La 61esima edizione del Festival Internazionale del Film di Berlino si apre all'insegna di un accorato appello al rispetto dei diritti umani. Nel bel mezzo del tavolo della giuria, presieduta dall'affascinante Isabella Rossellini, spicca la sedia vuota di Jafar Panahi, condannato a scontare una durissima condanna che gli impedisce di lasciare l'Iran e di produrre le sue opere per i prossimi vent'anni. Sedici i film in competizione, tredici dei quali in anteprima mondiale, che si contenderanno l'Orso d'oro, assegnato durante la cerimonia di chiusura che si terrà sabato 19 febbraio. Purtroppo anche quest'anno le pellicole italiane scarseggiano. Assenti nel concorso internazionale, a rappresentare l'Italia ci pensano la commedia nostalgica e amara Gianni e le donne, opera seconda di Gianni di Gregorio, e il boccaccesco e profetico Qualunquemente, satira interpretata da Antonio Albanese che scimmiotta la realtà politica italiana pur essendo stata scritta più di due anni fa. Entrambe le pellicole vengono presentate in sezioni collaterali. La conferenza stampa si apre doverosamente con un pensiero a Panahi.
Purtroppo oggi Jafar Panahi non è con voi, ma al suo posto c'è una sedia vuota?
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Isabella, sei stata ospite a Berlino molte volte, ma mai in giuria. Cosa si prova a ricoprire il ruolo di presidente?
Isabella Rossellini: Sono felicissima di essere in giuria ed essere il presidente è una cosa che nutre il mio ego. Mi fa molto piacere vivere il festival in questa veste inedita perché per la prima volta posso finalmente guardare film invece di passare tutto il tempo con la stampa. E' un'esperienza stupenda.
Quanto è stata dura portare avanti la tua carriera in quanto figlia di due enormi celebrità?
Isabella Rosselini: Ho imparato col tempo ad amare questo lavoro. Purtroppo ho perso i genitori quando ero adolescente quindi non hanno potuto seguire la mia carriera. Oggi non mi sento arrivata. Nel nostro lavoro, tra provini e nuovi progetti, ci mettiamo costantemente alla prova.
Nina, come vivrai quest'esperienza di giurata?
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Avete un'idea dei criteri che utilizzerete per scegliere il film vincitore? La presenza/assenza di Jafar peserà in qualche modo sul vostro giudizio?
Isabella Rossellini: Stiamo iniziando solo oggi a vedere i primi film e non abbiamo ancora idea dei criteri che utilizzeremo. Penso che sceglieremo il film migliore, quello che ci toccherà e ci convincerà maggiormente. Non credo che Jafar sia in grado di consigliarci perché lui non può vedere i film e noi non siamo in grado di comunicare con lui.
In concorso vi sono anche due pellicole latino-americane, El premio e Un mundo misterioso. Isabella, quale è il tuo rapporto con l'America Latina?
Isabella Rossellini: Parlo un po' di spagnolo e visto che è molto simile all'italiano spesso mescolo le due lingue quando mi trovo nei paesi latini. Sono stata in America Latina molte volte, soprattutto in Cile e in Argentina. Uno dei miei collaboratori nel progetto Green Porno è un naturalista argentino. Adoro questi paesi e la loro cultura perché è molto vicina a quella italiana.
Jan, quale è la situazione attuale del cinema australiano? Cosa ci puoi dire della sua vitalità produttiva?
Jan Chapman: In Australia abbiamo un governo che sostiene la produzione cinematografica con grande attenzione. L'Australia ha una notevole produzione cinematografica e odio l'idea che il nostro cinema sia considerato un fratellino minore di quello americano. Passiamo molto tempo a supportare l'individualità e la creatività dei nuovi autori, questo anche al supporto governativo.
Che cosa cercate in un film?
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Aamir Khan: Per me il cinema è soprattutto racconto. Cerco qualcosa che mi coinvolga, che mi faccia riflettere sulla vita e sulle persone, che mi faccia conoscere qualcosa in più sul mondo.
Guy Maddin: Io spero soprattutto di vedere grandi film. Non mi limiterò al solo giudizio estetico perché ogni film ha un contenuto politico e l'assenza di Jafar ci dimostra la potenza che può essere contenuta in un'opera.