Book of love, la recensione: (ri)scrivere l'amore

La recensione di Book of Love: Sam Clafin torna a vestire i panni dell'eroe romantico nel film Sky Original sulla potenza delle parole di far rinascere l'amore anche negli animi più scettici.

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Book of Love: un frame del film

Per tornare a battere, il cuore ha bisogno di un corpo che bruci. Una fiamma primordiale, un fuoco che prende e investe corpi prima sconosciuti, ora pronti a unirsi, amarsi, bruciare insieme.
A volte basta uno sguardo per accendere la passione, far tornare a battere cuori di pietra, raffreddati dallo scotto di mille sofferenze; altre bastano delle parole, ponti diretti con un'interiorità pronta a rinascere dalle proprie ceneri, come un'araba fenicia sospinta dalla forza delle emozioni e dei sentimenti.

Come sottolineeremo in questa recensione di Book of love, il film diretto da Analeine Cal y Mayor tenta di parlare al cuore dello spettatore, gioca sul potere dell'emozione e del gioco delle opposizioni affondando a piene mani nel calderone della commedia d'amore. Un continuo prendere in prestito situazioni ed elementi ampiamente sfruttate da opere precedenti, che fanno di questo film un continuo rimando a momenti già vissuti, personaggi già incontrati, storie già conosciute. Una giostra di reminescenze che fanno di Book of Love un libro che odora di stantio, dalle pagine ingiallite e appesantite dalla forza di un ricordo che non ritrova nei passaggi che lo animano qualcosa di nuovo, qualcosa di vero, qualcosa di emozionante, qualcosa di bruciante.

BOOK OF LOVE: LA TRAMA

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Book of Love: una scena

Henry Copper è uno scrittore in declino. Non che sia mai stato in ascesa; fatto sta che il suo ultimo libro, "Il cuore sensibile" non ha riscontrato molto successo. Se in Inghilterra il numero di copie vendute si ferma a tre, dall'altra parte dell'Oceano, in Messico, il suo romanzo è un best-seller. Un successo talmente inaspettato da spingere l'autore a incamminarsi in un tour promozionale dai mille risvolti. Già, perché una volta arrivato, Henry, restio alla passione, e poco incline alle scene di sesso, scoprirà che la sua traduttrice ha tradotto il suo romanzo in una storia erotica. Il resto sarà una giostra con se stessi, e un incontro/scontro con i propri ideali.

BOOK OF LOVE: AMARE LE OPPOSIZIONI

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Book of Love: una scena del film

Book of love vive di opposizioni. Il suo è un tratto di penna netto, pesante, che traccia figure dicotomiche nate dalla forza di mille contrasti, e un perimetro narrativo su cui costruire risvolti e mutamenti interiori solo apparentemente sorprendenti. Ciò che ne consegue è una lotta ad armi pari giocata tra due caratteri agli antipodi, dove lo spirito libero di una donna soggiogata dal potere patriarcale, soffocata nel far sentire la propria voce e limitata dal far fluire i propri pensieri, si scontra con un animo ingenuo e casto, talmente intimorito dall'idea di passione, da risultare incapace di tradurlo in parole scritte, perché impaurito dalla possibilità di veder vivere dinnanzi a sé il fuoco della propria fantasia. Psicologie sottostanti una morale bigotta, Maria e Henry sono le due metà che si completano, gli opposti che si attraggono, il nero e il bianco pronti a creare infinite sfumature di grigio. Eppure, da questa unione di contrasti, figli contemporanei di eroi nati dalla parole di Jane Austen, o dalla fantasia di Emily Brönte, prende largo un'ulteriore opposizione, che va a inficiare la stessa struttura narrativa dell'opera, e il suo giudizio finale.

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Book of Love: un'immagine del film

Book of love non ha nulla di originale: il suo è un costrutto che vive di facile identificazione, permettendo agli amanti del genere di riconoscere con semplicità i crismi e gli elementi fondanti dell'opera e i temi cari alla sotto-categoria di riferimento. La pellicola si veste pertanto di topoi e stereotipi tipici del genere della commedia d'amore, senza apportare nulla di innovativo, ma limitandosi a ripetere i passaggi fondamentali del gioco delle attrazioni. Mostro di Frankenstein composto da tessere raccolte e riunite con fare disordinato - ma non per questo poco riconoscibile - e fedele ai dettami del genere, Book of love proprio per questa riproposizione pedissequa di momenti e attimi già visti in precedenza, rischia di abbigliarsi di prevedibilità, risultando incapace di soddisfare e convincere anche lo spettatore più fedele. Una mancanza di originalità, questa, che rischia di inficiare il giudizio finale anche di un pubblico poco avvezzo ai meccanismi della commedia d'amore, ora ritrovatosi imprigionato in una galleria di cliché e di risvolti tanto lacunosi, quanto poco credibili.

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SAM CLAFLIN: IL RITORNO DELL'EROE ROMANTICO

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Book of Love: una sequenza del film

Se la Maria di Verónica Echegui è lo spirito incanalato in un corpo incapace di star fermo, l'Henry di Sam Claflin riveste il cuore dell'opera. Un meccanismo cardiaco nascosto dietro il pensiero razionale, pronto a farsi largo, ripresa dopo ripresa, su un campo di battaglia amoroso alleviato dalla calura messicana. Non ha paura di affrontare un personaggio come l'accigliato e apparentemente bigotto scrittore inglese, il giovane Claflin. La sua performance rivive di meccanismi interpretativi e cariche espressive già ampiamente collaudate in performance precedenti, che fanno di Henry l'ultimo eroe romantico portato in scena da questo attore. Gemello eterozigote dei protagonisti di Scrivimi Ancora, Io prima di te, o L'ora più bella, Henry permette al suo interprete di scandagliare ogni sentimento, e tradurlo in una mimica espressiva con cui rendere visibile il conflitto interiore che si gioca all'interno del personaggio. La bocca serrata, il corpo granitico, e lo sguardo accigliato, si apriranno mano a mano a sorrisi e abbracci, con la stessa facilità con cui le sue pagine accoglieranno le idee e i pensieri di Maria. Eppure, l freddo inverno dell'anima di Henry, e il vento caldo sprigionato dalla sua controparte femminile, per quanto apparentemente credibili e reali, sono costantemente ostacolati da un'onda di eccessiva carica interpretativa che li spinge nella macchietta, o nel baratro dell'over-acting tipico da soap-opera latinoamericana.

BRUCIARE COME ANONIMI DRAGHI

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Book of Love: una foto del film

Ingenuo e analfabeta d'amore, l'Henry Copper di Sam Clafin vive sulla scorta del libraio William Thacker di Notting Hill. Stesso sguardo impacciato, stessa inesperienza amorosa e passionale, tra i due personaggi, accomunati dalla forza delle parole e dalle rilegature di libri invenduti, si stagliano innumerevoli associazioni, eppure è proprio alla stregua di questi paragoni che si evince quanto il protagonista di Book of Love viva di lacune. Il suo arco evolutivo si compie, ma lasciando incompiuti determinati passaggi; troppo veloce il suo mutamento, troppo esacerbato il suo essere restio alla passione, Henry vive di eccessi caratteriali che, se da una parte permettono di accedere alla sua interiorità, dall'altra non riescono a compiere perfettamente il patto di affezione con lo spettatore, relegandolo nel ruolo di mera comparsa in un vortice che tutto prende e tutto rischia di sputare nel dimenticatoio, come quello cinematografico.

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Book of Love: una scena tratta dal film

Privato di quel fascino e mistero alla Heatchliff, o alla Mr. Darcy, Henry Copper è il mero risultato delle proprie fantasie: anonimo e facilmente sostituibile con mille altri personaggi. Un anonimato che la regia di Analeine Cal y Mayor di certo non riesce a evitare, perché intenta a sottostare ai dettami della commedia, limitandosi al ruolo di osservatrice e intermediaria tra il pubblico e le sue creature filmiche. Rispondendo alla semplicità di racconto prevista dal genere, la regista si affida a riprese ampie, attente a cogliere i due protagonisti così da esaltarne le dicotomie e le differenze, oppure a inquadrature più ristrette cosi da enfatizzare i mutamenti interiori e i vibranti spiriti che animano i loro cuori e i loro corpi. illuminati da una fotografia lineare e accesa, che non lascia spazio a ombre e misteri, tutto in book of Love deve rispondere a un ordine della struttura narrativa, entro la quale innestare il disordine di anime in combutta, con gli altri ma soprattutto con loro stessi. Ma è una battaglia combattuta su campi già conosciuti, e il cui esito finale già è facilmente prevedibile, impoverendo ogni attacco di emozione, e ogni flusso di sangue di passione.

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È una storia antica come il mondo: un uomo dall'animo gelido, che poco crede nell'amore, si lascia sopraffare dalla vivacità di una donna libera e priva di pregiudizi. Una donna figlia dei suoi tempi, e per questo schiava di un costrutto patriarcale che non le permette di seguire le proprie ambizioni, almeno fino a quando troverà in un altro uomo la propria via di fuga e una porta sul successo. Eppure, per quanto intriso di buoni sentimenti e di spunti di carattere sociale, Book of Love è una ricetta già seguita, una torta già assaggiata, che morso dopo morso, ha perso ormai il proprio gusto, finendo incastrata nella gola, e soffocando uno spettatore ormai saturo e pieno.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Book of Love sottolineando come il film con protagonista Sam Claflin cada facilmente nei cliché delle storie d'amore, senza per questo riuscire ad apportare alcuna innovazione al genere, saturando un pubblico più o meno avvezzo a tali storie.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
1.0/5

Perché ci piace

  • L'essere imbranato di Henry, così simile al personaggio di Hugh Grant in Notting Hill
  • Il tentativo di mostrare le difficoltà delle autrici donne in un mondo ancora mashio-centrico

Cosa non va

  • La prevedibilità della storia
  • La piattezza dei personaggi
  • Il processo di copia e incolla da mille altre opere