I figli del fiume Giallo, la recensione: la sola speranza, nella Cina di Jia Zhang-ke, è femmina

Nella visione di Jia Zhang-ke illusioni e desideri sembrano destinati a non trovare realizzazione in una Cina malata e crudele.

Dopo Il tocco del peccato, Jia Zhang-ke torna a esplorare il gangster movie fornendone una personalissima versione. Nell'ottica del regista, però, il genere rappresenta solo un espediente per favorire l'ingresso dello spettatore nella storia. Ash is Purest White racconta la parabola di una donna e, attraverso le sue vicissitudini, quella di un intero paese. Jia Zhang-ke prosegue, infatti, la sua indagine sulla Cina contemporanea mostrando le conseguenze della diffusione del capitalismo e la progressiva occidentalizzazione del paese.

I Figli del Fiume Giallo: una scena del film
I Figli del Fiume Giallo: una scena del film

Protagonista di Ash is Purest White è Qiao, interpretata dalla musa e moglie di Jia Zhang-ke Zhao Tao. Qiao è originaria di un villaggio la cui economia, un tempo trainata dalla locale miniera di carbone, oggi è in crisi. Il tema dei cambiamenti socioeconomici della Cina contemporanea viene introdotto con la comparsa del padre di Qiao, anziano bevitore il quale solidarizza rumorosamente con la protesta dei minatori che cercano di salvare il proprio posto di lavoro. Qiao, bellezza locale, è la pupa del boss. Dopo aver messo al sicuro il padre, la ritroviamo truccata e abbigliata alla moda a fianco di Guo Bin, giovane malavitoso testa calda che, a causa di un regolamento di conti tra criminali si ritrova, seppur impreparato, a capo della gang. Nel corso di un regolamento di conti, la volitiva Qiao salva la vita a Bin sparando in aria per allontanare i criminali rivali e si rifiuta di confessare a chi appartenga realmente la pistola, finendo in carcere per cinque anni al posto del fidanzato. Quando uscirà di prigione, scoprirà che l'uomo che ama ha un'altra fidanzata e nel suo villaggio sembra non esserci più posto per lei.

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Un pamphlet all'insegna di sperimentazione e varietà

I Figli del Fiume Giallo: un'immagine tratta dal film
I Figli del Fiume Giallo: un'immagine tratta dal film

Ash is Purest White si apre nel 2001 e si conclude in un triste capodanno che ci introduce nel 2018. In questo arco temporale la storia tra Qiao e Bin muta e si evolve, mostrando i personaggi alle prese con cambiamenti, tragedie e rotture. Oltre a riflettere l'evoluzione dell'ambiente che li circonda, la parabola di Jia Zhang-ke è anche una riflessione sul maschile e sul femminile, sulla diversa capacità di reagire dell'uomo e della donna di fronte alle avversità. Se in Al di là delle montagne il vento che soffiava da occidente era ben rappresentato dalla presenza nella score dei Pet Shop Boys con Go West, leit motiv musicale di Ash is Purest White è YMCA dei Village People che, nella piazza del villaggio di Qiao, diventa un ballo di gruppo i cui passi vengono eseguiti da vecchi e giovani nel 2001 come nel 2018. Curiosamente, però, mentre si trova in un club insieme al fidanzato Bin, Qiao bollerà come troppo "occidentale" il ballo di coppia acrobatico eseguito da due ballerini.

I Figli del Fiume Giallo: una scena di gruppo del film
I Figli del Fiume Giallo: una scena di gruppo del film

In Ash is Purest White l'evoluzione dello stile di Jia Zhang-ke assume svolte inaspettate. Meno compatto e più rapido rispetto ai ritmi meditativi a cui ci ha abituato, il regista stavolta sembra intenzionato a sperimentare un melting pot di generi e dopo aver inaugurato la pellicola con immagini digitali sgranate, dal tono quasi documentaristico, vira verso uno stile ricercato, supportato da tagli di inquadrature atipici e da una fotografia vivida che mette in evidenza la vivacità dei colori di molte sequenze. Il look minimalista, da neorealismo cinese, lascia il posto a un'inedita voglia di sperimentare. A questa maggior ricchezza visiva corrisponde un'altalena stilistica che passa dal gangster movie - con tanto di sequenza di arti marziali da antologia che vede Bin e il suo autista impegnati a combattere contro una gang rivale - al dramma realista, punteggiato di sequenze musicali e momenti ironici. Jia Zhang-ke si concede, inoltre curiose aperture metafisiche inserendo una sequenza in treno slegata dal contesto generale in cui Qiao ha una breve liason con un uomo impegnato a indagare l'esistenza degli UFO (eco del precedente Still Life). Poco dopo la donna avrà una rivelazione "cosmica".

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Amori malati e società infette

I Figli del Fiume Giallo: un momento del film
I Figli del Fiume Giallo: un momento del film

Regolato da una struttura in tre atti, Ash is Purest White segue l'evoluzione dell'esistenza di Qiao dapprima a fianco di Bin, poi da sola, costretta a ricorrere a espedienti per sopravvivere dopo essere uscita di prigione e infine di nuovo insieme a Bin quando l'uomo, colpito da ictus in seguito all'abuso di alcool, è finito su una sedia a rotelle. Le varie fasi del racconto sono intervallate da ellissi che omettono al pubblico le informazioni non essenziali. Significativa la parabola sociale di Qiao che, dopo essersi appoggiata ai soldi e al potere di Bin, si ricicla come truffatrice per poi cedere al capitalismo e aprire un locale con annessa sala scommesse i cui proventi le permettono di pagare le bollette e le cure di Bin, come farà notare lei stessa all'ingrato compagno. I toni sgargianti del primo atto lasciano il posto a una fotografia grigia e uniforme. Di fronte allo scintillio notturno della città, la vita nel villaggio procede in uno stato di quiete e i toni del blu e del marrone dominano nelle lunghe passeggiate di Qiao che spinge la sedia a rotelle di Bin nelle campagne, nei pressi di un vulcano ormai spento la cui cenere produce il bianco più puro a causa della temperatura a cui viene prodotta.

I Figli del Fiume Giallo: un'immagine del film
I Figli del Fiume Giallo: un'immagine del film

Ash is Purest White si chiude su una nota amara. La speranza lascia il posto alla desolazione. Nella visione di Jia Zhang-ke illusioni e desideri sembrano destinati a non trovare realizzazione in una Cina malata e crudele. Il messaggio contenuto nel suo nuovo lavoro è forte, anche se la scelta di veicolarlo con una pellicola dall'andamento incerto, a tratti spiazzante, rende il tutto meno convincente. Ma il film è degno di nota anche solo per la performance di Zhao Tao la cui volitiva Qiao, donna delle mille risorse, non verrà dimenticata tanto facilmente.

Movieplayer.it

3.0/5