Seconda giornata dal livello altalenante a Berlino, in attesa della giornata di domani, in cui si contano numerosi titoli di grande interesse (il director's cut di The New World, il nuovo delirio di Takashi Miike, Neil Jordan e Michel Gondry). Molto clamore ingiustificato per Bye Bye Berlusconi (che tratteremo più approfonditamente nella soggettiva di questa settimana), che ha tentato di sottrarre un po' della giusta attenzione che pubblico e critica hanno rivolto a Syriana: l'intricata spy story diretta da Stephen Gaghan ed interpretata da George Clooney. Affabile e divertente come sempre, l'attore americano è stato il personaggio del giorno, anche se, come accennato, la stampa italiana si è molto concentrata sul finto documentario italo-tedesco sul nostro presidente del consiglio. Reazioni unanimemente negative per un film brutto, sconclusionato ed anche un po' arrogante. E come è tipico di questi progetti ostentatamente sovversivi, la carica politica del plot si è ritorta contro per trasformarsi nel suo paradossale contrario, ovvero una pellicola insulsa, cialtrona e reazionaria su una presunta osteggiata realizzazione di un film sulle malefatte del capo del governo italiano.
In mattinata invece, è stato presentato il danese En Soup, secondo film in concorso, dall'impostazione interessante, per il quale vi rimandiamo alla nostra recensione, e per la rassegna Panorama il nuovo film dell'argentino Daniel Burman (regista di El abrazo partido). Gradevole quanto leggera storia di un rapporto familiare irrisolto tra un padre e un figlio (entrambi avvocati), Family Law è sobrio ed essenziale nei toni e nella recitazione ma ha il limite di rimanere troppo indifferente allo spettatore. Ancora Italia in Forum per Inatteso, documentario di Domenico Distilo sugli immigrati che chiedono asilo politico nel nostro paese.
Anche l'immancabile Amos Gitai nella rassegna Forum, con il suo documentario News from Home / News from House, che segue, in tre soporiferi momenti diversi nell'arco di trent'anni, la costruzione di una casa e le persone che vi hanno lavorato. Lo spettatore verrà messo a durissima prova. La speranza è che l'attivissimo Gitai prima o poi si prenda una pausa di riflessione. Altro cinema che prende tragicamente le distanze dal pubblico è quello dello svedese Lukas Moodysson che ha presentato in Panorama, lo sperimentale Container: sequenze muta di immagini accompagnate dalla voce di Jena Malone e da numerosi sbadigli in sala. Gli preferivano decisamente Fucking Åmål - Il coraggio di amare.