Bosé, Valeria Solarino: “Lucia Bosé e la sua lezione di libertà estrema”

L'intervista con l'attrice italiana che nella serie sulla vita di Miguel Bosé in onda su Paramount + dal 3 novembre, interpreta la madre del cantautore spagnolo, l'attrice Lucia Bosé.

Bosé, Valeria Solarino: “Lucia Bosé e la sua lezione di libertà estrema”

"Una donna molto sicura, determinata, e per certi aspetti anche fredda, accompagnata da un costante senso di abbandono", ma anche capace di vivere le proprie scelte in maniera estremamente libera. Ne è convinta Valeria Solarino che nella serie Paramount+ Bosé, il biopic basato sulla vita del cantautore spagnolo Miguel Bosé, interpreta sua madre Lucia Bosé, figura iconica, diva del cinema italiano che aveva lasciato il proprio paese, gli amici e la famiglia all'apice della carriera per seguire il padre di Miguel, Luis Miguel Dominguin, uno dei toreri più amati e popolari di Spagna.

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Bosè: un'immagine della serie

Disponibile dal 3 novembre la serie, ispirata al libro autobiografico di Miguel Bosé, racconta attraverso dei flashback gli aspetti più intimi e i momenti cruciali della vita del cantautore. Ogni episodio è incentrato su una diversa canzone di Bosé (interpretato nei diversi momenti della vita da José Pastor e Iván Sánchez) e si svolge durante la promozione del suo album multi-platino Papito, un momento speciale per Miguel che ha appena deciso di diventare padre.

Video intervista a Valeria Solarino

Essere Lucia Bosé tra mito, divismo e fragilità

Che sfida è stata per lei dover superare il piano dell'immagine pubblica e scavare invece nel privato di una figura così iconica come quella di Lucia Bosé?

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Bosè: Valeria Solarino in un'immagine della serie

Era esattamente ciò che volevo fare. Quello che si vede di Lucia in questo racconto su Miguel Bosé è il suo aspetto di genitore e per me era importante capire la sua anima per restituire un'immagine di Lucia Bosé mamma, ma anche per capirla profondamente. Quello che avevo percepito dalle interviste che ho visto e dai vari filmati era l'immagine di una donna molto sicura, determinata, e per certi aspetti a volte anche fredda. Volevo capire le motivazioni di questa maschera, di questo atteggiamento; grazie alla sua biografia e attraverso quella di Miguel Bosé ho scoperto dei tratti della sua vita che sono stati determinanti per lei, ma anche per me. Ho sentito molto forte la paura del senso di abbandono che l'ha accompagnata per tutta la vita. E quindi ho giustificato e mi sono spiegata di più il suo rapporto così conflittuale con Miguel, il fatto che questo grandissimo amore fosse continuamente intervallato da momenti idilliaci e da scontri molto forti. Lei lo ha sempre incoraggiato ad esplorare tutte le sue potenzialità. Ma mentre Miguel si affermava, si allontanava necessariamente da lei, che ha sempre vissuto questa cosa come l'ennesimo abbandono, un dramma.

Nella sua biografia Miguel Bosé ha spesso definito i suoi genitori dei mostri. È riuscita a capire qual era il lato "mostruoso" di Lucia Bosè?

Erano sicuramente due figure molto ingombranti. Lei era una diva del cinema e lui, Luis Miguel Dominguin, era il torero più famoso dell'epoca, erano due star. Appena nato Miguel Bosé finì sulla copertina di un settimanale, sono sempre stati sotto i riflettori e come loro, anche i figli. Miguel ha dovuto lottare contro queste due figure e forse è questo il conflitto inconscio che probabilmente ha sempre sofferto, ma bisognerebbe chiederlo a lui. La sensazione è che da madre lei vivesse l'amore verso il figlio quasi come possesso, desiderio di controllo, di averlo sempre per sé, nonostante poi lo incoraggiasse a seguire la sua carriera. Il padre invece non lo ha mai appoggiato, solo la sua consacrazione pubblica ne ha reso possibile l'accettazione agli occhi di Luis Miguel.

Una donna libera

Da attrice come vive il divismo e l'esposizione mediatica?

Non ho la sua stessa esposizione mediatica e vivo in un'epoca completamente diversa. Allora c'era il glamour, dovuto in parte al mistero dietro allo scoprire e nello stesso tempo al dover nascondere una parte delle vite di questi personaggi. Oggi c'è una comunicazione molto diversa, non c'è più né glamour né mistero. La comunicazione è molto più veloce, frammentata e la nostra capacità di attenzione sulle cose è molto diminuita, è cambiato il mondo. Trovo che l'esposizione mediatica sia però molto importante e utile quando serve per veicolare qualcosa, nel mio caso il lavoro, in altri un concetto, un contenuto, un'informazione, tutto il resto è semplicemente distraente.

All'apice della sua carriera Lucia Bosé lascia tutto per amore, molla l'Italia e si trasferisce in Spagna per seguire l'uomo della sua vita, Luis Miguel Dominguin. Che lezione lascia alle nuove generazioni di donne?

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Bosè: una scena della serie

Penso che ogni vita debba essere valutata nella sua unicità. Lucia Bosé era molto giovane quando ha deciso di lasciare il suo paese, gli amici e partire per la Spagna, perché aveva conosciuto Dominguin alla festa di un film che stava girando; si conoscono, si innamorano e lei decide di mollare tutto. È una scelta, ma anche un ricatto di Dominguin: le aveva chiesto di lasciare il suo lavoro promettendole che un giorno anche lui avrebbe lasciato il proprio, cosa che però non avrebbe mai fatto. L'unico insegnamento che posso sentire come universale è la sua estrema libertà soprattutto ripensando all'epoca dei fatti: era una cosa rivoluzionaria per quegli anni, ma Bosé e Dominguin non si sposano subito, lo fanno dopo diversi anni sotto pressione del dittatore Franco, molto amico di Dominguin e per il quale quella relazione era inconcepibile.

Prima di girare questa serie chi era per lei Miguel Bosé?

Era divertimento e le sue canzoni, che conoscevo bene, erano allegria. Mi ricordo di queste sue performance molto giocose e colorate. Entrando in questo lavoro ho scoperto tutta la sua vita come un'opera d'arte.

Ha una canzone preferita?

Amante bandido, perché è molto romantica, ma senza essere triste, malinconica o struggente, è allegra.