Oggi combattono con prostata ingrossata, matrimoni in crisi e lavoro che non va, ma una volta Giacomo, Joe, Carlo e Bobo erano delle rock star: musicisti fortissimi a fine anni '70, 40 anni dopo sono passati di moda e devono scontrarsi con la generazione della trap. È in sala dal primo luglio Boys, film di Davide Ferrario che può contare sulle canzoni di Mauro Pagani.
A interpretare i Boys sono gli attori Neri Marcorè, Marco Paolini, Giovanni Storti e Giorgio Tirabassi: alcuni di loro già erano cantanti e musicisti, come Marcorè e Tirabassi, altri, come Giovanni, hanno imparato a suonare la batteria appositamente per il film.
Abbiamo incontrato tre dei Boys, Marco Paolini, Giovanni Storti e Giorgio Tirabassi, al Taormina Film Festival, dove la pellicola è stata presentata in anteprima al Teatro Antico.
La video intervista a Giovanni Storti, Marco Paolini e Giorgio Tirabassi
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Lo scontro generazionale sulla musica è inevitabile: possiamo però dire che il tratto in comune tra rock e trap è la loro capacità di unire?
Marco Paolini: Una volta, quando arrivò il rock, chi aveva una certa età quella cosa lo sapeva che non lo riguardava e che non la doveva ascoltare. Quindi reagiva dicendo: no. Oggi invece siamo di bocca buona. Pur diventando vecchi, se arriva una cosa che non ci piace cerchiamo di farcela piacere per non sembrare troppo vecchi. Se facciamo questo giochetto qua è molto difficile che la musica sia l'identità di una generazione. Secondo me.
Nel film suonate, cantate, fate ginnastica pelvica: chi ha più groove tra voi?
Giorgio Tirabassi: Chiaramente Giovanni. Interpreta il batterista, è l'anima ritmica del gruppo. Ha il ritmo nel sangue.
Nel film si parla di nostalgia: qual è quell'artista o quel genere musicale che continuate a difendere anche se ormai è passato di moda?
Giovanni Storti: Credo che il rock non sia nostalgico: è ancora ben presente, i giovani lo ascoltano. Non è una musica nostalgica. Una musica nostalgica è più una canzone come "Sulla laguna ammantata di stelle".... (canta n.d.r.).
Marco Paolini: Ognuno usi le bandierine come vuole, basta non usare quelle degli altri perché sennò si è solo dei conformisti.