Beverly Lynn Smith - Un delitto irrisolto, la recensione: sospettare la verità

La recensione di Beverly Lynn Smith - Un delitto irrisolto, su Prime Video, si inserisce nella galleria di docu-serie dedicate ai cosiddetti "cold case".

C'è qualcosa di lugubre e perturbante che ci spinge a scavare nei meandri delle menti complesse, di quei meccanismi fallaci portatori di morte e dolore. Un voyeurismo primordiale, nato in seno a un'animalità intrinseca all'uomo e tenuta latente, dormiente, che una volta esplosa ci porta a curiosare, scoprire, capire cosa abbia spinto un essere umano a regredire allo stato animale. Se al cinema opere come La finestra sul cortile e Lo sciacallo si sono elevate a saggi in celluloide di questa spinta indagatrice, il fenomeno mediatico del documentario di Netflix Making a murder, ha aperto un varco grazie al quale un'ulteriore schiera di docu-serie hanno potuto prendere il via, dando voce a casi irrisolti, avvolti da un manto di attrazione di matrice macabra e sublime.

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Beverly Lynn Smith - Delitto irrisolto: una scena della docuserie Amazon

Attraverso la nostra recensione di Beverly Lynn Smith - Un delitto irrisolto, nuova docu-serie disponibile su Prime Video, vogliamo sottolineare come questa spinta attrattiva verso questo mondo non si è ridotta, ma anzi, si è ulteriormente rafforzata. Un viaggio nel labirinto dell'incubo tramutatosi in realtà, dove i canoni dell'horror si traducono in atti reali, compiuti da mani vere e cuori freddi e pulsanti. Documenti, testimonianze, nastri audio, tutto si fa tessera di un puzzle irrisolto e per questo ancora più accattivante dal punto di vista dell'affezione spettatoriale.

Beverly Lynn Smith - Un caso irrisolto: la trama

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Beverly Lynn Smith - Delitto irrisolto: una scena della docuserie Amazon

Aveva 22 anni e una vita apparentemente ordinaria, Beverly Lynn Smith. Residente in una fattoria nella comunità industriale di Oshawa, in Ontario, con il marito e una bambina di 10 mesi, la ragazza passava le giornate come una semplice giovane casalinga. Nel cassetto tanti sogni e pure qualche sacchetto di marijuana che il marito trafficava di nascosto, ma per il resto nulla poteva far presagire la portata della tragedia che l'avrebbe toccata. Era la sera del 9 dicembre 1974: nella cucina di casa sua Beverly muore per un colpo di pistola alla nuca. Ci vollero un paio d'anni, e decine di interrogatori e impronte digitali, quando il principale indiziato diviene Alan Smith, vicino di casa e - a discapito del cognome - nessun legame di sangue con la giovane vittima. Nel 2007, quando ormai era diventato un "cold case", i risultati di un test del poligrafo compiuto su sua moglie, hanno sollevato nuovi sospetti e Smith è diventato il sospettato principale. Un sospetto quasi confermato da The Big Jim, indagini compiute sotto copertura e sotto false identità dai poliziotti canadesi al fine di estrapolare quella confessione capace di incastrare il colpevole. Nonostante quella confessione arriverà, Smith ha sempre mantenuto la sua innocenza, e la stessa corte si è promulgata in favore dell'uomo lasciando il caso ancora irrisolto. 

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La sospensione visiva della tragedia

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Beverly Lynn Smith - Delitto irrisolto: una scena della docuserie Amazon

Nell'universo di Beverly Smith non ci sono risposte. Tutto è sospeso, messo in pausa. Il suo caso di omicidio si trova in un limbo toccato da due fronti contrapposti: vittime e sospettati; innocenza e pseudo-colpevolezza; polizia e indagati. Sono mondi incontratisi per pochi istanti, ma che il documentario vuole indagare separatamente e con fare super partes. Senza mai rivelare la propria presa di posizione, la regista Nathalie Bibeau (con uno stile), lascia parlare i propri protagonisti, con fare democratico ed egualitario, seguendo uno stile approntato recentemente anche da Cosima Spender con un'altra docu-serie come Sanpa - Luci e ombre di San Patrignano. Perché in un universo di perdita e misteri irrisolti, chi gira intorno a questo nucleo di domande, sono persone, esseri umani. Ed è su questo concetto, quello di un'umanità sottratta, privata e perduta, che la regista punta tutto sull'aspetto visivo. Ecco allora l'uso del grandangolo, per esacerbare il senso di pena, inquietudine e disorientamento che ancora pervade dentro e fuori i protagonisti della tragedia, di coloro, cioè, che rimangono e devono fare i conti con la realtà. Le riprese sono invece perennemente ristrette sui volti di chi Beverly l'ha amata, conosciuta, o solo indagata come semplice "caso", quasi con la voglia di inserirsi tra gli spazi epidermici di ogni loro ruga per entrare nel loro mondo interiore e ricavare così la verità.

Il caso Beverly Lynn Smith: la parola al pubblico giurato

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Beverly Lynn Smith - Delitto irrisolto: una scena della docuserie Amazon

Se è vero che siamo il risultato di ogni nostra più piccola scelta passata, allora il documentario diretto dalla Bibeau non si limita solo a sezionare ogni momento che ha preceduto e seguito l'omicidio, ma volge il proprio sguardo indagatorio anche sul passato di chi è stato toccato (in)direttamente da quel colpo di pistola fatale per Beverly. Una ricerca a tutto campo, scevra di quella fame presuntuosa di trovare una soluzione finale al mistero, che parte dalle origini per fornire allo spettatore tutti gli strumenti necessari per formularsi una teoria personale, e sentirsi così al centro degli eventi. Non più pedina passiva in un gioco alla caccia all'assassino, il pubblico ora vive di illusioni, sentendosi parte attiva di un mondo che ha imparato a conoscere, interiorizzare, (soprattutto grazie a serie TV come CSI, Criminal Minds, e ancor prima con opere letterarie come quelle di Agatha Christie) per riversarle su produzioni audiovisive generate dalla violenza del reale. Nessuna voce fuori campo, il caso irrisolto dell'omicidio di Beverly Lynn Smith viaggia sull'onda delle parole e dei ricordi pronunciati dalla bocca di coloro che quei momenti li hanno vissuti sulla loro pelle, o attraverso delle indagini. Prove e testimonianze sono bussole che guidano il pubblico in questo mare in tempesta, mosso dal mistero e dall'omertà. Ciò permette di prendere per mano lo spettatore e guidarlo in questo inferno americano senza intenzione di influenzarlo, ma donandogli una visione quanto più oggettiva possibile e permettergli di formulare una versione quanto più personale dei fatti. Lo spettatore si eleva così al rango di detective, avvocato e testimone.


Dimenticarsi del caso, raccontare il sospetto

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Beverly Lynn Smith - Delitto irrisolto: una scena della docuserie Amazon

Eppure, è proprio questa volontà di concentrarsi sul sospettato numero uno, tale Al Smith, che il documentario corre il pericolo di disorientare lo spettatore e fargli così perdere la via maestra. Sovraccaricato di dettagli e informazioni, il pubblico rischia di dimenticarsi il cuore dell'intreccio, il motivo principale che lo ha portato a cliccare play e immergersi in questa rete di lacrime e sguardi bassi per scoprire di più circa l'omicidio di Beverly Smith. Partendo dalla storia di Al Smith e dalle indagini che hanno portato al suo arresto, per tutto il corso della prima puntata l'intero caso viene messo da parte. Sebbene lasciato ai tristi lasciti della memoria collettiva sia statunitense che canadese, vi è un'enorme fetta di pubblico posta all'oscuro di questo caso. Privato di coordinate, dettagli e informazioni salienti riguardo alla vittima e alla sua famiglia (tutti elementi rimandati al secondo episodio) un'aura di confusione aleggia nel corso della visione. Spingere l'acceleratore sulla psicologia dei sospettati, tralasciando sul ciglio della careggiata l'omicidio che li hanno resi tali, è un boomerang che rischia di auto-sabotare la serie. È lungo il cammino dalla periferia verso il centro della storia per lo spettatore, il quale per essere pienamente coinvolto nella storia, deve prima aprire la gabbia toracica della narrazione per analizzare la natura del male, e solo successivamente dirigersi verso il resto del corpo e comprendere la causa dell'espansione di tale dolore. Orfano di ogni informazione circa la vittima, lo spettatore non potrà, cioè, stabilire una connessione con essa, arrivando a immergersi appieno nella selva oscura dell'eterno dolore che l'ha colpita e porsi alla ricerca del suo aguzzino.

Non c'è luce tra i misteri

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Beverly Lynn Smith - Delitto irrisolto: una scena della docuserie Amazon

Non c'è luce a illuminare il caso di Beverly Lynn Smith. Lo stanno a dimostrare anche una fotografia cinerea, e un cromatismo freddo, che avvolgono l'intera opera e, in modo particolare, la testimonianza del principale indagato, Al Smith. Non solo le sfumature grigiastre riprendono l'ambiente peschereccio e lacustre circostante, ma riescono anche a enfatizzare quel senso lugubre di sospetto che avvolge l'uomo. Ecco allora che l'intervista ad Al Smith si svolge non all'esterno di casa - quindi in un posto confortevole - ma in una stanza ora spoglia, lasciando che l'uomo si trovi, di nuovo e ancora, al centro di un interrogatorio. Colori freddi sono una costante di tutta la serie, una palette di azzurri e verdi con cui lasciare quel senso di freddezza sulla pelle dello spettatore, e un senso di sospensione e mistero, tipica di un caso irrisolto, (non a caso in inglese tali casi si definiscono "cold case") nella sua anima.

L'eterno vagare del mistero

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Beverly Lynn Smith - Delitto irrisolto: una scena della docuserie Amazon

Slegandosi da quella tipica struttura narrativa lineare canonicamente accettata come standard, il documentario parte dal contemporaneo per andare indietro nel tempo, e lanciare così lo spettatore nel mondo di chi si è presentato come il cattivo della storia, prima di passare a quello della vittima sacrificale. Prologo ed epilogo si ritrovano, così, in una struttura circolare evocante un senso di continua ripetizione; un rincorrersi degli eventi ad libitum e senza risoluzione finale, con il quale innestare nello spettatore un senso di continua sospensione in una storia che non avrà mai fine e, con essa, nessun colpevole. Il cerchio dei sospetti continua a girare a vuoto, come una ruota panoramica senza freni. Un viaggio temporale sostenuto da un attento lavoro di montaggio, raffinato processo di taglia e cuci di derivazione cinematografica, che alterna con dinamicità e a un ritmo armonioso con la natura degli eventi narrati, reperti audiovisivi, al racconto delle persone coinvolte e inserti urbani e paesaggistici dall'alto. Ciò che ne consegue è un gioco della campana in cui a ogni episodio si salta in una nuova casella che al posto di sollevare e divertire, intrica maggiormente questa fitta rete di misteri e relazioni interpersonali intessute di silenzi, false testimonianze e traffici loschi mai rilevati.

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Beverly Lynn Smith - Delitto irrisolto: una scena della docuserie Amazon

Attori su un palcoscenico traballante e senza tetto, pronto a essere investito da un tornado: ecco a cosa rassomigliano gli intervistati in Beverly Lynn Smith - Un delitto irrisolto. La loro è una realtà ancor più cruenta del più cruento dei film mai realizzati: una commistione di falso e vero, immaginato e reale, che nel caso di Beverly si fa ancora più intricato e sottile. I confini si riducono a zero. Quello da loro calcato è un teatro dei segreti, di estrapolazioni di verità nascoste, manipolate, e di ricordi falsati. Il tutto mentre lo spettatore magicamente si sdoppia per affiancare al proprio ruolo di osservatore quello di detective. Intanto, ecco che dinnanzi a lui lo spettacolo cruento della vita va avanti, ancora privo di una penna pronta a sancirne l'epilogo e, con esso, lo svelamento del cattivo attraverso cui porre finalmente fine a questa fiaba noir dei giorni nostri.

Conclusioni

Concludiamo questa nostra recensione di Beverly Lynn Smith - Un delitto irrisolto sottolineando come la portata degli eventi non sia stata sempre sfruttata appieno dal punto di vista narrativo. Concentrandosi maggiormente sul personaggio di Al Smith il documentario perde la propria forza attrattiva sullo spettatore, ora restio a stabilire un contatto con il probabile assassino.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • Il montaggio dinamico.
  • La mancanza di un commento fuori-campo.
  • La regia super partes.
  • La fotografia fredda e glaciale.

Cosa non va

  • La disposizione degli eventi narrati.
  • Il sovraccarico di informazioni circa Al Smith nel corso della prima puntata.
  • Il mettere da parte la storia di Beverly Smith.