La quarta giornata di questa edizione del Festival di Berlino si apre con l'unico film italiano in concorso: In memoria di me, opera seconda di Saverio Costanzo. Il film del regista di Private è interpretato da Christo Jivkov e racconta la storia di Andrea, un ragazzo che entra a far parte di una comunità religiosa con l'intenzione di diventare prete. Durante il suo percorso di fede, Andrea si confronterà con altri novizi e con i preti che vivono nel monastero di cui è ospite, e scoprirà che l'ambiente di cui fa parte, nonostante sia immerso nel silenzio e nella preghiera, nasconde degli intrighi. Tratto da un romanzo di Furio Monicelli, In memoria di me è un film presuntuoso che non mancherà di suscitare polemiche in ambito cattolico per la scena del bacio che ne caratterizza il finale.
Oltre al film di Costanzo è stato presentato anche Goodbye Bafana, che uscirà nelle sale italiane a fine marzo, con il titolo Il colore della libertà: il film è ispirato ad un romanzo autobiografico di James Gregory, che fu incaricato di tenere sotto controllo Nelson Mandela, durante la sua prigionia. e del quale alla fine divenne amico, dopo che il leader dell'Africa National Congress riuscì ad abbattere il muro di pregiudizi che li separava.
Il film di Bille August, che tra l'altro è stato presentato proprio oggi, nel giorno in cui ricorre il diciassettesimo anniversario della scarcerazione di Mandela, è sviluppato in maniera fin troppo lineare e prevedibile ma discretamente interpretato da Dennis Haysbert, Joseph Fiennes e dalla splendida Diane Kruger.
L'evento più atteso della quarta giornata del Festival però è stato l'ultimo film di Clint Eastwood fresco di nomination agli Academy Awards: Lettere da Iwo Jima, interpretato da un bravo Ken Watanabe, è recitato quasi totalmente in giapponese ed è la versione parallela ed a suo modo speculare di Flags of Our Fathers. Si tratta di un film dalla struttura molto solida, visivamente imponente, che non manca di emozionare lo spettatore.
Nel corso dell'incontro con la stampa, dalla quale è stato accolto con un lungo applauso, Eastwood ha parlato del suo rapporto con la cultura giapponese, ed in particolare con il cinema di Akira Kurosawa, ma anche delle motivazioni che l'hanno spinto a realizzare il film.
Tra i film protagonisti della giornata di oggi, anche The Trap di Srdan Golubovic e La Leon di Santiago Otheguy: il film di Golubovic, che è stato presentato nella sezione Forum, è un interessante noir serbo in cui un padre deve fare di tutto per procurare i soldi necessari per un'operazione chirurgica che può salvare la vita del figlio. The Trap porta sul grande schermo il dramma di un uomo che si ritrova solo con la proprio decisione ed affronta il tema del valore che si dà alla vita umana e del diverso valore che hanno le vite di individui diversi.
Il film di Otheguy, invece fa parte della sezione Panorama Special, e racconta la storia di Alvaro, un semplice pescatore che vive in una remota isola fuori dalla costa Argentina, nella quale la sua omossesualità e il suo amore per la letteratura fanno di lui un outsider. La Leon è un dramma che scivola lentamente verso l'epilogo lasciando lo spettatore incantato dalla splendida ed elegante fotografia in bianco e nero e dai suggestivi paesaggi acquatici che fanno da sfondo alla storia.