Dopo una prima giornata preparatoria, nella quale non sono stati presentati titoli di grande attrattiva, esclusion fatta per Lemming (film francese in Concorso, molto sostenuto da queste parti, quanto piuttosto inconsistente nella sostanza) entra fortemente nel vivo l'edizione 2005 del festival di Cannes.
In mattinata abbiamo assistito a Match Point, nuova pellicola del sempre prolifico Woody Allen, autore questa volta di una sorta di thriller caustico, interpretato da Matthew Goode e dalla bellissima e sempre convincente Scarlett Johansson. Lontano dalla commedia, ma non dai toni tipici del regista americano, Match Point traccia con cattiveria l'identikit di un insegnate di tennis londinese, arrivista e pronto a tutto per mantenere la posizione di privilegio conquistata. Il risultato è un film ben diretto, dal continuo contrappunto musicale dell'opera, ma che ricorda moltissimo il suo Crimini e misfatti, senza eguagliarne mai profondità e carica tragica.
Accolto decisamente con maggiore entusiasmo, invece, il nuovo film di Kim Ki-Duk, Hwal, ancora una volta alle prese con una poetica storia di rinuncia, amore e silenzi. Ricco di autocitazioni e di luoghi ricorrenti nella sua produzione, il film presentato nella sezione Un Certain Regard racconta, con il tocco inconfondibile del regista coreano, di una ragazza che non conosce dalla sua infanzia altro luogo che non sia il battello in mezzo al mare sul quale vive in compagnia di un protettivo uomo, molto più anziano di lei. Un titolo lievemente inferiore nell'eccellente filmografia del regista di Bad Guy e Ferro 3, ma non per questo privo di indubbio fascino e talento.
Tra poche ore, l'atteso Last days, ultima fatica di Gus Van Sant (ancora in concorso dopo la vittoria di due anni fa con il suo Elephant), dedicato agli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain. Un film di cui si fa un gran parlare, decisamente molto di più dell'altro film in concorso della giornata: Bashing, deludente ultima pellicola di Masahiro Kobayashi. Il film narra di una ragazza giapponese malvoluta nella sua comunità a causa del suo passato come volontaria nei servizi di assistenza alla guerra in Iraq. Uno spunto, tratto da una storia vera, per un'analisi alquanto spietata del Giappone moderno, ma decisamente poco incisivo.