Bar Giuseppe, la recensione: La parabola di Giulio Base, tra religione e politica

La recensione di Bar Giuseppe, il film di Giulio Base con Ivano Marescotti e Virginia Diop disponibile in esclusiva su RaiPlay dal 28 maggio.

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Bar Giuseppe: una sequenza del film

Avevamo già apprezzato il film precedente di Giulio Base, Il banchiere anarchico, e per questo ci siamo avvicinati a questa recensione di Bar Giuseppe, il suo nuovo lavoro presentato alla scorsa Festa di Roma, con rispetto per un autore che ha saputo stupirci e colpirci già due volte e con la voglia di raccontare un'opera che ha saltato l'uscita in sala dello scorso marzo e arriva in esclusiva su RaiPlay dal 28 maggio, a disposizione di un pubblico potenzialmente più ampio di quello che avrebbe potuto raggiungere con un'uscita tradizionale.

Una piccola storia di grande quotidianità

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Bar Giuseppe: una scena del film

Bar Giuseppe racconta una storia piccola e semplice, ma non per questo superficiale o banale. Ne è il cuore Giuseppe, proprietario di un piccolo bar di una stazione di servizio pugliese, apprezzato e amato dalla gente del posto per la sua bontà e disponibilità, in difficoltà quando si ritrova a gestire l'attività da solo alla morte della moglie. Senza speranza di un supporto da parte dei due figli Luigi e Nicola, decide di assumere qualcuno che possa dargli una mano nel lavoro quotidiano. Tra i tanti candidati, la scelta cade su Bikira, la giovane figlia di immigrati africani, con la quale, poco per volta, nasce un sentimento che sarà discusso e osteggiato dai familiari di Giuseppe e da tutta la comunità.

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La laica famiglia

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Bar Giuseppe: una sequenza del film

È evidente sin dal nome del personaggio, Giuseppe, il riferimento alla famiglia di Nazareth che qui viene declinata in una lettura più laica e con uno sguardo importante al presente e l'attualità. Molto importante il lavoro di Ivano Marescotti sul personaggio, tratteggiato mediante lavoro e gesti, piuttosto che attraverso le parole, come simbolo di quella ampia fetta di umanità che agisce in silenzio e con discrezione, senza alzare la vote.

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Bar Giuseppe: una foto del film

L'attore recita in sottrazione quanto è, invece, energica e vitale la sua controparte femminile Bikira (termine che in swahili significa "vergine") dell'esordiente Virginia Diop. Nel loro rapporto e nel suo significato prende forma il messaggio di Giulio Base, la sua riflessione sul concetto di famiglia umana a partire da quella che ha segnato la nostra cultura duemila anni fa, partendo dal passato per raccontare una storia universale con delicatezza e poesia.

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Un mondo senza muri

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Bar Giuseppe: un'immagine del film

Ma la storia di Giuseppe e Maria, che echeggia in quella dei personaggi di Bar Giuseppe, è anche una storia di migranti ed è questo un secondo importante tema dell'opera di Base: la suggestiva location scelta per il locale del protagonista è perfetta per rendere l'idea di un'oasi fuori dal tempo e dalla nostra realtà, un luogo in cui Giuseppe riesce a mantenere il delicato equilibrio tra la gente del posto e gli immigrati, sognando un ideale quanto difficile mondo senza muri.

Conclusioni

Chiudiamo questa recensione di Bar Giuseppe ribadendo le sensazioni positive lasciateci dal film di Giulio Base, una conferma dopo Il banchiere anarchico, che sa raccontare una parabola religiosa con attenzione al presente e la politica con tocco delicato e una sua propria poetica. Buone le prove di Ivano Marescotti e Virginia Diop nel mettere in scena i due protagonisti di questa storia delicata immersa in una location suggestiva e perfetta per ospitarne lo sviluppo.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • Il tocco di Giulio base, in equilibrio tra religione e politica, tra quotidianità e universalità.
  • La location scelta, perfetta per ospitare la storia che ci viene raccontata.
  • Il ritratto di Giuseppe tratteggiato da Ivano Marescotti, profondo e delicato.
  • La leggerezza di Virginia Diop nel mettere in scena Bikira.

Cosa non va

  • La prova di alcuni comprimari un po’ troppo sopra le righe.
  • Un paio di momenti meno a fuoco.