Dopo aver portato sul piccolo schermo i personaggi ideati dal romanziere C.J. Box, David E. Kelley ha rinunciato alla sua posizione come showrunner per Big Sky dopo la prima metà della stagione inaugurale. Lo ha sostituito Elwood Reid, che rimane in carica per la seconda annata, iniziata su ABC negli USA il 30 settembre 2021 e da oggi su Disney+ a livello internazionale, con un nuovo episodio ogni settimana nella sezione Star. In occasione del debutto europeo dei nuovi capitoli abbiamo avuto modo di parlare con Reid su Zoom, ed è chiaro che anche lui, come Kelley, abbia a cuore la natura misteriosa dello show, commentando così il ritorno di John Carroll Lynch nel cast principale dopo un'assenza prolungata lo scorso anno: "Preferisco non parlarne adesso, voglio che gli spettatori scoprano per conto loro la sua parte in questi episodi. Ci sono tanti modi per far tornare gli attori, è il bello di questa serie che ha una mitologia intricata."
Dalla carta allo schermo
Elwood Reid è romanziere oltre che sceneggiatore televisivo, quindi è perfettamente consapevole delle differenze tra le due forme di scrittura e su come avvicinarsi ai testi di C.J. Box in modo efficace per mantenerne le atmosfere sul piccolo schermo: "Quello che ha fatto David, e che è presente nei romanzi e sarà costante nella serie, è l'elemento thriller e la natura strana di quella parte del Montana, che tra l'altro è il mio luogo d'origine." Come si preserva l'elemento di genere, con colpi di scena annessi, senza che questo diventi prevedibile? "È tutto basato sui personaggi, e in questa stagione espandiamo un po' l'universo di Big Sky con nuovi volti molto interessanti. Il colpo di scena fine a sé stesso è vuoto, a noi interessa approfondire i personaggi, così quando accade qualcosa di inatteso lo spettatore è emotivamente coinvolto. E questo vale anche per i cattivi, c'è gente affezionata a Ronald." Qual è l'equilibrio tra elementi dei romanzi e gli ingredienti originali dello show? "Chuck Box ama la natura propulsiva della trama, ed è aperto alle modifiche necessarie per far sì che queste storie funzionino in televisione, a partire dai personaggi principali. La cosa che abbiamo in comune è il non voler annoiare il pubblico. È anche quello che mi ha detto David quando l'ho sostituito: non ci sono regole, posso fare quello che voglio, l'importante è che la trama vada avanti con il ritmo di sempre."
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Ci sono altri autori che hanno ispirato il suo approccio, dato che durante la nostra conversazione è visibile una vasta libreria alle sue spalle? "Sì, io porto sempre dei riferimenti letterari nell'ufficio degli sceneggiatori. L'altro giorno abbiamo parlato di Jim Harrison e della sua novella che ha ispirato il film Revenge - Vendetta. E poi c'è Elmore Leonard, che per me fu un mentore. Lui dedicava altrettanto spazio a buoni e cattivi, cercava di capire tutti i personaggi. Quella è una cosa che i nostri fan apprezzano fin dall'inizio dello show, con figure come Ronald, non sono i classici cattivi stereotipati. Elmore mi diceva sempre che anche gli antagonisti vogliono bene alla mamma, e poi fanno anche cose orribili." Qual è il personaggio che si diverte di più a scrivere? "Mi piace Jenny, perché non sai mai cosa farà, ma il massimo del divertimento è con i cattivi. E uno di loro in questa stagione è interpretato da uno degli sceneggiatori; quindi, è ancora più spassoso inventarsi cose per il suo personaggio."
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La formula settimanale
Da qualche anno anche le piattaforme streaming sono tornate alla distribuzione settimanale degli episodi, e questo è uno dei marchi di fabbrica di Disney+ in particolare. Quanto è importante che ogni capitolo abbia la propria identità? "Io apprezzo ancora di più adesso la formula settimanale. Ed è una cosa che risale a prima della televisione: Charles Dickens pubblicava i suoi romanzi a puntate, e poi li raccoglieva in un unico volume, e così la gente continuava a parlarne. Il nostro show ha la particolarità che a volte ci sono degli intervalli, di una settimana o più, tra episodi, il che permette agli spettatori di discuterne senza dover immediatamente passare al capitolo successivo. Il bingewatching porta avanti la trama, ma si tende a perdere di vista tutto il resto. Noi abbiamo scene più lente, piene di emozione, e credo che uscire con un solo episodio a settimana faccia arrivare quelle scene al nostro pubblico. Quando guardo una serie ininterrottamente mi sento sporco, come se avessi mangiato troppo. Di solito, anche quando è già disponibile la stagione completa, mi fermo dopo due episodi e faccio una pausa, così ho qualcosa da gustarmi in un secondo momento."