Biografilm 2014: Nicolas Philibert, il documentarista dell’osservazione e dell’ascolto

Il regista francese, famoso soprattutto per il suo Essere e Avere, ha portato al festival di Bologna due documentari inediti per il pubblico italiano

"Si dice che il documentario sia il cinema del reale, ma non è vero. E' semplicemente un altro modo per costruire un racconto nato da manipolazioni e precise scelte tecniche." Una dichiarazione, questa, che potrebbe lasciare allibiti molti amanti del genere ma se a farla è un esperto come Nicolas Philibert assume tutto un altro valore.

Documentarista particolarmente apprezzato, è noto soprattutto per Essere e avere,presentato al 55° Festival di Cannes. Con questo film il regista definisce una nuova forma di racconto diviso tra opera narrativa e documento cronachistico. Così, partito come un'indagine sul mondo rurale, durante il suo cammino è diventato un punto di vista particolare per osservare il rapporto che lega la natura alla struttura scolastica. Nonostante l'apprezzamento internazionale ricevuto con questo film, Philibert, membro della giuria del Biografilm Festival, ha portato al festival di Bologna due opere quasi inedite per il pubblico italiano intitolate Nénette e La maison de la radio.

Osservando Nénette

Una scena del film Nénette
Una scena del film Nénette

Nénette ha quarantacinque anni, lo sguardo malinconico e una naturale curiosità per le persone. Questa signora dalla capigliatura fulva sarebbe stata molto felice di arrivare al Biografilm come ospite, ma non ha potuto lasciare Parigi, dove vive da quando ha tre anni. Ma cosa le ha impedito di arrivare al Charles de Gaulle e salire sul primo aereo diretto in Italia? Probabilmente la mancanza di un passaporto valido e la sua natura che la colloca chiaramente tra i primati. Perché in realtà Nénette è un meraviglioso esemplare di Orango custodito all'interno dello zoo del Jardin des Plantes a Parigi è arrivata nella capitale francese direttamente dal Borneo. Con lei Philibert ha costruito un dialogo fatto di sguardi in cui cambia nettamente il punto di vista, trasformando solitamente un "oggetto" di osservazione pubblica in un soggetto attivo il cui sguardo è penetrante e indagatore come pochi.

"La mia intenzione era di fare proprio un film sullo sguardo - spiega Philibert - quando ci troviamo faccia a faccia con qualcosa di inaspettato o destabilizzante. Il risultato è che sul quel soggetto noi riflettiamo inevitabilmente qualcosa di noi stessi. Nénette, ad esempio, ci osserva. Non fa nulla ma rappresenta una presenza scenica molto forte. Per tutto il tempo delle riprese ho cercato di comprendere quale fosse il segreto del suo mistero o cosa nascondesse. Alla fine di tutto posso dire non avere una risposta. Il suo mistero rimane tale. E credo sia giusto così."

Radio France

Il regista Nicolas Philibert
Il regista Nicolas Philibert

Dagli ospiti speciali del Jardin dus Plantes alla Maison de la Radio, un documentario, sempre presente nel programma del Biografilm, con cui Philibert cerca di dare vita ad un paradosso artistico raccontando,attraverso l'immagine, l'essenza dell'attività radiofonica, per sua natura legata all'immaginazione e non alla rappresentazione. "Più di qualunque cosa ho tenuto presente il punto di forza della radio, ossia la sua completa assenza d'immagine. Ma come è possibile fare questo in un documentario? Anche in questo caso bisogna mantenere intatto il mistero dell'oggetto del nostro racconto. Inoltre ho preso in considerazione l'attività di Radio France perché mantiene un livello nelle trasmissioni molto alto, privilegiando la diversificazione. Inoltre ho una passione per il suono e per la sensualità delle voci. Da questo punto di vista possiamo dire che si tratta di un film sull'ascolto."