Finalmente è arrivato, finalmente ne possiamo parlare: Challengers di Luca Guadagnino è pronto a sbarcare nelle nostre sale, dal 24 aprile per Warner, e dunque possiamo mettere da parte la delusione di qualche mese fa relativa al rinvio dovuto allo sciopero degli attori, che aveva costretto il film a rinunciare alla prestigiosa ribalta dell'apertura della Mostra di Venezia. Lasciamoci alle spalle quel rammarico, quel Break Point subito, tanto per sfruttare un concetto tennistico coerente con il film e la sua ambientazione, e guardiamo avanti a quello che il nuovo lavoro dell'autore di Chiamami col tuo nome riesce a regalare: un grande film che appassiona, riflette (e fa riflettere), offrendo allo spettatore coinvolgimento ed emozioni.
Lo fa per la cifra autoriale dello stesso Guadagnino, ancora una volta a fuoco, personale e compiuta, ma anche per le prove di un cast assolutamente in parte, del trittico formato da Zendaya, Josh O'Connor e Mike Faist, che si mettono al servizio della storia e dei rispettivi personaggi, modulando modi e tempi della loro interpretazione: i tre giovani attori vanno in sottrazione o attaccano a seconda delle esigenze narrative e dell'alternanza dei diversi momenti dell'evoluzione delle figure che portano su schermo, ideali players dell'incredibile partita a tennis che è risulta essere Challengers.
La storia di Challengers, come un grande match giocato colpo su colpo
È infatti una tirata partita a tennis a far da cornice alla storia di Challengers, una finale che vede lo scontro tra due giocatori che si conoscono da sempre ma in momenti di carriera molto diversi, quasi opposti. Il tutto sotto gli occhi attenti di Tashi Duncan. Tashi è un'ex giovane prodigio che ora si dedica a seguire il marito Art, uno dei due atleti impegnati sul campo, un grande campione in un momento di difficoltà dal quale la donna sta cercando di farlo uscire. Lo scontro con il suo avversario Patrick è parte di questo processo di rinascita, ma la strategia di Tashi per far risollevare la carriera del marito prende una piega inaspettata dovuta all'emergere del loro passato, dei rapporti interpersonali che si sono sviluppati tra tutti loro nel corso del tempo, lungo oltre dieci anni di conoscenza reciproca. Colpo dopo colpo, proprio come sul campo da tennis.
Personaggi o giocatori?
A tennis si gioca in due (o in quattro nel caso del doppio), ma la partita che si sviluppa per tutta la durata di Challengers è giocata da tre figure. Tashi, Art e Patrick non sono solo vertici di un triangolo amoroso, come erroneamente il trailer del film lasciava immaginare, ma qualcosa di più che si è andato a sviluppare, cambiare, evolvere nel corso delle loro vite. È, di base, un film di personaggi il nuovo lavoro di Luca Guadagnino, una storia costruita su di loro e che vanta un ottimo lavoro di scrittura in grado di fornire gli strumenti necessari al cast per tradurre su schermo, e rendere credibili e comunicativi i tre giocatori di questo incontro/scontro.
È brava e intensa Zendaya nell'incarnare l'ago della bilancia tra i due contendenti, sono eccezionali Josh O'Connor e Mike Faist a portare su schermo i due ex amici e due figure agli antipodi, al punto da essere definiti Fire & Ice, facendo riferimento all'impulsivo e imprevedibile Patrick in contrasto con il misurato e freddo Art.
Di ritmo, musica e montaggio
E poi c'è ritmo in Challengers. C'è dinamicità e palpito grazie ai tempi dello script, all'alternanza di piani narrativi, di modi e umori. Un cadenza data in scrittura che si riflette e concretizza nell'armonioso lavoro di costruzione audiovisiva messo in campo da Luca Guadagnino: montaggio, sonoro e musica si muovono in simbiosi per sostenere questo ritmo, per seguire i tempi e le svolte della storia assecondandola senza fagocitarla. E non è un caso se abbiamo usato l'attributo armonioso per descrivere quel riuscito insieme che è Challengers, perché è fondamentale anche il lavoro sulla musica firmato da Trent Reznor e Atticus Ross, sempre più una sicurezza quando mettono la loro opera al servizio di una storia.
Lo stesso dinamismo di scrittura e costruzione emotiva dei personaggi si riscontra nella componente tennistica: i segmenti di gioco non sono un mero accessorio, ma sono costruiti da Guadagnino con il medesimo piglio registico. Al netto di qualche forzatura che i conoscitori di questo sport noteranno, i passaggi dell'azione di gioco rappresentata su schermo sono riusciti e caratterizzanti dei diversi momenti di storia in cui vanno a collocarsi, con guizzi visivi che assicurano anche varietà, evitando monotonia e spiacevoli sensazioni di già visto. La qualità di Challengers è innegabile, ma sua efficacia narrativa altrettanto evidente. E ora che l'abbiamo visto ne siamo sicuri: la risposta di Luca Guadagnino a quel break subito è solida e decisa, un colpo vincente che gli assicura il controbreak e una nuova partita indiscutibilmente vinta della sua carriera dopo quel gioiello apprezzato e amato da tutti che è stato Chiamami col tuo nome.
Conclusioni
Non c’è solo Sinner a riportare l’attenzione sul mondo del tennis, ma anche Challengers di Luca Guadagnino, un gran film ambientato nell’ambiente di questo sport che ne sfrutta dinamiche e metafore per raccontare anche altro e concentrarsi sulla storia di tre personaggi forti, ben scritti e altrettanto ben interpretati. È un film di personaggi, Challengers, e vive delle prove dei suoi tre protagonisti Zendaya, Josh O’Connor e Mike Faist, ma anche dell’ottimo ritmo e lavoro visivo messo in piedi da Guadagnino, splendidamente supportato dal lavoro su montaggio e sonoro, oltre che dalla colonna sonora di quelle sicurezze del campo che sono diventati Trent Reznor e Atticus Ross. Un altro ottimo colpo messo a segno dal regista di Chiamami col tuo nome!
Perché ci piace
- La scrittura dei personaggi e il ritmo dato alla storia.
- Le prove dei tre interpreti Zendaya, Josh O’Connor e Mike Faist: tre splendidi giocatori di questa intensa partita.
- La regia di Guadagnino, che gestisce e dosa i tempi e i modi della storia.
- La musica di Trent Reznor e Attocus Ross.
- Le sequenze di tennis, varie e mai noiose…
Cosa non va
- ... pur con qualche forzatura che noteranno gli appassionati dello sport.