Broad Peak - Fino alla cima, la recensione: su Netflix un dramma ad alta quota

La recensione di Broak Peak - Fino alla cima, film ispirato alla storia vera dell'alpinista polacco Maciej Berbeka, tragicamente scomparso durante una spedizione.

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Broad Peak - Fino alla cima: un momento del film

Durante gli anni Ottanta gli scalatori polacchi furono protagonisti di grandi imprese sulle vette dell'Himalaya. Nell'inverno 1987-1988 Andrezj Zawada, a capo del team, comprese che in quei mesi sarebbe stato impossibile scalare il K2 e concesse allora a due membri della sua squadra - Maciej Berbeka e Aleksander Lwow - di adoperarsi per tentare di arrivare sulla vetta del Broad Peak, la dodicesima montagna più alta della Terra. Come vi raccontiamo nella recensione di Broad Peak - Fino alla cima, la missione riuscì solo in parte e vedendo per protagonista esclusivamente Maciej, che decise - nonostante le improbe condizioni meteo e la difficoltà del percorso - di proseguire in solitaria, convinto di essere giunto in cima. In seguito a una notte trascorsa in un bivacco improvvisato, con il rischio che l'ipotermia gli costasse la vita, Maciej venne salvato dalla squadra di soccorso e tornò a casa per essere celebrato come un eroe. Qualche mese dopo comprese però di non essere riuscito nell'impresa, ma di essere arrivato a pochi metri dall'obiettivo prefissato. Un errore che gli ha fatto abbandonare l'agonismo e ritirarsi ad una vita tranquilla insieme alla propria famiglia. Venticinque anni più tardi il destino potrebbe concedergli un'altra occasione per fare pace con se stesso...

Il ritorno sul luogo del delitto

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Broad Peak - Fino alla cima: una foto

Broad Peak - Fino alla cima racconta la tragica scomparsa dell'alpinista polacco Maciej Berbeka, morto in fase di discesa insieme al compagno di cordata Tomasz Kowalski nel marzo 2013. I due avevano realizzato un'impresa passata alla storia, il cui eco non poteva che portare alla realizzazione di un film. Film che altro non è che un lungo prologo del tragico evento, che parte fin da quegli anni Ottanta dove tutto ebbe inizio. La prima fase temporale vede infatti il protagonista in giovane età prossimo a sfidare per la prima volta quella montagna che diventerà per lui maledetta e la mezz'ora iniziale sfrutta tutte le dinamiche tipiche dei survival-movie moderni: emergono echi da produzioni più o meno recenti come North Face - Una storia vera (2008) e Everest (2015), anch'esse tratte da drammatiche vicende realmente accadute.

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Broad Peak - Fino alla cima: una foto del film

Eccoci perciò alle prese con i soliti voice-over e gli altrettanto canonici flashback in cui il Nostro, che vede la morte avvicinarsi sempre di più, ripercorre i dialoghi con la moglie, con il pensiero della sua famiglia a mantenerlo in vita mentre si trova intrappolato nel cuore del massiccio e a spronarlo quando ogni speranza pare ormai perduta. E poi il ritorno sano e salvo alle mura domestiche, fino a quella drammatica notizia che rimette tutto in discussione: ogni sacrificio è stato vano, al punto da far perdere quella passione in lui fino allora così profonda. Il regista Leszek Dawid da un lato si dimostra rispettoso e attento dei fatti e delle persone effettivamente coinvolte ma allo stesso tempo non riesce a trasmettere quel tono epico e quell'intensità che una figura così tormentata avrebbe meritato. Con uno stacco cronologico così netto come quello adottato in fase di sceneggiatura e montaggio viene difficile assaporare il percorso emotivo e introspettivo di Macej e quella sete di rivalsa che dovrebbe essere il cuore di tutto il film risulta troppo debole per appassionare pienamente alle fasi cruciali della missione.

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Un contorno affascinante

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Broad Peak - Fino alla cima: una scena

Missione che viene quindi svuotata di epica e si trascina stancamente, a tentoni come i suoi interpreti, in quella neve pronta a inghiottire tutto, con gli esiti finali affidati a scritte in sovrimpressione sui titoli di coda. La maestosità del paesaggio, con scorci d'alta quota e le immagini di questa natura selvaggia che nella sua incontaminata essenza sembra giudice del destino degli uomini, rimane l'elemento più evocativo di un film che altrimenti si perde in una messa in scena fin troppo anestetizzante, che finisce per togliere ampio respiro ad un racconto che avrebbe meritato un trasporto ben maggiore.

Conclusioni

Un bio-pic sulla tragica storia vera di Maciej Berbeka, alpinista polacco scomparso durante una spedizione su uno dei monti più alti del mondo. Come vi raccontiamo nella recensione di Broak Peak - Fino alla cima questa produzione polacca è ambientata in due fasi temporali lontane negli anni, che ripercorrono il rapporto tra l'uomo e la vetta prima sul finire degli anni Ottanta e poi nel 2013, fino al giorno che gli sarà fatale. Un film tanto sobrio e rispettoso quanto timido di osare, con le emozioni affidate esclusivamente agli splendidi paesaggi che fanno da contorno all'impresa, quelli sì capaci di lasciare senza fiato.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • Riprese che mettono in risalto la bellezza dei paesaggi innevati.

Cosa non va

  • Un dramma privo della necessaria carica emozionale.
  • La tensione è ridotta ai minimi termini anche nelle fasi più critiche.