Badlands, tutto quello che sappiamo sul nuovo film di Predator

Il successo di Prey, primo prequel della saga di Predator, ha spalancato le porte a un secondo capitolo, che a quanto pare seguirà un corso antologico. Scopriamo insieme tutte le novità riguardanti Badlands.

Prey, il minaccioso Yautja di spalle

Usciva due anni fa il convincente Prey di Dan Trachtenberg, rilanciando di fatto il franchise di Predator. Un film molto diverso dal capostipite del 1987 diretto da John McTiernan, soprattutto nella volontà di cambiare il concept della saga e spostare l'azione su di un piano meno fisico e più mentale, impalcando nel farlo una grande analogia sull'empowerment e l'emancipazione femminile.

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Prey, alle origini di Predator

Non che mancasse di polso e spettacolarità, in termini di genere: è che ogni epoca sembra riconoscere un Predator differente, e quello distribuito via streaming su Disney+ era ammantato da una sottile aura woke perfettamente integrata col suo cinema di riferimento e con le intenzioni artistiche dell'autore. Più di tutto, Prey riportava al centro del discorso narrativo la caccia e la sopravvivenza, il ribaltamento dei ruoli tra preda e predatore, riflettendo indirettamente sulla cultura Comanche degli Indiani d'America e la loro posizione difensiva contro l'attacco dell'uomo bianco. Un titolo bilanciato e raffinato che è adesso pronto a spalancare le porte ad un secondo e interessante capitolo reboot intitolato Badlands, che a quanto pare proseguirà il progetto di Trachtenberg in modo antologico. Ma cosa sappiamo, finora, del film? E quali sono i motivi della costante evoluzione e trasformazione del franchise?

Predator, una saga decennale

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Uno dei Predators della saga

Dicevamo del quasi radicale cambio strutturale da un capitolo all'altro della saga. E questo sin dai suoi inizi. Gli anni '80 erano infatti quelli del prototipo dell'uomo macho, da Conan - Il Barbaro a He-Man and the Masters of the Universe, e la moda del culturismo ben si adattava all'action cinematografico sotto anabolizzanti. Non è un caso, infatti, che un body builder riscopertosi attore come Arnold Schwarzenegger sia stato scelto 37 anni fa come grande protagonista del film. Toccò poi al buddy movie poliziesco raggiungere l'apice del cinema hollywoodiano, ed ecco che Danny Glover divenne protagonista di Predator 2 nel 1990, che oltre ad avere un'ambientazione metropolitana completamente agli antipodi da quella della giungla, rispetto al primo film cambiò anche il regista. Al di là dei due crossover di Alien vs Predator, si attese poi fino al 2010 per vedere un nuovo capitolo canonico di Predator, anche questo totalmente diverso dai precedenti: futuristico, ambientato su di un mondo alieno, corale. L'idea era quella di approfondire l'universo narrativo, espandendolo, ma il titolo soffriva a monte di uno sviluppo a dir poco problematico e di una regia deludente.

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Amber Midthunder, protagonista di Prey

Fu un flop a cui seguì un secondo insuccesso nel 2018, questa volta sotto la guida di Shane Black in un lungometraggio che univa insieme sprazzi e intuizioni dei tre capitoli precedenti con un terzo atto - purtroppo - terribilmente pasticciato. Cambiare prospettiva, insomma, è da sempre appannaggio del franchise, che ha però ben incisa nel suo DNA una formula che resta basica pur modificandosi: deve esistere chi caccia e chi viene cacciato. Semplice. Talmente immediato che il talentuoso Trachtenberg capì di non necessitare poi di chissà cos'altro, portando tutto a uno stato più minimale ma cinematograficamente stratificato per addentrarsi nelle origini della saga, in una sorta di primo contatto tra umani e Yautja. Un discorso funzionale che ha difatti incontrato l'approvazione di molti, portando Hulu e il regista a sviluppare anche un sequel diretto del racconto che dovrebbe essere attualmente in lavorazione insieme a questo Badlands.

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Prey, due film in arrivo?

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Oscurità e sopravvivenza per il prequel della saga

Avete capito bene: i film di Predator in arrivo dovrebbero essere due. Il condizionale è d'obbligo soprattutto a causa di una mancanza di conferme da parte della produzione relativamente a Prey 2. La prospettiva antologica adottata da Trachtenberg può comunque diramarsi in tante direzioni differenti, allargando non di poco i confini passati e futuri del franchise. Il fatto che lo stesso regista abbia però scelto di prendere in mano le redini di Badlands, ci aiuta a capire le priorità dell'artista e della saga. Al netto dell'indiscrezione via Deadline sui lavori in attivo su Prey 2, allora, questo nuovo progetto a tema Predator sembra avere a prescindere una corsia preferenziale. Il dilemma principale è se il film sarà ambientato nei giorni nostri, tenendo conto dell'ultimo lungometraggio di Shane Black e portando avanti la narrativa della saga, oppure no. Considerando il titolo - ufficiale e non di lavorazione -, l'idea è che il prodotto possa appunto integrarsi nel franchise in modo antologico.

La cosa fondamentale è notare come l'autore (anche co-sceneggiatore del lungometraggio insieme a Patrick Aison, gli stessi nomi di Prey) sembri non volersi discostare dall'analogia d'emancipazione ed empowerment, cambiando date, luoghi e protagonisti ma non la centralità femminile. Leader del nuovo cast dovrebbe infatti essere Elle Fanning, a quanto pare in trattative finali per il ruolo, e anche il titolo sembrerebbe pre-annunciare una sorta di volontà neanche tanto celata di imbarcarsi in una specie di tour di caccia americano. Se Prey era ambientato nelle Grandi Pianure del 1700, questo secondo progetto potrebbe gettare radici nel Sud Dakota, in quello che è oggi un parco nazionale di quasi mille chilometri quadrati conosciuto proprio come Badlands National Park. Dalla morfologia della giungla, che richiama gli inizi del franchise, a una nuova geografia più desertica e calanchiva sempre correlata ai nativi americani, che chiamavano quelle zone mako sica, "le terre cattive" perché poco fertili e decisamente poco abitabili. Un nuovo e promettente terreno di caccia per i Yautja.