicizia, è un fattore scatenante in una certa poetica romantica che gioca sui contrari. L'elemento tennistico, però, riesce a far risaltare ancora di più la conflittualità tra le caratteristiche dei personaggi, in un tira e molla che avrà la sua conclusione solo quando le carte verranno scoperte: Tashi non sceglie, ma in qualche modo arriverà (inconsapevolmente?) a ritrovare un forte legame con Patrick ed Art: riavvicinandosi (in segreto) a Patrick, come vediamo alla fine, cerca di convincerlo a farsi battere da Art, per quella che potrebbe essere l'ultima partita di suo marito.

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Zendaya e Josh O'Connor in un momento di Challengers

Uno ha tutto da perdere, l'altro ha già perso tutto: Patrick, allora, che non ha mai smesso di ritrovare quell'amico avvolto da un'aurea di superbia (esattamente con Peacy, più genuino di Dawson), durante il tie-break, accetta il patto stretto con Tashi, non prima di aver fatto capire ad Art che i due si sono riavvicinati (ricordando un gesto d'intesa avvenuto anni prima: la pallina poggiata sulla racchetta prima della battuta). Sconvolto, Art, sembra inizialmente gettare la spugna, tornando però lucido, e ingaggiando con Patrick un duello rabbioso ma, per tutti, liberatorio. Ed è qui che Challengers tocca il suo punto più alto: Art, mosso dall'impeto, schiaccia un colpo saltando addirittura oltre la rete di metà campo, finendo tra le braccia di Patrick, per un abbraccio altamente simbolico. I due amici si sono finalmente ritrovati, con la smorfia di Tashi che si tramuta in sorriso: tutti e tre sono tornati allo stato iniziale delle cose, per un triangolo finalmente equilatero.