Benedict Cumberbatch, da Sherlock alla Marvel: "Con il coraggio arrivi ovunque"

Lo Zurich Film Festival celebra Benedict Cumberbatch, con il Golden Eye Award. In una lunga masterclass, l'attore e produttore ha ripercorso la sua carriera, da Sherlock a The Thing With Feathers, che ha interpretato e prodotto con la sua SunnyMarch.

Benedict Cumberbatch al 21° Zurich Film Festival

Con l'emozione e la confusione di chi non vuole perdersi nulla di ciò che di creativo la vita ha da offrire, Benedict Cumberbatch sale sul palco del grandissimo e modernissimo cinema Arena di Zurigo per ricevere il suo Golden Eye Award alla carriera, reduce da un concerto degli Oasis che gli ha concesso ben poche ore di sonno. Nonostante ciò, l'attore, aiutato da un contesto paradossalmente intimo, creato da luci soffuse e una platea numerosissima ma accogliente, si abbandona a raccontare la sua esperienza di attore e produttore.

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Benedict Cumberbatch al Zurich Film Festival durante la consegna del Golden Eye Award alla carriera.

Sebbene la sua carriera da attore sia iniziata da giovanissimo in teatro, il suo "decollo" professionale, televisivo e cinematografico può condensarsi nel biennio 2010-2011 dove è praticamente successo tutto. Lo commenta così Cumberbatch: "Ricordo che stavo facendo uno spettacolo al National Theatre, After the Dance di Terence Rattigan, diretto da Thea Sharrock, e di esser passato da quello al set di War Horse di Steven Spielberg. Sherlock uscì quell'estate. E poi La talpa ed ancora Frankenstein di nuovo al National Theatre, e poi, sì, è diventato tutto piuttosto folle. Io volevo soltanto lavorare sodo e in una comunità che rispettavo e con rispetto per essa, quello era il mio obiettivo sincero all'inizio, e poi sono arrivati questi ruoli straordinari e iconici, e con essi molta più esposizione e fama e la leva per fare altro lavoro, incluso tornare a fare film più piccoli come The Thing with Feathers che presentiamo qui. Quella fu l'estate in cui mi dissi: oh wow, qualcosa è successo".

Il Club degli Sherlock

Tutto è iniziato con il ruolo di Sherlock Holmes nella serie BBC Sherlock del 2010, liberamente tratta dalle opere di Sir Arthur Conan Doyle, creata da Steven Moffat e Mark Gatiss che lo ha visto recitare accanto a Martin Freeman nei panni di John Watson. Un successo di quella che era ancora la TV classica ma celebrato via social: "era da poco nato Twitter, quindi sembrava che ci fosse una risposta immediata da internet alla serie. È stata la reazione dal vivo non dal vivo più forte che abbia mai ricevuto. E io non avevo, e non ho tuttora, Twitter o come si chiama, e mi era stato comunicato che eravamo trending topic e che il nostro era il programma numero 1. Pensavo che poi ci sarebbe stato un seguito dal vivo, che la gente mi avrebbe avvicinato con i flash ed invece ricordo di essere uscito da casa di Steven ( Moffat) e ad aspettarmi c'erano solo un gattino e il mio taxi. Tutto qui."

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Benedict Cumberbatch in una scena di Il Potere del cane di Jane Campion

Sempre su Sherlock, a fine incontro, è arrivata l'esilarante domanda: che rapporto ha con gli altri attori che hanno interpretato Sherlock Holmes nella loro carriera, considerando che molti hanno lavorato con lei in altre produzioni? è argomento di conversazione? Cumberbatch con la serietà e il guizzo dello humour britannico risponde senza esitazioni: "Abbiamo un club e andiamo molto d'accordo. Robert (Downey Jr) ed io siamo amici ed è divertente confrontare i nostri appunti sul personaggio".

I ruoli iconici di Benedict Cumberbatch

The Imitation Game: la prima immagine di Benedict Cumberbatch
Benedict Cumberbatch in una scena di The Imitation Game

Dal 2011 al 2014, nel giro di pochissimi anni, per Benedict Cumberbatch sono arrivati molti dei ruoli che hanno definito la sua carriera. A partire da due esperienze catartiche, War Horse diretto da Steven Spielberg e 12 anni Schiavo di Steve McQueen: "Non ho cercato aneddoti su di loro né avevo aspettative. Volevo solo fare la mia esperienza con entrambi gli straordinari Steve e Steven. La prima volta che ho sentito Spielberg gridare 'Azione!', ho pensato: questo è il cinema, baby. È stato inebriante!".

Nel 2014 arriva The Imitation Game, adattamento cinematografico della biografia del matematico e crittoanalista Alan Turing, mente brillante fondamentale per sconfiggere Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale, screditato però e umiliato dal governo britannico per la sua omosessualità.

Linearmente questo personaggio si connette con un altro fondamentale nella filmografia di Cumberbatch, Phil Burbank de Il potere del cane di Jane Campion del 2021. Un personaggio storico realmente esistito e uno nato da un libro: "mi sono preparato in modo molto diverso per questi due ruoli. Alan era, in un certo senso sconosciuto. Le sue conquiste erano note, il suo status iconico nella comunità gay in alcune parti era noto così come il suo lavoro a Bletchley Park; ma l'intera storia messa insieme e per una comunità globale più ampia, non lo era. Quindi c'è un grande peso di responsabilità nel fare del proprio meglio per far riconoscere la vita di quell'uomo, onorarne la storia. Quello che chiedo, prima di poter iniziare un film, è sapere chi fosse quella persona prima che la storia si svolga e dunque ho fatto tutte le ricerche, letture, attività, incontri che mi permettessero di ricomporre Alan. E poi accadono cose sul set che non sono preparabbili e se sei coraggioso diventi un canale per qualcosa".

E continua "C'è un momento nel film in particolare in cui Joan va a trovarlo e lui ha iniziato la castrazione chimica dopo l'umiliazione del suo processo pubblico per adescamento, essendo perseguito come omosessuale, e ho semplicemente iniziato a piangere. Non riuscivo a smettere di piangere dopo, e non era solo lui o la situazione, ma immaginare davvero ciò che ha passato. Noi siamo lì a raccontare una storia e a cercare di creare un momento perché un pubblico capisca, ma all'improvviso a volte mi travolge ciò che un personaggio attraversa, reale o fittizio".

Il successo de Il potere del cane

Prosegue poi Cumberbatch a parlare di Il Potere del Cane: "Con Phil Burbank ho avuto una percorso molto più lungo. Ho avuto una regista incredibilmente desiderosa di conoscermi prima, così da potermi lasciare trovare qualcosa di molto profondo. Io provo davvero cura per i miei personaggi e non significa che approvi tutte le loro azioni, non significa che ne giustifichi il comportamento; ma, se si guarda oltre il comportamento fino all'umano, vediamo che c'è sempre dolore, c'è sempre danno, qualcosa che è rimasto senza risposta che sta marcendo, che è pericoloso e Dio sa se è diffuso nel mondo in questo momento. Senza entrare in politica, perché non è ciò di cui siamo qui a parlare oggi, pensiamo solo alla quantità di bambini che non hanno avuto il giusto tipo di amore e che ora stanno governando il mondo. Questo genera molta rabbia tossica."

Doctor Strange

Doctor Strange: una foto di Benedict Cumberbatch
Benedict Cumberbatch nei panni del Doctor Strange

Durante il video tributo a Cumberbatch, prima della consegna del premio alla carriera, le urla dei fan si sentono sonore all'apparire del suo Doctor Strange, direttamente dal Marvel Cinematic Universe. Non si può negare che questo personaggio abbia marcato la carriera dell'attore britannico tanto quanto Imitation Game o Sherlock. "È stato piuttosto esaltante. Penso che Strange porti con sé un senso di spiritualità in un franchise da campione d'incassi, l'idea che tutti hanno il potenziale per guarire; noi guariamo noi stessi ma guariamo anche gli altri, e quella scelta che lui ha, tornare indietro o andare avanti, fare meglio, l'ho trovata di grande ispirazione. Con lui, il misticismo esoterico dell'Oriente si mescola con l'Occidente per la prima volta e, di nuovo, penso che sia un elemento della nostra vita che in questo mondo eccessivamente digitalizzato e secolarizzato è piuttosto trascurato e visto come antiquato e credo invece sia necessario, ne abbiamo bisogno, quindi sta tornando. Quella è la forza di un personaggio del genere".

Produttore per SunnyMarch

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Benedict Cumberbatch durante la sua Masterclass al 21° Zurich Film Festival

Dal 2013, Benedict Cumberbatch è anche affermato produttore per la SunnyMarch, società fondata insieme al produttore Adam Ackland con cui ha realizzato i recenti I Roses, We Live In Time, The End We Start From, The Mauritanian e The Courier.

Al Festival di Zurigo Cumberbatch porta una delle sue più recenti produzioni, The Thing with Feathers, già presentato al Sundance lo scorso gennaio, per poi approdare alla Berlinale in Special Gala a febbraio. Il film è il debutto alla regia di un lungometraggio di finzione per Dylan Southern, tratto dal libro del 2015 di Max Porter Grief Is the Thing With Feathers e Cumberbatch ne è anche protagonista, nel ruolo di un padre di due ragazzi alle prese con il lutto per la perdita improvvisa della moglie. "Dylan è un documentarista esperto, ma questo è il suo primo film di finzione. Abbiamo preso i due ragazzi. Anche per loro è il primo lavoro. Che si tratti di registi, scrittori, storie o argomenti, la nostra porta è sempre aperta. Ci piace essere sorpresi" sottolinea l'attore-produttore per poi definire la mission della sua SunnyMarch: "cerchiamo di combinare qualità con commerciabilità, con la consapevolezza del tipo di film che amavamo guardare da ragazzi".

Delle positività e negatività del lavoro da produttore infine dice: "Le cose davvero entusiasmanti sono quando sei nella stanza dall'inizio, dal concepimento, e poi sei lì alla fine a consegnarlo al pubblico, come oggi. È snervante, ma è esaltante avere questo tipo di coinvolgimento completo. A volte riesco a farlo, a volte no. Varia da progetto a progetto, ma è enormemente soddisfacente a livello creativo".