Vedere un dinosauro a grandezza naturale è sempre un'emozione, qualcosa che ci riporta ad un'infanzia in cui tanti di noi sono stati affascinati dal mistero di questi grandi esseri viventi che un tempo hanno calcato i vasti spazi del nostro pianeta. Una incredibile fascinazione che alcuni di noi, come chi scrive, prova ancora anche in età adulta ed alimentata a dismisura dalla mostra Dinosauri in carne e ossa - Scienza e arte riportano in vita i dominatori di un Mondo perduto, un allestimento di grande impatto che occupa alcuni ambienti de La Sapienza, a Roma, fino al 31 Maggio. Un'ottima occasione per entrare in clima Jurassic World, il quarto film della saga che sarà nelle sale l'11 Giugno.
Attiva fin dallo scorso dicembre, la mostra è ospitata nel quantomai adeguato ambiente del Giardino sperimentale dell'università di Roma Sapienza, con alcuni pezzi di dimensioni più ridotte ad arricchire l'esposizione del museo di paleontologia del dipartimento di Scienze della terra, ed è curata dai palontologi Simone Maganuco e Stefania Nosotti, gestita ed organizzata dall'Associazione Paleontologica A.P.P.I. e realizzata avvalendosi delle tecnologie di modellazione dell'azienda veneta Geo-Model. Il tutto con il supporto e le competenze di esperti di livello nazionale ed internazionale, tra cui quel John "Jack" Horner, paleontologo del Museum of the Rockies in Montana e consulente anche di Steven Spielberg già ai tempi di Jurassic Park.
Un piccolo Jurassic Park a Roma
Per gli studenti della Sapienza sarà ormai un'abitudine, ma vedere un Allosauro che si prepara ad attaccare un indifeso Diplodoco davanti al Dipartimento di Geologia è già un'accoglienza di grande impatto. Ancora di più se è proprio al cospetto di questi due grandi animali che le nostre guide, il già citato Simone Maganuco ed il fondatore e presidente dell'A.P.P.I. Alessandro Carpana, ci hanno introdotto con entusiasmo e passione al loro lavoro, alla mostra che ci accingiamo a visitare, una mostra che nasce con l'intento di fare da ponte tra gli esperti, gli studiosi, gli artisti, tutti quelli che dedicano il proprio lavoro e la propria arte allo studio di quegli affascinanti animali estinti 65 milioni di anni fa ed il grande pubblico. Per questo la scelta di legarsi a realtà locali, di creare riproduzioni di tale impatto, che potessero colpire il pubblico, più o meno giovane, incuriosirlo e spingerlo ad informarsi ulteriormente, diventando un ottimo modo per fare divulgazione scientifica e colmare quel divario sempre presente tra chi studia e lavora sul campo ed il pubblico che spesso ignora i risultati ottenuti.
La passione per i dinosauri
Oltre ai dinosauri, è la passione la vera protagonista della mostra, che traspare dalle spiegazioni delle nostre guide, quella passione sviluppata negli anni, stuzzicata all'epoca proprio dall'uscita del Jurassic Park di Spielberg, coltivata e alimentata con studi e duro lavoro. Dopo una doverosa introduzione, il nostro tour si sposta nel Giardino sperimentale e fa un certo effetto vedere l'imponente testa del T-Rex ergersi oltre la recinzione mentre ci avviciniamo. Lì la prima tappa è al cospetto dello Spinosaurus, a cui Simone Maganuco tiene molto, per il lavoro sul campo fatto proprio su quell'animale: le informazioni di Simone sono dettagliate, precise, ricche di dettagli ignoti anche a chi, come chi scrive, un po' di dinosauri ne ha letto, dalla densità delle ossa ai sensori di pressione che gli permettevano di pescare in acqua. Una ricostruzione che chiarisce fin da subito lo spirito della mostra, che si è dedicata anche ad animali meno noti: dal celacanto che giace vittima dello Spinosauro ai suoi piedi, all'Indricoterio, il più grande mammifero terrestre mai esistito, che svetta al suo fianco, fino al Pachirinosauro, il Gallimimus e lo Styracosaurus, mostrato per la prima volta. Ma non poteva mancare, ovviamente, il Tyrannosaurus Rex, uno dei dinosauri più popolari di sempre, grazie anche al suggestivo nome di re dei rettili tiranni che lo ha accompagnato fin dalla sua scoperta, né il Velociraptor che proprio i film di Spielberg hanno reso celebre... o meglio il Deinonychus, sulle cui fattezze sono modellati i raptor dei film. Quelle che vediamo passeggiando per il giardino sono ricostruzioni di una precisione e un dettaglio notevoli, realistiche fin nel più piccolo particolare, grazie anche all'abilità nella costruzione di Geo-Model, che ha saputo mascherare anche le giunture tra le diverse parti che compongono ognuna di esse, celandole lungo le linee degli arti e le squame della pelle. Un livello di dettaglio che speriamo sia evidente nelle immagini che vi mostriamo a seguire.
Dinosauri in carne e ossa a Roma: le immagini (15 foto)
Lo Spinosaurus
Uno dei primi dinosauri che si incontrato nel Giardino sperimentale della Sapienza
Un Celacanto vittima dello Spinosauro
Il Celacanto, vero e proprio fossile vivente, che si credeva estinto, vittima dello Spinosauro
L’Indricoterio
Il più grande mammifero terrestre mai vissuto
Il Pachirinosauro
Un grosso erbivoro, non dissimile dal più noto Triceratopo
Il Gallimimus
Uno di quei dinosauri che spiazzano: anche se somiglia a un grosso uccello, non è da questi che i moderni volatili discendono
Un dettaglio della testa del Gallimimus
Uno scatto più ravvicinato della testa dell'animale che mostra il grande livello di dettaglio della ricostruzione
Il possente capo del Tyrannosaurus Rex
Non doveva essere piacevole trovarselo faccia a faccia, vero?
Le zampette del T-Rex
Vittima di tanti sfottò su web, i piccoli arti superiori dell'imponente carnivoro
Un Triceratopo vittima del T-Rex
Anche se da morto, il Triceratopo è presente nella mostra Dinosauri in carne e ossa
Lo Stiracosauro
Una delle ultime aggiunte all'esposizione, che continua ad arricchirsi di nuovi esemplari
Il Mammut lanoso
Non è un dinosauro, ma è comunque uno degli animali estinti più noti
Il Deinonychus
Ed ecco il Velociraptor... ehm, no, è il Deinonychus, un dinosauro di dimensioni maggiori a cui i Raptor di Jurassic Park sono ispirati
Il letale artiglio del Deinonychus
Un dettaglio del micidiale artiglio che rendeva le zampe di questi animali delle vere e proprie armi
Il Pachycephalosaurus, da adulto e da giovane
Per anni credute due razze distinte, in realtà le due teste appartengono a fasi diverse della crescita della stessa specie
Il Parasaurolophus
La grossa cresta tubolare era cava e permetteva all'animale di modulare dei suoni simili alla sirena di una nave
Un ultimo frammento di mostra è ospitato negli ambienti del Museo di Paleontologia, dove alcune ricostruzioni più piccole accompagnano i fossili presenti, che annoverano anche animali dell'era glaciale come il Mammut e il Cervo Megacero. Tra questi modelli meno imponenti, spiccano senza dubbio la ricostruzione, premiata, della testa del Dilofosauro (che vedete in basso) e lo Scipionyx samniticus (qui a sinistra), comunemente detto Ciro, sul quale Simone Maganuco ha potuto lavorare direttamente permettendogli di offrirci un numero notevole di dettagli.
Aspettando Jurassic World: Dinosauri in carne e ossa a Roma In attesa di rivederli su grande schermo nel quarto film...
Posted by Movieplayer.it - Cinema, TV e HomeVideo on Lunedì 11 maggio 2015