Uscirà il 29 agosto nelle sale di tutta Italia in più di 700 copie distribuito dalla Universal Kung Fu Panda, l'attesissimo nuovo cartone della Dreamworks presentato oggi a Roma niente meno che dal due volte premio Oscar Dustin Hoffman (voce originale del maestro Shifu), dal mitico Jack Black e dal nostro Fabio Volo (rispettivamente la voce originale e italiana di Po) nonché da Jeffrey Katzenberg, produttore, proprietario e fondatore della Dreamworks insieme a Steven Spielberg e David Geffen.
Ambientato in Cina tra templi e villaggi popolati da divertentissimi animaletti, Kung Fu Panda è la storia di Po, un panda cicciotello e piuttosto sgraziato con la passione per il kung-fu che lavora come cameriere nel ristorante specializzato in zuppe di spaghetti di proprietà di suo padre. Il cielo vuole che un giorno, mentre si svolge nel tempio un'importantissima cerimonia di arti marziali, il suo sogno diventa realtà. Avrà così la possibilità di essere addestrato dal piccolo maestre Shifu e di diventare il miglior lottatore della sua squadra di talenti.
Un film che, come hanno spiegato i protagonisti, è incentrato sulle qualità nascoste che ognuno di noi possiede, sul fatto che l'importante è provare a tirarle fuori ad ogni costo senza accontentarsi mai dei propri traguardi. Conta poco che si arrivi al successo o meno, l'importante è provare a realizzare i propri sogni. Una chicca: da non perdere la scena a sorpresa alla fine dei titoli di coda!
Quanto è stato difficile avvicinare l'animazione ad un mondo così rigoroso e di lunghissima tradizione come quello del kung-fu?
Jack Black: Sono molto orgoglioso di essere entrato nel mondo e nella storia del kung-fu con questo personaggio, ho sentito una grande empatia con Po e poi lavorando al fianco di Jackie Chan ho imparato un sacco di cose. Pensate che sono pieno di lividi a furia di provare ad assolvere al mio compito di entrare nel personaggio (ride). E' divertente perché questo non è il solito film di satira sulle arti marziali, è piacevole e allegro ma sempre nel rispetto di quel che il kung-fu rappresenta da quattromila anni a questa parte per la Cina.
Jeffrey Katzenberg: ci sono voluti quattro anni per realizzare questo film e ci hanno lavorato più di 400 animatori. Tutto quello che vedete fa riferimento alla Cina e in particolare alla storia delle arti marziali, dietro c'è stato un lungo e meticoloso studio della materia per rendere il film il più possibile autentico.
Perché un attore come Dustin Hoffman ha accettato di doppiare un personaggio di animazione?
Dustin Hoffman: L'unico motivo per cui ho fatto parte di questo progetto è che conosco Jeffrey Katzenberg da tanti anni. Un giorno l'ho incontrato e gli ho chiesto cosa stesse facendo, così mi ha parlato di Kung Fu Panda e offerto il ruolo del maestro Shifu. Quando ho visto disegnato il mio personaggio pensavo fosse un topo piccolo, lo trovavo bruttino, con un naso orrendo, non che nella vita il mio naso mi piaccia. Forse mi hanno scelto per questo (ride). Ho chiesto ai disegnatori di cambiarlo e di fare delle modifiche, non pensavo mi accontentassero invece lo hanno fatto.
Signor Hoffman, com'è stata la sua prima esperienza da doppiatore?
Dustin Hoffman: Un'esperienza stranissima, ho lavorato un solo giorno in sala doppiaggio con Jack, una cosa incredibile per me che ci passo mesi sui set di solito. Fu il giorno in cui dovevamo doppiare la scena del duello a suon di bacchette di legno, mi sono davvero divertito un mondo a farla con lui. Quella del doppiaggio è un'esperienza unica, per la prima volta ti trovi da solo a dover recitare la tua parte senza altri attori con cui interagire.
Un'esperienza che ripeterebbe?
Dustin Hoffman: Sì, spero di ripeterla, ma la cosa importante per me non è tanto prestare la voce quanto la storia e il messaggio che si trasmette: non esistono solo i supereroi, ognuno di noi può diventare grande e potente con la forza che viene da dentro, dall'anima e dalla forza di volontà. La vera forza di Po viene dallo spirito, d'altronde si dice in giro che usiamo solo il 10% della funzionalità del nostro cervello. Chissà cosa saremmo capaci di fare se sfruttassimo le nostre potenzialità al 100%. Il peggior nemico di noi stessi siamo noi stessi, siamo sempre insicuri e privi di coraggio di osare. La cosa veramente importante nella vita è fare leva sul proprio potenziale.
La Sua opinione sul doppiaggio non è sempre stata positiva, fu per questo che rifiutò di lavorare con Fellini ne La città delle donne. Si è mai pentito?
Dustin Hoffman: E' stato uno dei più grandi errori della mia carriera, se fosse stato possibile recitarlo in presa diretta lo avrei fatto, ma lui era uno che inventava molto in sede di doppiaggio e stravolgeva tutto, per questo non accettai, ma fu un grandissimo errore. Era un genio.
Ha mai pensato di diventare regista cinematografico oltre che teatrale?
Dustin Hoffman: Certamente lo farò, sono ancora giovane cosa credete... C'è ancora tanto tempo. A pensarci bene anche la mia analista mi invita da tempo a farlo (ride).
Cos' ha significato per Fabio Volo questa esperienza nei panni di un panda?
Fabio Volo: Quando mi hanno proposto di doppiare Po, mi è stato detto che avevano pensato a me perché ero molto simile a lui, magari non cicciottello, sicuramente imbranato e con un passato nell'attività di famiglia, che nel mio caso era una panetteria, e il non trascurabile sogno di migliorarmi e fare sempre cose diverse e sopra le mie possibilità. Potrei quasi quasi definire Kung Fu Panda un film autobiografico!
Il problema più grande che ha incontrato in sala doppiaggio?
Fabio Volo: Sicuramente parlare in italiano corretto. Il panda uscito dalle prime prove era bresciano più che italiano, il mio maestro di doppiaggio mi ha dovuto insegnare prima la mia lingua madre e poi la tecnica del seguire il labiale e tutto il resto.
Quanto è stato difficile costruire fisicamente i personaggi con la voce?
Dustin Hoffman: In sala doppiaggio ogni attore recita con la voce ma anche col corpo, davanti a mircofono e telecamera. Solo così i disegnatori e gli animatori riescono a carpire la mimica facciale degli attori, i loro movimenti e le loro espressioni e a
trasferirle sui personaggi. In un certo senso ce li hanno disegnati addosso.Jeffrey Katzenberg: La cosa fondamentale in sede di doppiaggio è sempre l'improvvisazione. Ognuno di loro può anzi deve improvvisare, ed è questo a rendere il personaggio animato molto simile all'attore che lo doppia. In realtà a me non piace molto il termine 'doppiaggio, preferisco usare 'adattamento'. Il lavoro di adattamento per il mercato italiano è stato davvero grandioso.
Signor Katzenberg, qual è il Suo parere sulla difficile situazione della Cina?
Jeffrey Katzenberg: Abbiamo iniziato a lavorare al film 5 anni fa, quindi molto prima che scoppiasse il caos, anche se pensandoci bene sono difficoltà che più o meno quasi ogni paese ha dovuto superare nella sua storia. Kung Fu Panda non è un film politico ma di intrattenimento e sono contento che abbia avuto successo anche in Cina, dove è uscito la settimana scorsa.
Ci può anticipare qualcosa sui progetti futuri della Dreamworks?
Jeffrey Katzenberg: A dicembre sarò di nuovo a Roma per la presentazione del sequel di Madagascar mentre per Pasqua 2009 sarà pronto il nostro progetto più ambizioso, un film totalmente in 3D dal titolo Monsters Vs. Aliens. Sarà una svolta epocale per il cinema di animazione, alla stregua dell'avvento del colore nel cinema del dopoguerra. Il problema sarà nella distribuzione, perché le sale attrezzate per il 3D sono davvero pochissime, bisognerà avere pazienza e aspettare che la tecnologia si diffonda in maniera capillare.
Ci sarà un sequel per Kung Fu Panda?
Jeffrey Katzenberg: Abbiamo in cantiere altri cinque episodi della saga, il secondo uscirà tra tre anni. Spero di poter nuovamente lavorare con questi straordinari artisti e di vivere con loro le stesse emozioni di questo film.