We're not bad people, but we did a bad thing
Queste erano le parole con cui iniziava Bloodline, e non possono che tornarci in mente, così come non possiamo non pensare a Desperate Housewives mentre scriviamo la recensione di Bad Sisters, la nuova dark comedy dal 19 agosto su Apple Tv+. Questo non solo per il cast tutto al femminile ma anche per il mix di comedy, drama e mystery e la critica sociale femminista disseminata tra le pagine di questo racconto audiovisivo. In generale viene da chiederci: quand'è che Apple proporrà un serial che non porta a casa il risultato?
Cinque sorelle, tanti guai
Al centro di Bad Sisters, scritta e co-interpretata da Sharon Horgan (pluripremiata sceneggiatrice irlandese, candidata all'Emmy e vincitrice del BAFTA per show come Catastrophe e Divorce), adattata dalla versione belga della serie Clan, creata da Malin-Sarah Gozin, ci sono cinque sorelle. Le Garvey vengono presentate fin da subito in modo irriverente insieme al tema portante della narrazione attraverso l'inquadratura di alcuni dettagli: un coltello, un cadavere, un funerale, un'erezione indesiderata, quindi una morte tragicomica. Proprio come le casalinghe disperate di Wisteria Lane create da Marc Cherry, le cinque vengono riunite da una terribile tragedia: Grace (Anne-Marie Duff) è appena rimasta vedova del marito John Paul (Claes Bang) e le altre sono accorse per starle vicino: la primogenita Eva (Horgan), l'infermiera Ursula (Eva Birthistle), Bibi (Sarah Greene) che ha una benda su un occhio, e la "piccola di casa" Becca (Eve Hewson). Tutte sembrano addolorate e affrante, ma percepiamo subito che c'è qualcos'altro sotto. Man mano che i flashback ci raccontano gli ultimi mesi di vita dell'uomo (e delle cinque donne) capiamo presto che lui rappresentava ogni tipo di mascolinità tossica possibile, facendo vivere la moglie nell'ombra e nella paura in modo passivo-aggressivo, senza mai aggredirla per davvero, tenendola lontana dalle proprie sorelle, che avevano pensato che forse l'unico modo per liberarla e liberare anche se stesse fosse ucciderlo. Ma saranno andate fino in fondo al piano? E come sono riuscite a farla franca?
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Assicurazione sulla vita
La risposta a quest'ultima domanda in realtà si complica quando, dall'altro lato della medaglia, c'è la pesante assicurazione sulla vita che dovrebbe risarcire Grace e la figlia ma vuole indagare perché sospetta che ci sia qualcosa di losco sotto l'incidente dell'uomo. A svolgere le "indagini" ci sono il nevrotico Thomas (Brian Gleeson, il figlio di Brendan e fratello di Domhall) e il calmo Matt (Daryl McCormack), due fratellastri che cercano di salvare l'attività di famiglia dalla bancarotta. Entrambe le parti quindi hanno tutto l'interesse di arrivare fino in fondo a questa faccenda: da un lato non farsi scoprire ad ogni costo, dall'altro arrivare alla verità senza alcun freno. Tutte le sorelle di Grace avevano un motivo per uccidere l'uomo, e man mano che la narrazione procede, giocando tra passato e presente come se stessimo guardando un vecchio filmino o delle vecchie foto che scorrono sullo schermo, in una serie di sviluppi e plot twist inaspettati scopriamo in 10 episodi il passato delle protagoniste e quanto un uomo solo possa causare dolore a tante donne e persone (come il gentile e innocuo vicino di lui e Grace).
Nonostante possa sembrare esagerato ed esasperato, lo show ben sciorina un pezzo alla volta le colpe dei personaggi e soprattutto il meccanismo passivo-aggressivo e altamente tossico con cui John Paul era riuscito a estraniare la moglie dalla propria famiglia e creare una sorta di tirannia in casa propria. Il risultato di una serie di rapporti tossici e sbagliati a propria volta, come il rapporto con la sua stessa madre e il suo rapporto "malato" con la religione e la Chiesa. Difficile arrivare alla verità, in un climax narrativo sempre più incalzante e pieno di risvolti comici e che riflettono sulla società odierna e sugli scontri di genere, anche sul posto di lavoro (l'uomo ha lo stesso impiego di Eva), con una scrittura lucida, cinica e pragmatica. Ciliegina sulla torta la colonna sonora per gran parte al femminile che accompagna perfettamente la storia: da Fiona Apple a Nancy Sinatra, da Billie Holiday a Katie Williams, da Laura Marling a Sarah Jarosz e le First Aid Kit, con qualche classico maschile come Johnny Cash, fino alla sigla che ci ricorda a livello testuale e visivo quanti meccanismi bisogna mettere in atto affinché accada un evento, e non è detto che questo poi si verifichi come speravamo e avremmo voluto.
Conclusioni
Dramma, commedia e mistero sono gli elementi al centro della recensione di Bad Sisters, ben equilibrati e amalgamati tra loro per offrire un racconto attuale e critico della società odierna, una denuncia della mascolinità tossica, mentre le cinque protagoniste tentano di non farsi scoprire e lo spettatore di conoscere la verità.
Perché ci piace
- Il mix di generi che ricorda Desperate Housewives, così come la caratterizzazione delle protagoniste.
- Le interpretazioni di Sharon Horgan e delle altre, insieme alla sua scrittura sagace e incisiva.
- La colonna sonora per gran parte al femminile
- La denuncia della mascolinità tossica…
Cosa non va
- …a volte forse portata un po’ troppo all’estremo.