Nell'Antologia dei Beatles, una sorta di libro sacro per ogni fan dei Beatles, ripensando a ritroso ai giorni insieme ai Fab Four - oltre al successo mondiale, alle fan urlanti, ai singoli al primo posto delle classifiche -, Ringo Star isola il suo momento preferito a quando lui, John, Paul e George si chiudevano dentro una stanza (spesso un bagno) per starsene un po' insieme a chiacchierare lasciando il resto del mondo fuori. Era in quei momenti che si riproduceva la magia dei primi giorni, in cui quelle pop star tornavano ad essere solo quattro amici d'infanzia.
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È la stessa sensazione che si prova guardando Blur: To The End, il documentario diretto da Toby L. - già alla regia di un altro doc musicale Liam Gallagher - Knebworth 22 - dal 24 al 26 febbraio al cinema scelto come film di apertura dell'undicesima edizione di SeeYouSound - International Music Film Festival.
Quattro amici e uno show sold out
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Incentrato su una delle band simbolo del Britpop, Blur: To the End arriva dopo Starshaped, No Distance Left To Run e New World Towers. Altri documentari dedicati ad altrettante fasi della carriera del gruppo composto da Damon Albarn, Graham Coxon, Alex James e Dave Rowntree. Quello di Toby L., in particolare, è legato al ritorno a sorpresa dei quattro con un nuovo album, The Ballad of Darren a otto anni di distanza da The Magic Whip che segnò la loro seconda pausa. Il regista li ha cominciati a filmare all'inizio del 2023 quando sono tornati in studio di registrazione - nella "very big house in the country" di Albarn - per incidere i nuovi brani da inserire nella scaletta dei loro show sold out al Wembley Stadium di Londra della scorsa estate.
Grazie a Blur: To The End scopriamo che per anni i membri della band hanno a malapena comunicato, ognuno impegnato nelle loro vite, tra altri progetti musicali, fattorie, festival e politica. Ma una volta sotto lo stesso tetto sembra che non sia passato nemmeno un minuto. C'è lo stesso affiatamento, le stesse dinamiche che li hanno accompagnati per trent'anni. L'intento è chiaro, produrre nuova musica per far sì che quella reunion non sia solo l'incontro di "A bunch of cunt trynig to relive their past.
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Così la sessione di registrazione di The Ballad of Darren diventa il mezzo attraverso il quale scoprire elementi più intimi delle vite dei quattro. Dal problema con le dipendenze di Alex James al cuore spezzato di Damon Albarn dopo la fine di una lunga relazione. Ma il documentario dà l'impressione di non andare mai veramente a fondo. Vediamo il frontman della band piangere sotto lo sguardo degli altri o assistiamo alla tensione durante le prove, ma Toby L. non va mai oltre restando in superficie.
Un racconto sull'età adulta
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È come se Blur: To The End fosse incerto se essere un documentario sull'esibizione live a Wembley, un resoconto dell'incisione del disco o un ritratto privato dei componenti della band. È un po' di tutte e tre queste cose, ma non si permette mai di immergersi veramente in nessuna di loro. Non possiamo dire se sia una scelta narrativa del regista o una volontà di Albarn e soci di aprirsi senza mai però spingersi oltre determinati paletti. Arricchito da alcune immagini di repertorio, il documentario è anche un racconto sull'età adulta. Quella delle ginocchia malandate, delle vasche con il ghiaccio pre show al posto della cocaina degli anni Novanta, delle torte senza glutine e dei testi delle canzoni che oggi hanno più significato anche per chi le ha scritte.
Anche dal punto di vista musicale Blur: To The End non soddisfa appieno le aspettative. Solo nell'ultimissima parte del documentario possiamo assistere a degli stralci dell'esibizione live del gruppo, perché quel doppio show da 180 mila spettatori è diventato tempo dopo dell'uscita del lavoro di Toby L. in Inghilterra un altro film-concerto intitolato Blur: To the End / Live at Wembley Stadium. Non sappiamo cos'abbia in serbo il futuro per i Blur - specie dopo l'esibizione al Coachella che Albarn ha definito come "probabilmente l'ultimo show" della band -, ma facciamo affidamento alle sue parole pronunciate all'inizio del documentario. "Non sai mai cosa c'è dietro l'angolo".
Conclusioni
Starshaped, No Distance Left To Run e New World Towers. E ora Blur: To the End. Si allunga la lista di documentari dedicati alla band simbolo del Britpop insieme agli Oasis, i Suede e i Pulp. Toby L. li filma dopo quasi dieci anni lontani gli uni dagli altri nel corso della seduta di registrazione del loro ultimo disco, The Ballad of Darren. Brani che si mischieranno con i cult degli anni Novanta per costruire la scaletta del doppio show sold out al Wembley Stadium. Quasi due ore di racconto in cui il regista ci mostra una band nel tempo dell'età adulta, tra ricordi degli inizi e la consapevolezza del presente. Ma, nonostante il loro privato venga messo in scena, l'impressione è quella di un lavoro che resta sempre in superficie. La componente live, infine, è relegata all'ultima parte del documentario, lasciando un complessivo retrogusto di incompletezza.