A dispetto della pioggia, centinaia di fan hanno "assediato" la sede romana di Radio Rai per aspettare il cast di Braccialetti Rossi 2, per la presentazione alla stampa e per un concerto dal vivo assieme a Niccolò Agliardi, che ne firma nuovamente la colonna sonora. La serie-evento di Rai Uno torna con le nuove puntate a partire dal 15 febbraio ma prima fa capolino con un concerto e l'anticipazione del primo episodio alla presenza degli attori l'8 febbraio in 200 sale italiane, con diretta dal cinema Anteo di Milano: metà dei biglietti sono stati prenotati in pochissime ore.
E loro, i sei eroi delle corsie italiane, non deludono le attese: abbracciano il pubblico, concedono selfie, autografi e baci a tutte le ragazze che per ore hanno atteso il cast al grido di "Watanka!", proprio com'era successo quest'estate durante il Giffoni Film Festival. Guidati dal regista Giacomo Campiotti, Carmine Buschini (Leo, il leader), Brando Pacitto (Vale, il vice leader), Aurora Ruffino (Cris, la ragazza), Pio Luigi Piscicelli (Toni, il furbo), Lorenzo Guidi (Rocco, l'imprescindibile) e Mirko Trovato (Davide, il bello) si preparano a salire sul palco del Teatro Ariston al prossimo Festival di Sanremo e intanto hanno introdotto il gruppo dei nuovi arrivati: Denise Tantucci (Nina), Angela Curri (Bea), Cloe Romagnoli (Flam) e Daniel Lorenz Alviar Tenorio (Chicco).
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Watanka!
La serie, prodotta da Carlo Degli Esposti di Palomar, "ha ringiovanito il pubblico di rete - spiega Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction - di 7 anni di media. È diventato un fenomeno, con un libro e un disco, ma soprattutto community che si riuniscono per condividerne anche i valori. È stato un alto rischio per il grado d'innovazione ma la Rai si è mobilitata tutta e ha capito di avere tra le mani qualcosa di molto prezioso. Rappresenta infatti il reale cambiamento e l'evoluzione del servizio pubblico innanzitutto per i contenuti, trattando il tema della malattia raccontando la crescita con ragazzi di tutti i giorni. Ha poi proposto un modello di solidarietà importante in quest'epopea in cui si confrontano la vita e la morte". Il cambio di rotta rispetto al primo ciclo di episodi appare chiaro fin da subito e non solo per l'arrivo delle new entry nel cast: "Nella prima stagione c'è il fondarsi di un'amicizia, ma quando si raggiunge qualcosa si pensa che si possa avere per sempre, invece mantenerlo costa fatica. Vedremo battaglie ulteriori in cui l'amicizia germoglia con il tono del realismo magico e una maggiore introspezione dei personaggi. Un grazie a Carlo Degli Esposti, un produttore visionario che ci ha permesso di sognare insieme".
Si gioca al raddoppio
Mentre è già in cantiere una terza stagione, il pubblico può tirare un sospiro di sollievo perché il direttore ha espresso la ferma volontà di continuare persino all'infinito: "Andremo avanti - promette - fino a che si mantiene lo stesso livello qualitativo o si fa anche meglio". Le fa eco il regista Giacomo Campiotti: "Dopo il successo abbiamo provato una sana paura, un senso di responsabilità nei confronti dell'andata di amore del pubblico che non si poteva tradire. Il set della prima stagione era blindato, nella seconda abbiamo avuto ospiti alcuni ragazzini malati per dare il giusto peso alle cose e capire perché facciamo questo lavoro. Siamo andati spesso in ospedale insieme, lì ci hanno raccontato che tante cose sono cambiate grazie a Braccialetti Rossi, ci sono più visite ai malati e i ragazzi ricoverati sono più liberi, possono incontrarsi nei corridoi. Ecco il servizio pubblico. I volontari dicono che la serie ha aperto più porte di quanto non abbia fatto il loro lavoro in 10 anni. Braccialetti Rossi è una cosa che fa parlare le persone, riunisce genitori e figli. Dicono che è triste? Parla della vita e quindi anche del dolore". "Ecco perché mi sono detto, appena ho visto la serie spagnola: non posso non farlo - aggiunge Carlo Degli Esposti - è una sensazione che cerchi di provare quasi sempre per avere la motivazione di produrre un progetto".
La parola agli eroi
Per i giovani attori Braccialetti Rossi è il classico "svolta-carriera", anche se Aurora Ruffino spiega che va molto oltre: "Quest'anno non è stato importante solo per il successo, ma per i messaggi di tanti ragazzi che stanno affrontando le difficoltà che noi raccontiamo e si immedesimano nelle sofferenze ma non scappano, le combattono con coraggio". Carmine Bruschini concorda: "Le persone si sono riconosciute nei valori dei personaggi, non si sono affezionati a noi come attori, ma ai protagonisti che vivono la malattia insieme". L'attesa cresce... e non solo per la messa in onda degli episodi ma per l'esibizione all'Ariston: "Sarà una grande emozione - confessa Pio Piscicelli, il meno timido del gruppo - perché seguo il Festival di Sanremo fin da bambino. So che ci divertiremo. E poi saremo liberi di esprimerci, niente di ingessato perché io giudico la canzone come una forma molto libera di comunicazione". Per Brando Pacitto la sfida più grande è stata il ritorno alla normalità del personaggio, Vale: "Rappresenta la situazione di un ragazzo che esce dall'ospedale ma fuori lo trattano come un diverso anche se lui è come tutti gli altri". Qualcosa tra i ragazzi in corsia nel frattempo si sgretola: "Leo - dice Carmine Buschini - subirà un rovesciamento di carattere dovuto alla malattia e sarà la new entry Nina ad aiutarlo molto". Lei, Denise Tantucci, aggiunge: "Nina è una tipa particolare, fa finta di essere ad una sfilata di moda, ha paura ma non lo dà a vedere. Ci pensa Leo a farle abbassare la testa e a creare un legame con gli altri". L'imprescindibile Lorenzo Guidi, invece, cambia totalmente vita: "Innanzitutto Rocco si sveglia dopo otto mesi in coma. È legato ai Braccialetti Rossi ma non vuole uscire dall'ospedale e ne combina di tutti i colori". A Toni, invece, il ruolo da paciere: "Io faccio da postino, all'inizio sono giocherellone ma poi Davide gli dà il compito di far fare la pace", spiega Pio Piscicelli che si fa serio tutto d'un colpo. La più grande sorpresa, infatti, è proprio il ritorno del Bello: "Io non la sfango purtroppo - dice Mirko Trovato - nella prima stagione, ma torno per aiutare il gruppo, sono "diverso" in un modo che solo Toni può percepire".