Baki Hanma stagione 2 parte 2, la recensione: l'ultimo scontro tra padre e figlio

Disponibile su Netflix la seconda e ultima parte della seconda stagione di Baki Hanma, con l'attesissimo e sanguinoso scontro finale tra il ragazzo più forte del mondo e suo padre. In un turbine di tecniche sempre più folli e micidiali, si compie il destino degli Hanma. Ecco la nostra recensione.

Baki Hanma stagione 2 parte 2, la recensione: l'ultimo scontro tra padre e figlio

A poche settimane di distanza dalla prima parte della seconda stagione, Netflix ha reso disponibili anche l'ultimo blocco di episodi di Baki Hanma, Baki Hanma stagione 2 parte 2, che si concentrano sul momento clou della serie, ovvero l'attesissimo confronto finale tra Baki e suo padre Yujiro, soprannominato l'Ogre, l'uomo più forte del mondo.
Si tratta del combattimento che i fan della saga attendevano con più trepidazione, visto che rappresenta il culmine del percorso di vendetta e crescita personale che ha compiuto il giovane protagonista fin dal principio.

Perché un padre e un figlio devono combattere

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Baki Hanma: un'immagine della seconda stagione

Per comprendere l'importanza di questo scontro, e il motivo per cui gli viene concesso tanto spazio, dobbiamo necessariamente fare un passo indietro, anche a beneficio di chi non è un appassionato hard-core della serie e non conosce tutti i retroscena.
Baki nasce come manga creato, nel 1991, da Keisuke Ikagaki. Diventa rapidamente un grande successo che prosegue per diverse serie in decine di volumi, venduti in milioni di copie.
Parte del successo è da imputare allo stile esagerato e perfino grottesco di Ikagaki, sicuramente. Ma, dietro le muscolature ipertrofiche e le tecniche sempre più esagerate, tanto da sconfinare nel misticismo, c'è una filosofia di fondo altrettanto estrema e affascinante.
Perché è vero che la premessa della storia è uno dei topoi narrativi più classici: Baki è stato costretto ad assistere al brutale omicidio della madre ad opera di Yuijiro, e da quel momento giura di vendicarsi, allenandosi e diventando abbastanza forte da sconfiggerlo.
Ma questa è solo la punta dell'iceberg.

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Baki Hanma: un'immagine della seconda stagione

In realtà, Baki è una storia di formazione molto più profonda, un vero e proprio manifesto di intenti che vede l'affermazione dell'individuo come motore e ragione principale dell'esistenza. E quest'affermazione, questa dichiarazione di forza, non si esprime solo attraverso la potenza fisica, o la conoscenza delle tecniche di combattimento: è una faccenda più spirituale, che ha a che fare con la possibilità, del singolo individuo, di essere in grado di fare ciò che desidera. Ci arriviamo tra un attimo.

Baki Hanma stagione 2 parte 1, la recensione: sfida all'uomo più forte della storia

Una tranquilla cena di famiglia

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Baki Hanma: un'immagine della seconda stagione

Dopo lo scontro con l'uomo preistorico Pickle, Baki è ormai arrivato a un tale livello di forza da rendere possibile un combattimento contro suo padre. Mentre il ragazzo è impegnato a perfezionare la sua ultima e più letale tecnica, ispirata dai movimenti fulminei degli scarafaggi, gli altri combattenti devono fare i conti con le conseguenze degli ultimi incontri. L'esperto di kung-fu Retsu Kaiou, in particolare, dopo l'umiliazione subita per la sconfitta, sente la necessità di cambiare completamente approccio, e decide di mettersi alla prova in una disciplina completamente diversa: il moderno pugilato.
Lo scontro ideologico tra la tradizione millenaria del kung-fu e la boxe procede parallelamente alla preparazione del fatidico e inevitabile confronto tra Baki e Yuijiro. Un incontro che viene, di volta in volta, temuto, auspicato e invidiato dalla miriade di personaggi che gravitano attorno a queste due titaniche e sovrumane figure.
Ma Baki non vuole un incontro in un'arena. Il suo obiettivo è fronteggiare Yuijiro da padre a figlio, sublimando il rancore, l'odio e l'ammirazione che prova da sempre nei suoi confronti attraverso un un faccia a faccia che sia, anche e soprattutto, una catarsi, un conflitto fisico ed emotivo attraverso il quale riconoscersi, superarsi e accettarsi.

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Baki Hanma: un'immagine della seconda stagione

Dall'altra parte Yuijiro, che ormai è un essere semi-divino temuto e rispettato da chiunque, capace di condizionare il fato del mondo, deve capire se esiste qualcuno in grado di confrontarsi alla pari con lui. Se il suo "erede", non solo in senso figurato, è in grado di comprendere la vera natura della sua forza, visto che ormai lui si è completamente distaccato dal resto dell'umanità.
I due mondi devono quindi collidere l'uno contro l'altro, con il pretesto di un "semplice e normale" diverbio a cena tra padre e figlio che, in pieno stile Baki, diventa un'escalation irrefrenabile di colpi micidiali, tecniche sovrumane e capovolgimenti di fronte, mentre il resto dell'umanità può solo assistere, in religiosa ammirazione, a questa dimostrazione di Vera Forza, in attesa di decretare il vincitore.

La forza di un Vero Uomo

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Baki Hanma: un'immagine della seconda stagione

Giunti al termine di questa seconda stagione, un'analisi tecnica è superflua: anche questo ultimo blocco di episodi ricalca lo stile e la messa in scena dei precedenti, con animazioni ridotte all'osso compensate, però, da trucchi registici efficaci e, soprattutto, da una potenza visiva fuori scala, esagerata e addirittura tronfia nella sua ricerca della celebrazione dei corpi ipertrofici dei protagonisti, grottescamente deformati eppure, in qualche modo, bellissimi.
Le anatomie dei lottatori sono impossibili, con muscoli che crescono sopra muscoli su una montagna di altri muscoli, con proporzioni insensate e pose che sfidano ogni legge fisica.
Eppure, nonostante ogni buon senso, tutta questa overdose di somatotropina è funzionale al racconto, soprattutto in quest'ultima, decisiva parte. Qui lo scontro è tra due entità che ormai hanno travalicato, e di parecchio, la natura umana: un uomo capace di cadere da un grattacielo senza riportare danni da una parte e, al lato opposto, un ragazzo che può muoversi con la velocità di un treno-proiettile "liquefacendo" i propri muscoli.
E questo è solo l'inizio (tacciamo, per amor di decenza, sulla "tecnica nunchaku", lasciando agli spettatori la gioia di scoprirla).

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Baki Hanma: un'immagine della seconda stagione

Ma funziona, appunto. Funziona non solo perché metafora del conflitto etico, prima che generazionale, tra padre e figlio, ma perché ne è l'unico sviluppo logico possibile.
Baki e l'Ogre sono diventati, col procedere delle puntate, figure mitiche, ideali di riferimento -per quanto distorti- dei "normali" esseri umani. Qui, attraverso flashback, scopriamo nuovi retroscena, momenti della vita di entrambi che definiscono meglio il loro traumatico passato e il percorso, lastricato di passione e sofferenza, che li ha portati al punto in cui sono ora. Il confronto risolutivo tra i due deve quindi necessariamente compiersi nel dominio del Mito Epico, con tecniche che fanno a cazzotti, consapevolmente e orgogliosamente, con il senso comune e la morale dei "normali" esseri umani.
C'è una frase che pronuncia Baki, ad un certo punto, che, per quanto apparentemente paradossale rappresenta perfettamente questo folle, estremo e affascinante anime: "Un figlio non può chiedere a suo padre il motivo per cui ha ucciso sua madre?".
Agghiacciante, vero? Ma nel momento in cui accettate questa premessa (non è facile, ce ne rendiamo conto), vi rimane solo da rilassarvi, abbandonare la logica e... godervi lo spettacolo.

Conclusioni

Al suo epilogo (per ora), la saga di Baki richiede una recensione più emotiva che tecnica. La parte meramente produttiva (animazione, regia, musiche...) è rimasta invariata rispetto agli episodi precedente, senza sostanziali modifiche. Dove invece Baki Hanma stagione 2 parte 2 trova lo spunto vincente è nel complesso e stratificato scontro tra i due sovrumani protagonisti, e sulla definizione del concetto stesso di "forza". Si tratta di un'estremizzazione, certo, ma d'altra parte stiamo parlando di un anime in cui il protagonista evoca lo spirito di un triceratopo per combattere, e la cosa ha, contestualmente, perfettamente senso. Basta staccare la ragione, e ammirare lo spettacolo primordiale della pura lotta.

Movieplayer.it
3.5/5

Perché ci piace

  • Una degna conclusione per uno scontro atteso da anni.
  • Alcune trovate sono decisamente fuori di testa (in senso positivo).
  • C'è, dietro tutti quei muscoli e quella retorica, una filosofia precisa...

Cosa non va

  • ... che può anche non piacere.
  • Non è decisamente un prodotto adatto a tutti.
  • Le animazioni restano appena sufficienti.