Better Things, la recensione: la comedy familiare e lavorativa di Pamela Adlon

La nostra recensione di Better Things, la comedy di e con Pamela Adlon che finalmente arriva in Italia dal 6 ottobre su Disney+ Star: uno spaccato realistico e meta-televisivo su una famiglia al femminile.

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Better Things: una foto di scena

Iniziamo la nostra recensione di Better Things, la comedy che finalmente arriva in Italia dal 6 ottobre su Disney+ Star, precisando subito come non sia la "risposta al femminile" di Louie di Louis C.K. da parte di Pamela Adlon, che peraltro con lui l'ha co-ideata e scritta, e nemmeno vada associata al suo co-ideatore maschile, travolto poi dallo scandalo delle molestie tanto che Louie chiuse e si pensava sarebbe accaduto lo stesso a Better Things. Per fortuna così non è stato e la comedy di e con Pamela Adlon ha acquisito sempre più una propria identità indipendente. Ma in realtà l'ha sempre avuta al suo nucleo.

Madre e attrice

Better Things: il poster della seconda stagione
Better Things: il poster della seconda stagione

Pamela Adlon, famosa tra le altre cose per essere la voce della bambina di Howard e Bernadette in The Big Bang Theory, interpreta Sam, una madre divorziata con tre figlie femmine che deve crescere da sola in quel di Los Angeles. Una versione sopra le righe di se stessa. Lei è un'attrice e in questa dramedy estremamente meta-televisiva seguiamo da un lato l'approcciarsi di Sam alle scoperta dell'identità, personale e sessuale, delle proprie figlie, Max (Mikey Madison), la più grande e agli ultimi anni delle superiori, Frankie (Hannah Alligood), la più anticonformista e ribelle nel difficile passaggio fra la pre-adolescenza e l'adolescenza, e Duke (Olivia Edward), la "piccola di casa", ma molto intelligente e perspicace. Dall'altro assistiamo divertiti al barcamenarsi di Sam Fox (un nome quasi da cartoon) tra lavori più o meno dignitosi a Hollywood. Ci sono molte situazioni da show nello show che faranno sorridere i palati seriali più raffinati, ma anche chi cerca una comicità più vera e realistica troverà pane per i propri denti. Questo perché la serie esplora in modo assolutamente sfaccettato e attento le sfumature dell'essere madre, dell'essere figlia, dell'essere donna oggi. Con tutte le contraddizioni che questi tanti ruoli comportano insieme al confronto e scontro generazionale. Sam è anche una figlia e una sorella: completano il quadro familiare la madre Phyllis (Celia Imrie), che abita dall'altra parte della strada, una giunonica inglese impicciona e spesso fuoriluogo che inizia a perdere colpi, e Marion, il fratello estraniato di Sam (Kevin Pollak). Tra le righe si affrontano svariate tematiche attuali, come appunto la sessualità sia adolescenziale che più "matura", la demenza senile, e così via.

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Uno spaccato realistico

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Better Things: un'immagine della serie

A intermezzare le sequenze con le dinamiche familiari di Sam e figlie non sono dei momenti stand-up comedy come il collega Louie o altre serie simili, come Seinfeld, ma momenti lavorativi tragicomici. Performance e momenti rubati sui set, sequenze con effetti speciali non semplici da realizzare: insomma la magia di Hollywood svelata e messa anche un po' alla berlina insieme a tutte le sue contraddizioni. Non mancano ovviamente le guest star, tra chi interpreta se stesso e chi una persona che gravita nella vita di Sam: Julie Bowen, Lenny Kravitz, David Duchovny, Danny Pudi, Bradley Whitford, Constance Zimmer, Matthew Broderick sono solo alcuni degli esempi di interpreti che si sono prestati a Pamela Adlon. O i migliori amici di Sam, anch'essi sopra le righe, Rich (Diedrich Bader, American Housewife), Macy (Lucy Davis, Le terrificanti avventure di Sabrina) e Sunny (Alysia Reiner, Orange is the New Black).

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Better Things: una scena della serie

Ciò che colpisce di Better Things è la semplicità e l'immediatezza con cui riesce a raccontare la quotidianità e ad entrare presto nel cuore degli spettatori, ai quali sembrerà di conoscere i Fox da sempre dopo pochi episodi. La fotografia luminosa e la regia da camera a spalla della comedy, la colonna sonora indie, insieme alla scrittura delicata e schietta vuole raccontare il mondo di oggi senza peli sulla lingua ma anche con molto cuore. È una serie che va vissuta, interiorizzata, sarà come guardarsi allo specchio e provare a vedere una versione migliore di se stessi. O che almeno ci sta provando.

Conclusioni

A chiusura della nostra recensione di Better Things confermiamo che a colpirvi di questa dramedy sarà la schiettezza e delicatezza con cui vi parlerà e mostrerà la quotidianità di una famiglia “al femminile”. Merito dell’occhio e del punto di vista attento di Pamela Adlon, del cast variegato e ben assortito e della messa in scena che punta su una fotografia, regia e colonna sonora indie e realistiche.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • Pamela Adlon è un vero talento e una forza della natura e finalmente ci sarà la possibilità di conoscerla anche in Italia.
  • Scrittura, regia, fotografia e colonna sonora attente al realismo del racconto quotidiano.
  • I tanti punti di vista femminili messi a disposizione della Adlon, così come le tante guest star a impreziosire il racconto.

Cosa non va

  • Non è una comicità per tutti i palati seriali, soprattutto per la parte meta-televisiva.