Blitz, recensione: Steve McQueen racconta la guerra attraverso gli occhi di un bambino

Steve McQueen realizza il suo film più classico: la Seconda Guerra Mondiale nella Londra del 1940 diventa quasi un'avventura per il piccolo protagonista. Nel cast Saoirse Ronan. Su Apple TV+ dal 22 novembre.

Saoirse Ronan e Elliott Heffernan in Blitz di Steve McQueen

Con i suoi film Steve McQueen ci ha sempre scosso per il suo rigore e la capacità chirurgica di mettere su schermo le ingiustizie. E anche il lato oscuro dei suoi protagonisti. Hunger, Shame, 12 anni schiavo: questi tre titoli non hanno in comune soltanto la presenza di Michael Fassbender nel cast, ma li ricordiamo per la sensazione di mancanza d'aria e tensione che abbiamo provato guardandoli. Per il suo ultimo lavoro, invece, il regista inglese ha preso una strada completamente diversa. Blitz, su Apple TV+ dal 22 novembre, dopo l'anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024, nella sezione Alice nella città, è ambientato a Londra nel 1940, durante i bombardamenti da parte dei tedeschi. Ma questa volta non è un incubo a occhi aperti: è un'avventura. Quasi una favola.

Blitz Film
Saoirse Ronan e Elliott Heffernan in Blitz

Il racconto segue George (Elliott Heffernan, giovanissimo esordiente: un talento da tenere d'occhio): ragazzino di undici anni figlio di un musicista jazz nero e di Rita (Saoirse Ronan), che ha una bellissima voce. Il padre è stato deportato, e il bambino vive con il nonno e la mamma. Quando i bombardamenti si fanno sempre più frequenti e pericolosi, la donna decide di mettere George su un treno che lo porti in campagna, al sicuro dagli attacchi. Lui però non ci sta e fa di tutto per poter tornare a casa.

A metà tra Oliver Twist di Charles Dickens e La vita è bella di Roberto Benigni, Blitz è forse il film più classico e convenzionale di McQueen. E proprio per questo sorprendente. Il nonno dice al piccolo protagonista che "sta per vivere un'avventura dedicata esclusivamente ai bambini". Forse soltanto così si può spiegare l'orrore della guerra. E non soltanto quello: la novità del punto di vista del regista sull'argomento sta nel mostrare come, anche in una situazione estrema come un bombardamento, alcune persone non riescano ad andare oltre i pregiudizi, aggiungendo alla violenza del conflitto anche quella del razzismo.

L'arte come linguaggio universale

Nella sua traversata verso casa George vede di tutto: dalla morte a chi, approfittando di un momento di crisi, non esita a sfruttare bambini rimasti orfani. All'attore Stephen Graham McQueen riserva un ruolo tremendo, quello di Albert, una specie di orco che sembra davvero uscito dalla penna di Dickens, come dicevamo. Ma, per fortuna, il protagonista conosce anche una persona come Ife (Benjamin Clementine), soldato nigeriano il cui nome significa "amore" e che gli mostra come andare orgoglioso del colore della propria pelle. Grazie a quest'uomo, con cui sente immediatamente una forte connessione, quasi fosse il padre che non ha mai avuto, George capisce che non deve rispondere all'odio con altro odio, altrimenti sarebbe come chi lo insulta.

A scandire il film ci sono poi le canzoni che Rita esegue davanti a diverse folle: prima gli operai di una fabbrica, poi gli abitanti di Londra che si rifugiano nella metropolitana per cercare di salvarsi dai bombardamenti. Quasi come fosse una lingua comprensibile per tutti, la sua sua voce è fonte di conforto e speranza. Nei momenti di maggior disperazione, forse soltanto l'arte può salvarci davvero. O comunque unirci. McQueen, che è cresciuto in una Londra multietnica e piena di culture diverse, ne è convinto. Ed è bello che in questo momento storico abbia sentito l'esigenza di fare un film più morbido e sognante.

Un'ottima prova di Saoirse Ronan

Blitz Scena Film Saoirse Ronan
Saoirse Ronan e Elliott Heffernan in scena

Il personaggio principale di Blitz è il piccolo George, ma il suo percorso non sarebbe così commovente senza sua madre. Si tratta dell'ennesima ottima prova di Saoirse Ronan, forse l'attrice più brava della sua generazione, che riesce a catturare lo spettatore a ogni sguardo, ogni accenno di canto. Peccato invece aver usato molto poco Harris Dickinson, attore sempre più in ascesa, che qui ha un ruolo davvero marginale. Tra i punti di forza c'è poi la colonna sonora di Hans Zimmer. E non potrebbe essere altrimenti in un film in cui si celebra la grandezza dello spirito umano: McQueen ci dice ancora una volta che siamo gli esseri più contraddittori al mondo. Siamo capaci di orrori terribili, ma anche di grande bellezza. Da che parte si orienterà il futuro dei più piccoli dipende da quanto amore saremo pronti a mostrare loro.

Conclusioni

Blitz è il film più classico e morbido di Steve McQueen: da lui scritto, racconta la guerra attraverso gli occhi di un bambino. E forse soltanto uno sguardo così giovane e ancora puro può mostrarci un punto di vista differente su un argomento come questo. Bravissimo il protagonista, Elliott Heffernan, esordiente, e, come al solito, molto brava anche Saoirse Ronan, che qui canta.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • Il protagonista, l'esordiente Elliott Heffernan.
  • Saoirse Ronan, che qui canta.
  • La colonna sonora di Hans Zimmer.
  • L'aver visto un lato più morbido di Steve McQueen.

Cosa non va

  • Harris Dickinson è purtroppo usato molto poco.
  • Chi ama il McQueen più duro potrebbe rimanere deluso.
  • Il film soffre un po' di "effetto già visto": impossibile non pensare a predecessori come La vita è bella o Jojo Rabbit.