Dopo una vita passata davanti alla macchina da presa (l'esordio a 19 anni con Nanni Moretti in La stanza del figlio) e una carriera da attrice costellata di successi (tra i premi vinti: 2 David di Donatello, 4 Nastri d'argento, 2 Globi d'oro, 2 Ciak d'oro, il Premio Marcello Mastroianni alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, il premio Gian Maria Volontè e il premio Un Certain Regard al Festival di Cannes come miglior attrice), Jasmine Trinca ha fatto il grande salto: ha debuttato come regista.
Presentato alla 77esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, il corto BMM - Being My Mom è stato presentato nella sezione concorso Orizzonti Cortometraggi e vede come protagoniste Alba Rohrwacher e Maayane Conti. In questi (quasi) 12 minuti, una mamma e una figlia trascinano per Roma una valigia che sembra avere vita propria.
Impossibile non chiedere a Jasmine Trinca, che abbiamo incontrato al Lido di Venezia, che cosa ci sia dentro: "È una valigia che una mamma e una figlia trascinano per una passeggiata metaforica a Roma, dove non tramonta mai il sole, quindi una passeggiata piuttosto faticosa. Non possono fare a meno di lasciare questa valigia: a volte è lei che scappa da loro. È qualcosa che le costituisce. A volte è molto pesante, un vero e proprio fardello, e a volte invece è il più lieve degli accompagnamenti. Una metafora piccola, che ha a che fare con l'esistenza. Con la loro vita."
La video intervista a Jasmine Trinca
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Jasmine Trinca e l'eredità di altri registi
A un certo punto, dopo minuti di silenzio, irrompe improvvisamente la musica: un po' come spesso succede nel cinema di Ferzan Ozpetek, con cui Jasmine Trinca ha lavorato come attrice. La collaborazione con altri autori le ha lasciato qualcosa in eredità? La regista: "Non credo che mi abbiano lasciato un metodo, però penso che nel primo film, oltre al mio sguardo, ci siano delle cose che mi hanno molto costituita. A partire dal cinema muto: in questo caso Alba Rohrwacher diventa una Buster Keaton. Ci sono dei luoghi che appartengono alla mia infanzia, ma allo stesso tempo c'è una strada in cui sono stata su un film di Sergio Castellitto. Ci ho pensato dopo. C'è un pezzo di Mura Aureliane dove passava Nanni Moretti in Vespa. C'è una musica molto pop che esplode e che ricorda altre cose. Però non è mai derivativo: è più come quando si fa un po' di analisi ed escono fuori delle cose della vita."
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Alba Rohrwacher come Buster Keaton in BMM - Being My Mom
A proposito di Alba Rohrwacher che ricorda Buster Keaton: nel corto fa un'acrobazia appesa al ramo di un albero. Jasmine Trinca ci ha assicurato che è davvero lei e non ha rischiato la vita: "Non è CGI! Ma soprattutto ha fatto una cosa di tale eleganza, che non ti aspetti, perché noi cominciamo ad avere un'età da donne adulte, mentre lei in quella scena fa mangiare la polvere a una bambina di dieci anni. Alba ha una fisicità eccezionale. La trovo elegante. Abbiamo lavorato molto sulla sensualità: volevo che fosse una madre non cliché. Una madre anche panteresca: a metà tra il clown e un pozzo di disperazione. Devo dire che ci siamo divertite da pazze. E anche molto commosse."
Il titolo è BMM Being My Mom, quindi "essere mia madre". Le protagoniste hanno caratteri molto diversi tra loro ma, come suggerisce il titolo, e la valigia trascinata, non possiamo fare a meno di avere qualcosa dei nostri genitori dentro di noi? Per l'autrice: "Questo è interessante. L'hai letta come una forma di eredità. Che è molto vero: in questo film c'è non solo come io sono stata figlia e come mia madre è stata madre, ma anche come io sono diventata madre. È tutto un grande calderone. All'inizio voleva essere una specie di travestimento: io sono stata una figlia che a lungo si è creduta più responsabile di sua madre, facendo un grosso torto alla mia mamma. Denunciandolo così, essere mia madre, volevo smascherare questa truffa. Alla fine del film c'è una riattribuzione, infatti, di ruoli."