Cannes 2019 si apre tra stelle e polemiche. Le stelle sono quelle che percorrono la Croisette in apertura di festival, assaggio di ciò che ci attende sotto il sole della riviera, le polemiche sono quelle sollevate dalla stampa "maltrattata" dalle vessazioni del direttore Fremaux tra file interminabili, proiezioni a orari impossibili e divisioni in caste in base al prestigio. Dopo le faide del passato, lo spettro di Netflix aleggia sulla Croisette tanto da spingere il Presidente di Giuria Alejandro Gonzalez Iñárritu a sollevare la questione nella conferenza stampa inaugurale.
Quando gli viene chiesto un bilancio sullo stato del cinema, il regista messicano risponde: "Il cinema è potente, è capace di forme d'espressione infinite e gode di ottima salute. Ci sono film meravigliosi che provengono da ogni parte del mondo e che oggi tutti possono vedere. Il cinema è nato per essere un'esperienza collettiva, ma non ho niente contro chi guarda i film sul telefono, al pc o con l'iPad. Lo faccio anche io, ma ciò non toglie che l'esperienza in sala sia un'altra cosa. E' come ascoltare Beethoven in macchina, si può fare, è pratico, ma avere l'opportunità di vederlo eseguito da un'orchestra di 100 elementi è un'altra cosa. Netflix sta facendo un gran lavoro, sta capitalizzando il problema della scarsa circolazione di certi titoli mostrandoli in tv. L'importante è non lasciar morire l'esperienza collettiva del cinema".
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Contro l'isolamento: l'attacco a Donald Trump
Per Alejandro González Iñárritu questa esperienza a capo della giuria ha un sapore speciale visto che è il primo presidente di giuria messicano. "Come mi sento? Credo che la mia condizione parli da sola" commenta Iñárritu con tono scherzoso. "Per me è strano fare il presidente. Nella mia vita non controllo niente, né i miei set, neppure la mia famiglia. Sono qui insieme a colleghi che stimo per identificare le opere che ci colpiranno e stimoleranno di più a livello emotivo, intellettuale. Sceglieremo insieme, non mi piace usare il termine giudizio. So che sarà un'impresa ardua, ci sono così tanti artisti meritevoli in programma quest'anno, ma per rispetto dell'opera non terremo conto di nessun fattore esterno, sesso, etnia, età del regista. Parleranno solo i film".
Nel 2017 Iñárritu è stato ospite a Cannes dove ha presentato l'installazione VR Carne Y Arena, toccante riflessione sull'immigrazione. Nel corso della conferenza il regista ha parole dure nei confronti di chi fa politica "colpendo le persone più povere, che fuggono dalla povertà e dalla violenza rischiando la vita. Le persone che scompaiono nel deserto o nell'oceano, come accade qui in Europa". Il riferimento a Donald Trump, che continua a perorare la causa di un muro che separi Usa e Messico è chiaro: "Quest'uomo governa usando la ricchezza, la rabbia e la pura. Il problema è l'ignoranza, la gente non conosce le situazioni ed è facile manipolarla. Non pensiamo mai agli altri, ma solo a noi stessi. Abbiamo dimenticato il nostro passato, crediamo di esserci evoluti con la tecnologia e i social, ma ogni tweet sembra un mattone di isolamento e paranoia".
Una presenza femminile agguerrita
La giuria presieduta da Alejandro Gonzalez Iñárritu è composta da quattro donne e quattro uomini, tra le rappresentanti femminili le registe Alice Rohrwacher, unica italiana, e Kelly Reichardt, e le attrici Maimouna N'Diaye e Elle Fanning, giurata più giovane di questa edizione. "Quando ho ricevuto la chiamata ero scioccata. Sono ancora stupita di trovarmi qui" esclama Elle Fanning, che però precisa "Sono giovane, ma ho iniziato a lavorare da piccola. Sono stata su tanti set. Sono orgogliosa di rappresentare la mia generazione, sarà un'avventura eccitante".
Dopo le polemiche legate alla scarsa presenza femminile nel concorso di Cannes 2018, Alice Rohrwacher non manca di esprimere una riflessione sulla situazione femminile, ammettendo di sentire la "responsabilità di far parte di questa giuria. Sono qui come spettatrice, ma sono contenta di essere degnamente rappresentata da colleghe di valore. Quanto alle polemiche sul numero delle registe, dovremmo risalire all'inizio della catena, intervenire dove nasce il problema e provare a risolverlo. Sono contenta che anche in questo campo la situazione stia iniziando a cambiare". I componenti maschili della giuria di Cannes 2019 sono i registi Yorgos Lanthimos, Robin Campillo, Pawel Pawlikowski e Enki Bilal.
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