Blanca, la recensione: il crime visto da un’altra prospettiva

La recensione di Blanca, la nuova fiction in onda su Rai1 dal 22 novembre che vanta il primato di essere la prima serie televisiva ad essere girata con la tecnica dell'olofonia.

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Blanca: una scena della serie

Non neghiamo che scrivere la recensione di Blanca è stato un piacere: con questa serie, in onda per sei prime serate dal 22 novembre su Rai1, la rete ammiraglia punta ad offrire ai propri spettatori qualcosa che hanno già dimostrato di amare, ma con quel tocco di innovazione che la rende di sicuro una delle fiction più interessanti di questo periodo. Blanca ha iniziato la sua corsa grazie alle prime immagini presentate alla settantottesima mostra del cinema di Venezia per poi giungere finalmente sugli schermi di tutti portando una ventata di rassicurante freschezza. Rassicurante perché ripropone allo spettatore il tanto amato genere crime miscelandolo al dramma e al romanticismo, apportando una serie di innovazioni visive e sensoriali che non passano di certo inosservate. Prodotta da Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction questa serie tv è più ambiziosa di quello sembra nel riportare qualcosa di conosciuto con un look decisamente più moderno, adatto ad un mercato internazionale che già si è dimostrato interessato e che ha visto Francia e Spagna come primi acquirenti. Qui di seguito cercheremo di capire quali sono i punti forti di una produzione così particolare e che racconta una storia nata dalla penna di Patrizia Rinaldi, autrice dell'omonimo romanzo. Una storia di forza, determinazione e barriere infrante.

La disabilità raccontata nella trama

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Blanca: Maria Chiara Giannetta nei panni della protagonista

Blanca è una ragazza vivace, solare, sempre pronta ad utilizzare l'ironia anche su se stessa e sul suo handicap: è infatti rimasta cieca dopo un terribile incidente accaduto quando era poco più che bambina e che è costato la vita a sua sorella maggiore. Lei non si dà comunque per vinta, capace di reagire alle avversità dimostra di avere una forza e una determinazione fuori dal comune. Non sono solo queste, però, le cose in cui eccelle: per compensare la mancanza della vista Blanca ha sviluppato un incredibile senso dell'udito che le permette di captare e ricostruire grazie ai suoni ciò che ha intorno con una sorprendente precisione. È grazie a questo talento che spera un giorno di diventare consulente per la Polizia, anche se per ora l'unico lavoro che è riuscita ad ottenere è quello di stagista. Caffè e fotocopie, però, non fermeranno la ragazza dall'offrire il suo contributo alle forze dell'ordine e in particolar modo all'ispettore Michele Liguori che, seppur inizialmente burbero e piuttosto scettico, sembra essere l'unico a comprendere il potenziale della protagonista.

Blanca sarà presentata in anteprima al Festival del Cinema di Venezia

Gli elementi innovativi della serie

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Blanca: una foto di scena

Come abbiamo già accennato, questa produzione pur seguendo piuttosto fedelmente i canoni della fiction presenta degli elementi nuovi e interessanti in grado di incuriosire anche lo spettatore più scettico. Un punto a favore della serie sta nel fatto di non accontentarsi: non si accontenta di raccontare una storia di disabilità, non si accontenta di mostrare le difficoltà di una determinata condizione, in questo caso la cecità, ma cerca di andare oltre mostrando la vita possibile, un quotidiano non poi così diverso da chiunque altro. Il focus è sempre su Blanca, sulle sue difficoltà, ma specialmente sul suo modo di essere, di reagire, di scoprire e assimilare gli spazi. È su questo aspetto che si mostra il primo elemento di interesse: la "stanza nera". Nel cercare di descrivere allo spettatore le sensazioni della protagonista, il regista crea una stanza nera, un luogo interiore dove la ragazza, grazie al tatto e all'udito, ricostruisce da zero il mondo che la circonda, dandogli forma nella sua mente. Lo spazio, prima buio, si popola di oggetti di varie forme e colori, così come di volti e persone.

L'importanza dei suoni

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Blanca: Maria Chiara Giannetta in una scena

Sono i suoni, però, a rivestire grande importanza in Blanca. L'udito è la risorsa più grande della protagonista, insieme al suo cane Linneo, che le permette di vivere una vita piena e di continuare a scoprire il mondo che la circonda. Per rendere al meglio questo concetto e per tentare di far immedesimare lo spettatore nel mondo di suoni che popolano la vita di Blanca, è stata usata una particolare tecnica di registrazione, l'olofonia, che permette di poter poi riprodurre il suono in modo simile a come viene percepito dall'apparato uditivo umano. Un esperimento interessante che rende questa fiction ancora più particolare. Non sappiamo, ovviamente, come questo elemento possa rendere nell'audio standard di un semplice televisore casalingo, anzi abbiamo la netta sensazione che questa particolarità possa essere mitigata a scapito dell'esperienza complessiva della serie. Nonostante questo Blanca rimane un prodotto interessante che ci sentiamo comunque di consigliare non solo agli amanti del crime, ma a chiunque voglia viverlo da una prospettiva diversa.

Conclusioni

Per concludere la nostra recensione di Blanca possiamo affermare che questa serie risulta essere una piacevole novità nel panorama della fiction Italiana, convincente e innovativa ripropone le classiche dinamiche di questo genere ma in modo di sicuro più moderno e accattivante. Interessante l’utilizzo della “stanza nera” come metodo narrativo e visivo utile a rendere le sensazioni della protagonista. Elemento di pregio è poi l’audio registrato con la tecnica dell’olofonia che però non sappiamo come possa rendere nei normali televisori casalinghi.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • La storia di genere crime vissuta attraverso i sensi di un non vedente.
  • Alcune idee di regia interessanti e convincenti.
  • La cura per l’aspetto sonoro e l’audio registrato con la tecnica dell’olofonia…

Cosa non va

  • … sul quale abbiamo qualche dubbio nella resa con gli apparecchi casalinghi.
  • La serie potrebbe non convincere chi non ama le classiche dinamiche della fiction.