A Parigi, se passavi un mese fa, c'erano dei grandi manifesti rossi con il suo volto. E con scritto: "Salò". No, Pasolini non c'entra. O forse sì, marginalmente, per la carica eversiva, forte del suo ultimo film. Ma Salò è il nome di un locale, nel quale Asia Argento ha avuto, come si dice, "carte blanche". La facoltà di portare chi volesse, a fare spettacolo, a creare qualcosa che stesse sul confine fra la performance, l'arte visiva, il cinema.
Asia, così, ha portato i registi che ama: Bertrand Bonello, Gaspar Noé, una installazione fotografica di Jacopo Benassi, un atelier di tatuaggi con l'artista giapponese Akira Saitoh, e diversi video d'autore. Giusto per capire che, per lei, l'arte è un arcipelago vasto, nel quale il cinema è solo una delle molte isole.
Poi, appena tornata in Italia, ha filmato il videoclip degli Indochine, leggendario gruppo new wave francese. Nelle riprese, ha messo se stessa e i suoi due figli, Anna Lou - avuta da Morgan - e Nicola Giovanni, il figlio che ha avuto da Michele Civetta.
Quarantun anni, figlia di Dario Argento, maestro venerato dell'horror italiano, famosa forse persino più del padre, due David di Donatello vinti come miglior attrice protagonista, una carriera spesa tra la Francia e Hollywood più ancora che in Italia; collaborazioni prestigiose con Gus Van Sant, George Romero, Sofia Coppola, Assayas.
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Asia vive con i due figli: la più grande, Anna Lou, già un bel po' rock, ha da poco postato una foto con Marilyn Manson. Il piccolo le somiglia come una goccia d'acqua. Lei, Asia, rivendica la sua normalità: "Sono una madre single che si alza tutte le mattine alle sette e porta i figli a scuola, poi fa la spesa. Ecco la mia trasgressione", dice. Non ama rilasciare interviste. Ma se riesci a superare quel piccolo confine di riservatezza, quello che Asia riesce a darti, parlando, è molto più di una intervista "normale". A noi ha parlato poche ore prima di partire, per un po', in vacanza.
Asia, poco tempo fa ha dichiarato di volersi dedicare quasi esclusivamente alla regia. E' venuta l'ora di un nuovo film, tre anni dopo Incompresa?
"Sì, direi che è venuto il momento. Avevo in mente di raccontare storie vere sull'adolescenza, su questo momento della vita che non è così puro o idilliaco come lo raccontiamo. Doveva essere una serie televisiva americana: ma ho scoperto che ci sono molti più puritani di quanto immaginassi".
Adesso più di prima?
"Molto di più! Oggi film come Christiane F., il film che raccontava gli anni dell'eroina in Germania, o come Kids di Larry Clark, che mostrava l'adolescenza nella sua crudezza, non si potrebbero più fare. Oggi non si può raccontare la verità sui ragazzi".
Ha iniziato da bambina a fare cinema: come guarda, oggi, a questi suoi primi trent'anni di carriera?
"Sono fortunata: ho sempre scelto quello che volevo fare. Ho detto di no a fior di registi, che poi non mi hanno più chiamata, come Virzì, Bellocchio, Salvatores: ma in quei casi, il personaggio che mi proponevano non mi convinceva, non potevo fare quei film. Ugualmente, non mi sono mai unita alle cricche, agli amici degli amici. E l'ho pagata".
Ci sono episodi che direbbe di avere "pagato" caro?
"Come no. Mi sono presa un sacco di bastonate, nella mia vita. Per esempio per la scena del bacio col cane in Go Go Tales di Abel Ferrara. Per quella scena mi hanno massacrata, come se io fossi una perversa che ama fare quelle cose, spontaneamente. Era, invece, una scena prevista dal film, che ho accettato di fare".
Fra gli attacchi che ha ricevuto, quelli per un suo tweet su Giorgia Meloni.
"Sono stata fraintesa, anche in quel caso. Non mi riferivo all'aspetto fisico della Meloni, ma alla grassa cena a cui stava partecipando; la Meloni si trovava in un ristorante molto lussuoso, caro, che strideva con il momento di crisi che vive il paese. Ecco, questo mi sembrava poco serio da parte di un politico".
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A Cannes, mostrò il dito medio ai fotografi...
"Ecco: anche lì. Se io fossi un genio del marketing, avrei studiato e gestito questa cosa. Invece è stato un gesto del tutto istintivo, di insofferenza verso quel rituale sempre uguale, verso l'obbligo di esibirsi, ingioiellate come alberi di Natale: l'obbligo di fare la femminuccia ad uso dei fotografi. A Tarantino, per lo stesso gesto, nessuno ha detto niente. Anzi, è sembrato uno tosto".
Forse i media vivono di cliché e non hanno molta ironia.
"Il fatto è che io faccio gioco ai media. Perché sono un freak, una di cui si può sparlare, una di quelle che i 'normali' si sentono di poter deridere".
Com'è la sua vita, oggi? È una bellissima e talentuosa madre single...
"...Single davvero, con due padri su due assenti per i miei figli! Non dico economicamente, ma come presenza. Due uomini che non si sono prese le loro responsabilità".
Morgan?
"Macché! Si fa vivo un paio di volte l'anno. E io resto a cantare e portare la croce. Ma meglio sola con due figli splendidi che con un uomo fra le scatole".
In realtà un uomo c'è, adesso, nella sua vita...
"Sì: è un uomo vero. Anthony Bourdain è una persona matura, responsabile, che mi rende felice. Ma lui ha i suoi spazi, io ho i miei: la gioia è nel trovarsi, e nel vivere il rispetto reciproco. Anthony è colto, intelligente, creativo".
Come vi siete conosciuti?
"In una trasmissione che lui doveva registrare a Roma, su Roma. Io l'ho portato a conoscere una città a lui nuova, la Roma delle periferie, l'Eur, l'architettura fascista. Lui ha saputo raccontarla in modo artistico e chiaro, per la serie Cucine segrete che è, in realtà, un viaggio nei luoghi del mondo. Collaborare con lui è stata un'enorme soddisfazione, creativa prima di tutto. Ne è nato uno show che fanno vedere persino nei musei, negli Stati Uniti. Per dirti che tipo è Anthony: una volta sono andati a mangiare, in una bettola, in Vietnam, lui e Barack Obama. Due persone veramente libere, e limpide".
Continua a sentirsi in qualche modo una outsider?
"Sempre di più. Conosco tutti, perché sono da una vita a fare cinema, ma non frequento nessuno. Non riesco a vendermi, non riesco a fare buon viso quando qualcosa non mi va. Non riesco a fingere. Non sono mai stata dentro nessun sistema. E mi va bene così".